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Recensione di Lettera ultima di Giorgio Todde

Creato il 09 ottobre 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

9 Flares 9 Flares × Recensione di Lettera ultima di Giorgio ToddeLettera ultima Giorgio Todde
Pubblicato daRizzoli
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Scala italiani
Genere:Narrativa Contemporanea
Pagine:
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Trama:

Ermanno Dick è un uomo con una intelligenza acuta e un addome enorme. La sua vita è lontana dalle donne fino a che non incontra Pambira, una giovane che stravolge le sue giornate. Ermanno decide di modificare il suo aspetto fisico con un’ operazione chirurgica che gli elimini lo stomaco, ma proprio durante il suo ricovero Pambira vola giù dal suo balcone perdendo la vita: suicidio od omicidio? Gli ingranaggi della giustizia si incominciano a muovere, una giustizia “condominiale”, una giustizia che rasenta la follia…


Ermanno Dick coltiva rose nella sua torre bianca, le cura, le ama più di ogni altra cosa e non lascia spazio nella sua vita ad altre persone fino a che un giorno, nell’aranceto comunale, incontra la giovane Pambira. Tra i due nasce subito qualcosa ed Ermanno, uomo dall’ intelletto fuori dal comune, decide di farsi operare per eliminare il proprio troppo pronunciato addome. Ma durante il suo ricovero succede il peggio: Pambira cade dal balcone di casa sua schiantandosi al suolo e perdendo la vita. Ermanno usa tutto il suo acume per sbrogliare questa vicenda mentre, nel condominio dove abitava la giovane, si mette in moto la macchina della giustizia guidata dall’ ex magistrato Giovanni Cocco Mossa e sostenuta dagli altri ambigui personaggi residenti nello stesso edificio: il perfezionista Filippo Tac, la comprensiva Zaira Bonalenza, il freddo Alessio Tiepido e la stanca Violetta Tormenti, moglie di Cocco Mossa.

Lettera ultima è una storia, sono tante storie di uomini e delle loro manie, dei loro insuccessi, del loro istinto, della loro concezione di vita. Dove la diversità è mal vista, dove l’ ordine regna supremo, dove l’ ossessione è alla base di tutto. Un romanzo che ha come filo conduttore il suicidio-omicidio di Pambira, ma che scopre punti di riflessione in ogni suo protagonista. Bellissimi i dialoghi tra Ermanno e il suo chirurgo Vitale Tamburini, ottime le caratterizzazioni di tutti i personaggi coinvolti nella storia.

Approfondimenti:

Romanzo brillante, intelligente, intricante fin dalle prime battute. Giorgio Todde ci porta in uno scenario al limite tra il maniaco e il quotidiano, tra il folle e il giusto. Personaggi pieni di vizi, con poche virtù consumate dalla vita, e una ossessione comune : la giustizia. Una giustizia limitata ad un condominio dove la difesa, l’ inutile difesa, è sita al piano terra e più su la cancelleria e poi l’accusa fino ad arrivare all’ attico, sede del giudice unico di un falso processo dove gli imputati, in quanto tali, sono già condannati. Il racconto è in terza persona ma si alterna a pagine di diario di Ermanno Dick scritte, naturalmente, in prima persona.

Un romanzo che si legge tutto di un fiato, che lascia spazio a fantasie e riflessioni, mai banale, mai scontato, con massime da ricordare, dove ogni perché ha una sua risposta :” Solo gli sciocchi credono al caso” (CIT). Complimenti a Giorgio Todde, considero questo tra i romanzi più interessanti e “divertenti” che io abbia letto negli ultimi mesi. Romanzo vivamente consigliato.



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