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Recensione di Lungo le strade della nostra vita di Eloy Moreno

Creato il 13 settembre 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

25 Flares 25 Flares × Recensione di Lungo le strade della nostra vita di Eloy MorenoLungo le strade della nostra vitaEloy Moreno
Pubblicato daCorbaccio
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Narratori Corbaccio
Genere:Narrativa Contemporanea
Pagine:
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La trama:

“Di solito le coppie consolidate non ridono. Quando due persone giocano a ridere, vuol dire che tra loro non esiste alcun problema… più che l’amore sono le risate a tenere insieme le persone”.

e Alicia e Marcos hanno riso tanto dentro una cornice, Toledo, fatta di patrimoni artistici culturali ma soprattutto ricca di persone che vivono nonostante abbiano scheletri nell’armadio. O proprio giacché li hanno?

Lungo le strade della nostra vita parla di adulti e bambini, donne e uomini, di gente comune che non vuole solo sopravvivere, ma assaporare la vita. Sentire il dolce ma anche accettare l’amaro che questa li da, perché per la legge degli opposti non vi può essere l’uno se non c’è l’altro. E nel momento della resa dei conti, se prevale la nota dolente della situazione allora, domanda: ¿Qué ocurre al mover un sofá? ¿Y al mover una vida? Che la risposta sia: il coraggio di affrontare responsabilmente la situazione ed essere felici?

Metto questa nota introduttiva, una domanda -muy complicada!!- che però già può far capire in maniera sibillina e metaforica che tasti andremo a pigiare. Non è formulata in lingua ispanica casualmente; instrada infatti nell’atmosfera dell’ultimo libro dell’autore fenomeno spagnolo dall’auto pubblicazione Eloy Moreno, Lo que encontré bajo el sofá, Lungo le strade della nostra vita, titolo italiano non perfettamente azzeccato, edito da Corbaccio, disponibile dal 19 giugno 2014. Potrei subito svelare il tema di fondo, ciò di cui si parla, qual è il problema affrontato, le idee e i sentimenti sviluppati nel romanzo, perché alla fin fine è ciò che resta al lettore. Potrei, ma… non lo faccio. Invece mi sembra molto più accattivante e non marginale fare notare altri aspetti del libro, ad esempio il racconto, quasi una leggenda contemporanea quella degli orologi. E’ la storia d’amore appena abbozzata finita in tragedia narrata dalla guida turistica itinerante Luis Martinez, quasi sottovoce nel romanzo Lungo le strade della nostra vita, in una Toledo romantica: non è casuale. Come non lo è l’ambientazione del romanzo: città medievale castigliana patrimonio Unesco per antonomasia ricca di monumenti saldamente ancorata alle tradizioni e alle leggende che trasudano dalle mura della parte vecchia della città.

Non lo è neanche l’appena accennata descrizione degli Indignados che sta volta anche con violenza, si oppongono a soprusi politici. Ecco quindi c’è tanta roba, perché la vita è molto, molto di più. Eloy Moreno vuole raccontare di tutti noi, di cosa ci nascondiamo e come lo viviamo e lo fa attraverso una storia principale e tante, tantissime di sottofondo. Allora parte da Alcázar, fortezza situata sulla sommità della città e da una data impressa nella pietra 22.X.1984 come filo conduttore di Lungo le strade della nostra vita, per intraprendere una corsa alla ricerca di altri indizi, per capire il significato di un amore, di una passione, ed è molto ben azzeccato, anche da un punto di vista narrativo. E’quello che spinge tutti noi sentimentali, a mio avviso, ad andare avanti nella lettura. Se poi siamo mujeres possiamo immedesimarci in Alicia, donna sposatamente stanca, voce narrante del libro, che non vuole rimaneretumbada en el sofá e qua son dolori. Già, perché ci fa tribolare, battere il cuore, toccare quelle corde profonde, ci fa persino conversare con il nostro inconscio scatenando subbugli emotivi, a un certo punto ci fa persino sperare ma… c’è sempre un ma nella vita vera e questo romanzo non vuole essere a lieto fine, ma piuttosto reale.

La fine non voglio svelare, anche perché sebbene non sia un giallo, un certo velo di mistero è meglio lasciare – ho fatto anche la rima J – comunque c’è quello che c’è … quello che succede molto spesso: una scelta difficile da fare. Dicotomia tra il silenzio o buttar fuori la fatidica frase “Dobbiamo parlare?” Ecco. Ma molto spesso il dobbiamo diventa un possiamo per cui non c’è obbligo se non quello verso se stessi, il garantirsi serenità e non sensi di colpa. A noi la scelta <3



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