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Pubblicato daLampi di stampa
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Collana:Libri d'autore. I libri di Franco Mimmi
Genere:Saggi
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La trama:
Un saggio che mette in luce l’amore degli scrittori e intellettuali per l’isola di Majorca, inesauribile fonte d’ispirazione, fra paesaggi che sembrano usciti da un dipinto, il mare e la natura selvaggia.
Quando pensiamo a Majorca è automatico l’accostamento con le vacanze: il sole, il mare, la tranquillità relativa di un’isola che ogni anno ospita migliaia di turisti. Un ritratto del genere non è difficile da associare alla vita movimentata, fatta di locali, divertimento e Pura Vida. Ma c’è un’altra Majorca, più profonda, del tutto differente dallo stereotipo da cartolina. È quella raccontata da Franco Mimmi, di un’isola che da secoli offre ospitalità a intellettuali e artisti di ogni sorta.
Majorca è scritto con uno stile semplice, come se leggendo fossimo in un bar, davanti a una bottiglia di Tequila, mentre un isolano ci racconta i trascorsi avventurosi della sua terra. I primi personaggi che ci vengono presentati sono George Sand e Chopin, il celebre pianista polacco che dopo varie peripezie riuscì a trovare un luogo quieto dentro un antico monastero, le prime mura che udirono le note delle sue composizioni.
Ma sono molti che hanno amato i suoi paesaggi, traendo forte ispirazione dal mare in tempesta e il cielo ora scuro e poi limpido, dall’esplosione dei fiori e la carezza del vento caldo nella bella stagione. Fra i tanti che si sono innamorati di questi luoghi figura anche Luigi Salvatore, principe di Toscana a cui si deve uno dei più importanti trattati naturalistici di cui si abbia memoria. Profondamente legato all’isola per la sua insaziabile voglia di vivere è nel libro una delle figure più affascinanti e meglio approfondite: ci rivelano che il principe avesse appetiti sessuali di natura smisurata e che le sue preferenze poco distinguevano fra i due sessi.
Ma oltre a lui anche Ruben Dario, uno dei più importanti poeti nicaraguensi, che potremmo includere nei poeti maledetti, vista la dedizione all’alcol e all’autodistruzione. Ma come loro, i personaggi che mi sono piaciuti maggiormente, offrendomi anche la possibilità di approfondirne la biografia, sono stati Rodolfo Valentino e Camus. Il primo, che si fece costruire una villa che tutt’oggi è di proprietà della sua famiglia ma che non si e potuto godere per colpa della sua prematura dipartita, e il secondo, che mentre osservava l’attingere di acqua da un pozzo, in una bella giornata di sole non poté fare altro che avvertire tutta la malinconia insita nel cuore dei grandi artisti, la consapevolezza che gli istanti, per quanto magnifici, rimangono tali e che nella nostra vita prevale sempre il dolore e prima di lui il pensiero di esso che di per sé è già tormento.
Pagina dopo pagina, il modo di raccontare si affina, non troverete problemi di scorrevolezza e posso assicurarvi che la noia non vi assalirà, ma avrete sempre l’impressione di essere al bar, col vostro bicchiere di tequila affascinati nello scoprire quanti personaggi della cultura hanno amato l’isola che credevate essere solo un luogo di moderno e sfrenato divertimento.