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Pubblicato daGarzanti
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Narratori moderni
Genere:Narrativa Contemporanea
Pagine:
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La trama:
Patricia è una modella dalla vita perfetta: ha un marito che ama alla follia, una carriera splendida, denaro, bellezza e vita mondana. Tutto ciò che la circonda non ha un singolo difetto, se non la sua stessa mancanza di vedere realmente le cose.
Finché un giorno, sull'aereo che la sta riportando a casa, una strana donna le dice: «Qualcuno vuole la tua morte». Ed è a seguito di questa frase - che subito trova tanto stupida e insensata, quanto irrazionale – che gli occhi di Patricia si aprono e iniziano finalmente a vedere le cose intorno a lei nella loro vera identità.
Intrighi e inganni che fanno scivolare tutte le certezze in un mare di domande, accompagnate dalla consapevolezza che la bellezza passa e che soprattutto non garantisce la felicità.
Ho conosciuto la Sánchez con il suo primo libro, Il profumo delle foglie di limone, un romanzo con una copertina delicata – in stile Garzanti – che non può non catturare l’attenzione. Tuttavia mi ritrovo ancora adesso confusa in merito a questa autrice, che non riesco a delineare.
Con Le cose che sai di me la Sánchez ci porta di nuovo nel panorama spagnolo, ma in situazioni diametralmente opposte quali il mondo della moda e un certo tipo di corruzione e inaridimento sociale che gira intorno ad esso, nonché al mondo del denaro in generale.
Famiglia, amore, riflettori, droga, sesso, inganni, invidia, amicizia. Come vi anticipavo sopra, a mio parere la Sánchez è un’autrice difficile da delineare specialmente per un motivo: spero sempre di venir persuasa dai suoi romanzi, di perdermi completamente tra quelle pagine bianche e nere, ma non succede mai. Ciononostante, al tempo stesso mi piace il suo modo di scrivere quindi mi trovo di fronte a una diatriba. È proprio questo il punto d’impatto: questa autrice ha una grande capacità descrittiva, i personaggi sono psicologicamente definiti, si capisce bene il carattere, le emozioni, le situazioni che roteano intorno a loro, tuttavia manca sempre qualcosa nella trama. È come se ci si trovasse sempre al prologo e si aspettasse il clou della storia che deve arrivare, ma che non arriva mai. Per questo non mi emoziona, perché la trama manca di energia e vigore.
“Non bisogna dare tutto in amore, bisogna sempre proteggersi un po’”, frase meravigliosa che richiama i lati positivi che decantavo, ma si dissolve se la trama non carpisce.
Ci si trova a scoprire che alcuni “inganni” preannunciati al principio erano esattamente come ce li si aspettava, nessun colpo di scena. Un elettroencefalogramma piatto con solo alcuni picchi un po’ più alti, ma mai alti. Detto questo, non mi sento Umberto Eco quindi probabilmente non ho il diritto di criticare, ma malgrado questo aspetto ancora il Grande Romanzo della Sánchez che, data l’abilità della sua penna, dovrà per forza arrivare. A concludere, voglio fare i complimenti anche alla traduttrice Enrica Budetta nonché agli editor: troppo spesso si dimentica che dietro a un libro straniero, c’è anche l’abilità del traduttore e dell’equipe editoriale. Anche grazie a loro le descrizioni che ci piacciono riescono a colpirci.