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Recensione di Le cose che non ho di Grégoire Delacourt

Da Leggere A Colori @leggereacolori

22 Flares 22 Flares × Recensione di Le cose che non ho di Grégoire DelacourtLe cose che non hoGrégoire Delacourt
Pubblicato daSalani
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana: Romanzo
Genere:Narrativa Contemporanea
Pagine:
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La trama:

Canto per me,in silenzio,il viso rivolto verso il mare oscuro. Sono amata. Ma non amo più.” Un playoff di forte impatto emotivo.Com’è potuta giungere a questo epilogo [email protected] ?A causa di un figlio,di un uomo,di una lotteria o di un padre? Un po’tutte queste ragioni,riassunte in un unico vocabolo : per colpa della vita.      

Siamo così ,dolcemente complicate se diciamo una bugia, è una mancata verità … se nascondiamo del dolore che scivola, lo sentiremo poi … e se ci trasformiamo un po’, è per la voglia di piacere a chi c’è già o potrà arrivare a stare con noi …” (da Quello che le donne non dicono- Enrico Ruggeri). Ma come fanno questi uomini a descriverci così bene? Semplice: indagando sull’animo femminile. Ma si sa per quale motivo ?! Mah,giacché non riescono posciaa comprendere, condividere e cambiare norma d’azione ,potrebbero risparmiar tempo. Ma non è questo il luogo per cianciare su questi temi. Accantoniamo la serendipità e diamoli atto che ci provano -alcuni!-.Colgono i nostri aspetti più reconditi e peculiari, mettono in prosa o in versi stati di coscienza per loro oscuri e riescono così con nonchalance a imbastire canzoni o romanzi che ci fanno innamorare.

E noi donne ci caschiamo sempre ! Ed anche Grégoire Delacourt ,scrittore francese di Valenciennes,con Le cose che non ho ci ha fatto amare Jocelyne Guerbette,la voce prevalentemente narrante del racconto,a volte addirittura facendoci incarnare il suo ruolo di donna ferita,tradita e amareggiata .In contrapposizione ci ha reso non dico odioso,perché ahimè o ahinoi questo sentimento verso i nostri uomini non ci è concesso,ma quantomeno antipatico Jocelyn in quanto non è riuscito ad apprezzareuna donna che era pronta a invecchiare al suo fianco nonostante non gli avesse detto nessuna parola carina,né frase infiocchettata,cose idiote che fanno sciogliere i cuori delle ragazze,trasformandole in spose fedeli per l’eternità. Peggio per lui,perché per fortuna nella sfera onirica c’è giustizia,alla fine della storia, ma scatena solo pura pena per il personaggio maschile,o meglio i personaggi (mi sento molto misandria in questa dichiarazione) visto che nel libro anche sul figlio Romain c’è un’ombra,e delusione e accoramento per Jo.

Ho letto una recensione di Télérama “Questo libro rende felici”.Mi avvalgo della facoltà di dissentire,ma la chiave di lettura è troppo personale,per cui mi attengo al dire che è scritto quasi come un’auto-confessione ,prevalentemente un punto di vista interno di Jocelyne con alla fine una dichiarazione di Jocelyn,suo marito. Sono prevalentemente dei soliloqui espressi con registri medi colloquiali,ridondanti di riflessioni non prolisse ma incisive .Ne esce un bestsellerche ha raggiunto in patria la considerevole cifra di 500.000 copie vendute ed è stato tradotto in 23 Paesi oltre che paragonato al fenomeno letterario L’eleganza del riccio. Aggiungerei un valido romanzo, scritto in stile rapido ma tagliente, da divorare in un paio d’ore col fiato sospeso fino alla fine e un paio di kleenex a portata di mano perché ammorba i sentimenti e un suggerimento alla Cicerone deligere oportet quem velis diligere (bisogna scegliere chi si vuole amare).

Zarania



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