Recensione di "Le affinità alchemiche" - Gaia Coltorti

Creato il 15 marzo 2013 da Annie_caffeine @annie_caffeine
Una tragedia moderna.
Un'amore impossibile.
Le affinità alchemiche, romanzo d'esordio della giovanissima Gaia Coltorti, è stato pubblicato da Mondadori nel Gennaio 2013. Il prezzo è di € 15,00 e le pagine sono 357.

TRAMA:Giovanni ha diciotto anni, trascorsi quasi tutti a Verona, dove è nato. Una vita tranquilla, qualche amico e, ogni giorno, i lunghi allenamenti in piscina per prepararsi alle gare. Anche a casa regna la quiete: Giovanni vive solo con suo padre, notaio, in quel genere di grande appartamento abitato da due uomini che ogni donna può immaginarsi. Selvaggia ha diciotto anni, molte amiche e diversi spasimanti, vive sul mare e assapora l'estate appena iniziata quando sua madre le sconvolge la vita: si trasferiranno per ragioni di lavoro. Selvaggia cambierà scuola, dovrà ricominciare tutto da capo e lo dovrà fare a Verona, la città dove è nata e da cui proprio la mamma, tanti anni prima, l'aveva portata via, separandola dal padre e dal fratello gemello. Quando Selvaggia varca per la prima volta la soglia della nuova casa, Giovanni è rintanato in camera sua. Gli basta la voce di lei per capire che nulla sarà più come prima. Giovanni scopre quella voce come un regalo, ma al tempo stesso la riconosce, è un suono che vive da sempre dentro di lui: Selvaggia, la sorella perduta, è tornata nella sua vita, per sempre. Lei a Verona non conosce nessuno: solo Johnny - come lo ha subito ribattezzato - può farle da guida e tenerle compagnia nei tre lunghi mesi che devono trascorrere prima della ripresa scolastica. Selvaggia è bellissima, piena di fascino ma anche capricciosa fino allo sfinimento, croce e delizia per il fratello ritrovato. Presto tra i due si sprigiona un'elettricità, un magnetismo, un'affinità che ha un solo nome, per loro impronunciabile: desiderio. Questo romanzo è la cronaca dell'amore tra due ragazzi che si affacciano alla vita, un amore meraviglioso e impossibile nel modo più crudele, perché non è la diversità a separare i due innamorati - non sono una sirenetta e un principe, un vampiro e una fanciulla - ma, proprio nella terra dei Montecchi e dei Capuleti, è la vicinanza assoluta a condannarli.
LA MIA OPINIONE:
La mia opinione su questo romanzo è un po' complicata da spiegare con un solo aggettivo.
L' autrice ci racconta la storia di Giovanni, un comunissimo diciottenne con i genitori separati e una sorella gemella che vive con la madre e che non ha mai conosciuto, a Genova. Lui invece vive con il padre a Verona, e alla lontananza dell'altra metà della sua famiglia ci ha ormai fatto l'abitudine.
Non si aspetta certo che la sua ordinaria vita venga sconvolta dal ritorno della madre a Verona, e soprattutto dall'arrivo di Selvaggia.
La sua gemella arriva nella sua esistenza come un fulmine a ciel sereno, e immediatamente tra Giovanni - che immediatamente viene soprannominato Johnny - e Selvaggia si crea un legame che va ben oltre l'amore tra fratelli.
La sintonia non è immediata, ma Giovanni si innamora di Selvaggia a prima vista.
Capirla non è semplice, soprattutto i primi tempi. Lei è capricciosa, materialista, cocciuta, ma ha un fascino al quale il nostro Johnny non può sfuggire. Lui e selvaggia sono come due calamite, e non riescono a stare lontano l'uno dall'altra.
Sanno benissimo che il sentimento che nasce tra di loro non potrà mai essere visto come amore, ma solo come una perversione, un amore malato, un'ossessione, ma non importa. Continuano a stare lontani dagli occhi indiscreti e a godersi le gioie del loro piccolo grande amore segreto. Ma quanto riusciranno a custodire questo enorme segreto che poco a poco diventa un peso?
Questo è uno di quei libri che ho letto con un costante nodo allo stomaco. Intuivo quale poteva essere la sorte dei due protagonisti, ma comunque il finale è giunto inaspettato, con tanto di lacrimuccia da parte mia.
Il problema per me è stato che più andavo avanti a leggere, più il libro diventava pesante. Ci sono stati momenti in cui, pur essendo sveglissima e avendo voglia di leggere, dovevo necessariamente riprendere fiato. E' come se la relazione tra Selvaggia e Giovanni fosse un macigno che aumenta di dimensione pagina dopo pagina.
I protagonisti certo non sono il massimo, o meglio, Selvaggia non lo è: è perfetta, ha un corpo bellissimo, capelli bellissimi, occhi bellissimi, è ricchissima e viziatissima. Ci sono stati alcuni momenti in cui per la sua immaturità e per la sua cocciutaggine avrei voluto strozzarla, in particolare nel momento in cui pretendeva delle prove d'amore dal povero Johnny (ad un certo punto gli chiede di non partecipare ad una gara di nuoto per lei e dimostrarle il suo amore e il poveretto se ne va in iperventilazione mentre gareggia per lo stress emotivo). Insomma, non è il mio personaggio preferito, e fino ad un certo punto ho preferito Giovanni, che però alla fine è scaduto pure lui. Infatti, da tenero e romantico adolescente come lo conosciamo all'inizio del libro, diventa dapprima possessivo e geloso in maniera malata di Selvaggia, tentando addirittura di imporgli i suoi stessi sentimenti, e poi, dal momento in cui lei gli confessa di amarlo a sua volta, diventa praticamente il suo zerbino.
Altro fattore negativo è la lentezza, lentezza assurda. Molte pagine sono l'una uguale all'altra, e certe volte per amor di proseguire ho dovuto saltare alcuni passi particolarmente noiosi.
Quello che ha alleggerito notevolmente il "carico", almeno per me, è stato lo stile dell'autrice.
La Coltorti scrive questa storia con uno stile un po' strano. Il racconto infatti ha un che di cavalleresco e poetico, pieno di termini importanti e di citazioni di grandi autori del passato, ma è alleggerito dall'ironia in diversi passaggi, che hanno notevolmente rinfrescato la "pesantezza" portata dalla descrizione del rapporto tra i due protagonisti in alcune fasi della storia.
Considerando la complessità dell'argomento che viene trattato e il fatto che l'autrice è davvero molto giovane, lo considero comunque un esordio discreto, perchè parlare d'amore, e di un amore sbagliato come in questo caso non è affatto semplice. Inoltre, nonostante tutti i difetti che ho trovato in questo libro, leggendo mi sono comunque emozionata e quindi anche questo è un punto sicuramente positivo.
Personalmente non vi consiglio di leggerlo tutto d'un fiato, come stavo tentando di fare io, perchè vi ritrovereste davvero con un peso sul cuore non indifferente.
Credo proprio di aver detto tutto.
Se lo avete letto anche voi sono curiosa di sapere qual è la vostra opinione su questo romanzo  :)

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