Trama È quasi l'alba. Aurora, di ritorno da una festa, sta per addormentarsi sul tram che la porta a casa. Forse è stanca e stordita, forse sta solo fantasticando, ma lo sconosciuto che all'improvviso le rivolge la parola ha un fascino così misterioso da non sembrare umano. In un'atmosfera sospesa tra sogno e realtà, Aurora ascolta la sua storia. La storia di un angelo caduto sulla terra per amore di una demone, deciso a compiere un lungo viaggio alla scoperta dei sentimenti umani per divenire mortale. Un'avventura che forse non è soltanto una fiaba, perché raccontare una storia - e ascoltarla - è il primo passo per farla diventare reale.
Recensione
Di me diranno che ho ucciso un angelo è un romanzo che colpisce immediatamente per il titolo, poetico ed evocativo, e per la copertina, con quel color seppia e quell'illustrazione meravigliosa che le donano un sapore di libro antico. Poi si comincia a sfogliare le pagine, a leggere riga dopo riga senza potersi fermare, ammaliati dalla storia e dalla scrittura di questa giovane e talentuosa scrittrice. È un libro d'esordio e per di più di un'autrice giovanissima, ma stupisce per l'eleganza dello stile e la profondità dei pensieri che vi si trovano; quello che ho pensato, mentre leggevo, è proprio che è raro trovare tanto spessore in una ragazza così giovane, e considerato il fatto che ha iniziato a scrivere questo libro quando aveva solo sedici anni, ci si sorprende ancora di più. Il libro inizia raccontandoci di Aurora, una ragazzina di sedici anni che sta tornando da una festa; è quasi l'alba e Aurora, che sta viaggiando sul tram che la riporterà a casa, ripensa alla festa, alla sua prima delusione amorosa che a quell'età sembra essere ancora più grande, a suo padre che forse la sgriderà per essere tornata così tardi. I pensieri tipici di ogni adolescente, insomma. Ma mentre Aurora, ormai stanca e assonnata, è persa nei suoi pensieri, ecco che un misterioso sconosciuto, di una bellezza straordinaria e ultraterrena, le rivolge la parola. Aurora è stupita da questo bellissimo giovane che improvvisamente si ritrova seduto accanto a lei sul tram e non capisce se sta sognando o se sia ancora sveglia. La giovane è intimorita ma al tempo stesso affascinata, e non può fare a meno di ascoltare quello che il giovane ha da raccontare. E così inizia il racconto del ragazzo che altri non è che un angelo, caduto sulla terra per amore di una demone; l'angelo però non lo sa ancora cos'è l'amore, perchè lui non conosce le emozioni umane, e capisce che, se vuole ritrovare la sua demone e stare con lei, deve diventare un po' meno angelo e un po' più umano. L'angelo inizia così un viaggio alla scoperta del mondo, di sè stesso e di cosa significa essere umani, e durante questo percorso incontrerà varie persone, da ognuna delle quali avrà qualcosa da imparare. Ad ogni incontro l'angelo perderà un pezzetto di sè, simboleggiato dalle piume, ma acquisterà sempre più umanità e comincerà a comprendere cosa significa la vita, cosa significa essere uomini. Non solo dell'angelo ci viene narrata la storia, ma in parallelo anche quella della demone, anch'essa decisa a ritrovare il suo bell'angelo che il destino sembra non volerle mai far incontrare, anche lei impegnata in un viaggio alla scoperta dell'umanità che la possa ricongiungere al suo amato, un viaggio, come quello dell'angelo, costellato da incontri significativi che avranno sempre qualcosa di nuovo da insegnarle. Sono rimasta davvero colpita da questo libro, è stata una lettura estremamente emozionante, una lettura che mi ha dato tanto e mi ha fatto riflettere. Le varie storie narrate dai personaggi incontrati dall'angelo e dalla demone nel loro cammino, all'apparenza semplici scorci o racconti di vita, sono in realtà ricche di simbolismo, di significati nascosti che forse ad una prima lettura possono sfuggire, sono metafore che fanno riflettere sul cosiddetto "senso della vita". Piccole storie che offrono, non solo ai protagonisti del romanzo, ma anche a chi lo legge, grandi insegnamenti e nuovi spunti di riflessione su noi stessi e la nostra vita. Per farvi capire quanto questo libro mi abbia coinvolta, vi basti sapere che io, che non evidenzio mai e poi mai nemmeno una singola parola nei libri che leggo, ho sottolineato davvero tante frasi che mi hanno colpita e che, a distanza di giorni, continuano a tornarmi in mente e farmi pensare. Il libro è breve e si legge in fretta, vuoi per la storia effettivamente appassionante, vuoi per lo stile di Gisella Laterza, che è molto scorrevole, semplice eppure incredibilmente poetico, raffinato ma non pomposo e riesce a far trasparire, con grande delicatezza, emozioni e sentimenti. L'aggettivo che mi è venuto immediatamente in mente per questo libro è "etereo", perchè è così, impalpababile e sfuggente, lieve proprio come le piume di un angelo. Di me diranno che ho ucciso un angelo è una piccola perla nel mare della letteratura, un romanzo soffuso di grande dolcezza e di un velo di malinconia, e più che un "romanzo", lo definirei una fiaba, moderna e insieme senza tempo che sa toccare le corde più profonde del nostro cuore, una fiaba da leggere e rileggere, che mi sento di consigliare a tutti, giovani e meno giovani. Per finire voglio lasciarvi la citazione di una delle frasi che più mi hanno colpita:
"La vita è fumo, la vita è cenere. E l’unico modo per vivere è lasciare che entri, che penetri fino in fondo, lasciare che ti annerisca i polmoni. Ed è per questo che ti fa così paura, angelo candido: perché vivere significa inquinare se stessi. Ed è per questo che ti affascina tanto: perché la vita, proprio nell’istante in cui si consuma più intensamente, prende, nell’aria, una bella forma."
Il mio voto: