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Recensione di Leo Brouwer Collection Vol 4 di Leo Brouwer, Frame 1999

Creato il 19 marzo 2012 da Empedocle70
Recensione di Leo Brouwer Collection Vol 4 di Leo Brouwer, Frame 1999
La musica contenuta in questo doppio cd, materiale proveniente dalle registrazioni dei recitals tenuti da Leo Brouwer nel 1978 all'Avana (Cuba) e Houston (USA) e di un concerto con il gruppo di jazz latino Irakere, è di assoluto interesse per la memoria dell'interpretazione chitarristica del compositore cubano. Gli ascoltatori saranno penso ben disposti a perdonare la qualità sonora non eccezionale delle registrazioni a fronte del significato artistico e storico di questo documento sonoro. L’album è diviso in due: il primo CD è dedicato alla musica antica, il secondo a quella del Novecento e sue entrambi l’ultima traccia contiene una serie di considerazioni sulle opere e la loro 'lettura' che il Maestro ha registrato dopo aver riascoltato il tutto,a distanza di oltre vent'anni e con comprensibile commozione. Penso fare cosa giusta “lasciando la parola” a Boruwer riportando i suoi commenti tratti dal libretto che accompagna questo doppio cd: "Mi fa piacere riconoscere nelle registrazioni dal vivo dei miei concerti (di oltre vent'anni fa!) una maniera interpretativa che continuamente cerco di trasmettere agli allievi:cultura del suono, articolazione, pulsazione e respirazione, perché il resto é tutto scritto nella partitura! Nelle Danze rinascimentali, che fanno parte della famosa raccolta di Chilesotti, l'ornamentazione é più in stile inglese, elisabettiano, che italiano: per i melismi modali adottati, il punto di riferimento é dunque da ricercare in autori quali Dowland o Morley. In DeVisée c'é un vero compendio dell'ornamentazione barocca sia semplice che composta;soprattutto ricercata é la maniera di riempire i tempi vuoti negli accordi finali. La suite non é completa, ma l'uso dell'epoca non era certo quello di eseguire integralmente tutte le danze: probabilmente si passava con libertà da una all'altra, ripetendole una o più volte per progressivamente incrementare l'ornamentazione.Al risentirla oggi mi accorgo che nella bourrée ho improvvisato una vera e propria double, elemento tipico della prassi esecutiva dell'epoca.La Ciaccona di Bach é sempre stata una specie di elefante bianco per tutti i musicisti, dai violinisti fino ai chitarristi: per questi poi essa é diventata lo composizione della storia della chitarra e del repertorio classico tout-court. Si tratta di una ingegnosissima danza generata dalla sarabanda,con il tipico spostamento di accento sul secondo movimento e con tutte le sue variazioni. Ho aggiunto una mia personale ornamentazione quando e dove il testo lo permetteva; certo non nel tema,che reca con se l'imprescindibile della composizione stessa. Un argomento interpretativo molto discusso é quello della possibile elasticità di andamento nelle variazioni. Non credo che valga la pena affrontarlo ancora,essendo che questa elasticità mi sembra intrinseca e imprescindibile dal carattere stesso dell'opera; del resto questo stesso tema ha precedenti illustri a partire dalle dichiarazioni di Frescobaldi. Andrés Segovia aveva tanta fiducia nel talento di Ponce, da incaricarlo di comporre diversi pastiches. Uno nello stile di L.S Weiss (e ne sortì un'intera suite) l'altro nello stile - immaginario! - di Alessandro Scarlatti. Di questo ero solito eseguire Preambulo, Gavota e Corriente. Un'opera magistrale (specialmente la Gavota, vero e proprio capolavoro che continua ad essere la mia favorita), scritta in uno stile a cavallo tra rinascimento e primo barocco. Come tutti quelli della mia generazione, non essendo a disposizione il testo dell'opera, la trascrissi dal disco, unica fonte reperibile. Memorias del Cimarron é una libera versione per chitarra sola che ho tratto dall'opera da camera di Hans Werner Henze per baritono, flauto, chitarra e percussioni e che porta lo stesso titolo. Nella versione originale a ciascun musicista tocca di suonare una quantità di strumenti diversi, arrivando a formare una piccola orchestra. Cimarron é nato dalla sana curiosità culturale (unita a vero e sincero affetto) che alcuni grandi nomi dell' avanguardia europea provarono per Cuba e il processo politico che l'isola viveva negli anni sessanta. L'opera é composta di varie parti, ripercorse nella versione chitarristica che ho poi eseguito in numerosi concerti; utilizza un linguaggio rotto,atomizzato, violento a volte, misterioso altre, che é caratteristico del clima sperimentale degli anni sessanta. Oggi non c'é niente di nuovo in tutto ciò, ma allora quelle istanze timbriche che tutti noi compositori volevamo arricchire o trasformare, io le dimostrai attuabili nella chitarra,a Henze come ad altri amici. Il lavoro é basato sul libro del letterato cubano Miguel Barnet sottotitolato Un romanza testimonianza, perché che fu scritto registrando le memorie di un vero Cimarran, cioè uno schiavo fuggito dalle sue catene nella campagna cubana. Schiavo che io stesso ho conosciuto quando aveva 1020103 anni:si chiamava Esteban e raccontava con estrema lucidità le sue esperienze, che furono l'ispirazione del libro di Bamet,a sua volta ispiratore dell'opera di Henze. Il Preludio n03 di Villa Lobos é arricchito dalla registrazione dal vivo di un concerto realizzato insieme al gruppo di jazz latino Irakere,che suona in vari frammenti della composizione. La sezione centrale é un'improvvisazione che ricorda molte mie opere del periodo avanguardistico, abbastanza vicine ad alcuni momenti del Cimarran che si é ascoltato prima. La parte dei due flauti fu da me composta in uno spirito cameristico molto delicato,contando sulla collaborazione di due grandi strumentisti quali Paquito D'Rivera e Averoff,quest'ultimo mio allievo (insieme a Silvio Rodriguez, Pablo Milanes e altri) nei corsi organizzati dall' Istituto Cubano di Cinematografia (ICAIC).Del Romance anonimo non vale la pena parlare: meglio ascoltare quella specie di bossa nova che nasce dal tema usato come pretesto per l'improvvisazione che si va formando nel centro del pezzo. Da notare la chitarra elettrica di Carlos Emilio, chitarrista del gruppo Irakene. The fool on the hill é uno dei tanti classici dei Beatles. Questa versione per due chitarre la realizzai per eseguirla con John Williams, insieme ad altri due brani, al Festival della Martinica:fu un grande successo e un delizioso momento musicale. Nella registrazione che qui si ascolta eseguivo dal vivo la prima parte, sulla base della seconda da me preregistrata.Love is blue é stata una canzone di gran moda alla sua epoca:certe sue qualità quasi elisabettiane, nel suo ammiccare a Green sleaves e altri temi rinascimentali,costituirono il punto di partenza per realizzare l'arrangiamento per chitarra. Ne é risultato un brano breve e leggero, adattissimo ad essere eseguito come bis alla fine di un recital impegnativo. Il tema di uno dei rags di Joplin (The entertainer) divenne poi famosissimo per esser stato la base della colonna sonora di un film di strepitoso successo con Paul Newman e Robert Redford. Rag time,son cuba no, tango argentino ecc. sono culturalmente imparentate nell'essere musiche meticcie, risultato cioé dell'incontro tra la radice afro e quella europea colonizzatrice: in Argentina e Brasile con il canto italiano,negli Stati Uniti con la cultura inglese, in Cuba con quella spagnola ... Quasi sempre quelle danze usano la forma rondò, particolarmente cara alla musica popolare. Come ho già avuto modo di segnalare, ogni lavoro sulla musica popolare si converte per me in una specie di ri-composizione dove introduzione, ponti, contrappunti sono farina del mio sacco e servono (nel mio intento) a elevare il livello dell'accompagnamento per renderlo degno di opere tanto brillantemente concepite e composte. Recuerdas de la Alhambra é l'opera fondamentale del cosiddetto tremolo chitarristico: tanto famosa che viene eseguita da alcuni virtuosi anche in trascrizioni per violino e altri strumenti. E' una delle pagine classiche di Tarrega e una composizione obbligata per tutti i chitarristi che ricevono un insegnamento professionale."Lo so .. recensione facile facile per me .. ma, per una volta tanto, il recensore giustamente tace per dare voce a chi, avendo suonato, ha tutto il maggior diritto di dire la sua. Emettere giudizi o esprimere opinioni dopo aver letto queste note così lucide, dirette e esemplari sarebbe solo un inutile spreco di fiato. Un bel tacer non fu mai scritto. Ascoltate.http://feeds.feedburner.com/ChitarraEDintorni

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