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Recensione di "Lo strano caso dell'apprendista libraia" - Deborah Meyler

Creato il 09 ottobre 2014 da Annie_caffeine @annie_caffeine
Cari lettori, 
oggi vi parlo di un romanzo che ho finito di leggere ormai un paio di settimane fa.
Di solito ci metto molto meno per scrivere una recensione, ma in questo caso ho avuto bisogno di un po' di tempo per elaborare.
Il libro che recensisco oggi è Lo strano caso dell'apprendista libraia di Deborah Meyler, che a detta della cover e della fascetta è uno dei romanzi più amati dell'anno, in testa alle classifiche delle librerie indipendenti americane.
Il romanzo è stato pubblicato in Italia giusto un mesetto fa da Garzanti e conta 348 pagine. Il prezzo è di € 16,40 per la versione rilegata con sovracopertina, mentre l'ebook costa € 9,99.
TRAMA
Esme ama ogni angolo di New York, e soprattutto quello che considera il suo posto speciale: La Civetta, una piccola libreria nell'Upper West Side. Un luogo magico in cui si narra che Pynchon ami passare i pomeriggi d'inverno e che nasconde insoliti tesori, come una prima edizione del Vecchio e il mare di Hemingway. Ed è lì che il destino decide di sorriderle quando sulla vetrina vede appeso un cartello: cercasi libraia. È l'occasione che aspettava, il lavoro di cui ha tanto bisogno. Perché a soli ventitré anni è incinta e non sa cosa fare: il fidanzato Mitchell l'ha lasciata prima che potesse parlargli del bambino. Ma Esme non ha nessuna idea di come funzioni una libreria. Per fortuna ad aiutarla ci sono i suoi curiosi colleghi: George, che crede ancora che le parole possano cambiare il mondo; Mary, che ha un consiglio per tutti; David e il suo sogno di fare l'attore. Poi c'è Luke, timido e taciturno, che comunica con lei con le note della sua chitarra. Sono loro a insegnarle la difficile arte di indovinare i desideri dei lettori: Il Mago di Oz può salvare una giornata storta, Il giovane Holden fa vedere le cose da una nuova prospettiva e tra le opere di Shakespeare si trova sempre una risposta per ogni domanda. E proprio quando Esme riesce di nuovo a guardare al futuro con fiducia, la vita la sorprende ancora: Mitchell viene a sapere del bambino e vuole tornare con lei. Esme si trova davanti a un bivio: non sa più se è quello che vuole davvero...



LA MIA OPINIONEParlare di questo romanzo non sarà semplice per me. Dal titolo, dalla cover e dalla trama mi ispirava moltissimo, ma le mie aspettative sono state disattese. La trama infatti suggerisce un libro intrigante, in cui la libreria in cui Esme lavora, grazie ai libri e ai suoi colleghi, cambia il suo modo di vedere le cose, ma in realtà non è così.Esme è una ragazza inglese di ventitré anni che studia alla Columbia, a New York, grazie ad una borsa di studio. Da pochi mesi esce con Mitchell, un uomo più grande di lei di dieci anni del quale è follemente innamorata.  La vita di Esme cambia completamente quando scopre di essere incinta. E' combattuta perché da un lato vuole tenere il bambino, ma dall'altro sa che lei e Mitchell si conoscono davvero da poco tempo per formare una famiglia. Quando finalmente si decide a dire la verità a Mitchell, però, lui la lascia senza nemmeno lasciarla parlare. A quel punto Esme si ritrova da sola, il suo ex non sa del bambino e le sue finanze non sono esattamente in buone condizioni, per questo decide di trovare una lavoro part time, dato che quando il bimbo arriverà le spese saranno molte. Per caso o per fortuna, riesce a trovare lavoro proprio nella sua libreria preferita, La Civetta, dove George, il proprietario, la assume nonostante le sue condizioni. Non molto temo dopo però Mitchell si rifà vivo, viene a sapere del bambino ed in men che non si dica chiede ad Esme di sposarlo.A quel punto Esme non sa cosa fare, se tornare con lui o se crescere il bambino da sola. Questo però è il momento delle scelte, ed Esme deve per forza scegliere una strada da seguire.
Di questo romanzo devo dirvi che non è stato affatto il romanzo che mi aspettavo, e purtroppo non intendo in modo positivo.La trama aveva davvero del potenziale, poteva essere un romanzo migliore, invece l'autrice non è riuscita a sfruttare al meglio la sua stessa idea.
Il problema di questo romanzo sono prima di tutto i personaggi.Esme è una donna fondamentalmente senza personalità. L'idea della ragazza inglese a New York che studia arte poteva avere molti risvolti, invece la Meyler è riuscita aa creare soltanto un personaggio incoerente, che predica il femminismo e poi si fa ripetutamente mettere i piedi in testa da Mitchell, che fa le sue scelte ma poi non ne accetta le conseguenze. La sua dignità viene ripetutamente calpestata come i fiori di un'aiuola pubblica, prima da Mitchell, poi dai genitori di lui ed infine da lei stessa.Per quanto riguarda Mitchell, dire che è un bastardo è come fargli un complimento. E' davvero cattivo, snob, il più insopportabile tra gli uomini, ovviamente ricco sfondato.Lui ed Esme sono completamente diversi e ce ne rendiamo conto entro le prime venti pagine, ma la csa che più mi ha sconvolta è che nonostante Mitchell sia il più insopportabile tra gli esseri umani, Esme continui a pendere dalle sue labbra. Per tutta la durata del romanzo Esme è succube delle decisioni di Mitchell. E' lui a dettare i ritmi della vita di lei, prendendone praticamente il controllo.Non mi è piaciuto per niente il fatto che Esme fosse così passiva. Pur non essendo descritta come una persona debole, fondamentalmente lo è.Con tutta la comprensione possibile per il fatto che fosse una ragazza incinta a soli ventitré anni, in un Paese lontano dal suo, non indipendente a livello economico, mi aspettavo che tirasse fuori l'orgoglio da un momento all'altro per il bene del suo bambino, invece questo non succede.Inoltre dal titolo sembra che la libreria abbia un ruolo rilevante nella vicenda, invece non è così.Quando nella trama si parla di libri che cambiano il morale delle persone o che danno delle risposte, non so davvero da dove siano andati a pescare questi elementi, perché le scene in cui Esme è in libreria è vero, sono molte, ma in un buon 70% di esse i libri non hanno alcun ruolo portante, dato che lei è costantemente impegnata a pensare al suo bambino, ma soprattutto al suo rapporto con Mitchell.I dialoghi inoltre non sono il massimo, e soprattutto molti di quelli con Mitchell non hanno né capo né coda, ma quelli ancor più fastidiosi sono quelli tra Esme ed i genitori di Mitchell, che senza troppi giri di parole la trattano malissimo. Lei nei suoi pensieri reagisce, anche abbastanza duramente, ma nella realtà continua a subire, convinta del fatto che l'amore di Mitchell possa aggiustare tutto.Insomma, avrete capito che questa non è la storia dell'apprendistato di Esme come libraia, ma piuttosto la storia di una donna con poca personalità, incapace di fare delle scelte, succube di un uomo che non ricambia il suo amore.
Da questo romanzo mi aspettavo magia, un pizzico di romanticismo e tanti, tanti libri, ma come avrete capito, sono rimasta parecchio delusa.L'unico motivo per cui ho continuato a leggere questo romanzo era l'attesa di un finale migliore dell'intero romanzo e lo stile dell'autrice, molto descrittivo ma non per questo artificioso, anzi, molto scorrevole, tanto che in alcuni momenti mi è sembrato davvero di trovarmi a New York.Purtroppo uno stile così ben rifinito ed un'idea così bella sono stati sfruttati nel peggiore dei modi.
Il mio voto per questo romanzo è due riccetti.Una delusione!

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