Condivido anche per gli amici del blog la mia recensione del bel disco di Zibba & Almalibre, pubblicata sul sito di Troublezine
http://www.troublezine.it/reviews/21694/zibba–almalibre-muoviti-svelto
La consueta ondata di classifiche e graduatorie inerenti alla stagione musicale in corso sta per giungere anche per noi di Troublezine e, andando a ritroso tra le varie uscite, mi rendo conto quanto sia stato significativo l’ultimo di Zibba & Almalibre: “Muoviti svelto”, al punto che, ve lo anticipo, lo inserirò fra i top pubblicati fra gli italiani nel 2015.
Uscì a marzo un po’ in sordina, senza grossa eco mediatica, ma in fondo al cantautore ligure sembra importare poco, considerando lo status acquisito fra i cantautori di ultima generazione, così lontano da logiche “da cameretta”, così care ai vari Dente, I Cani, o il nuovo fenomeno da web Calcutta.
Lui da più di un decennio oramai propone un solido folk d’autore, se proprio vogliamo azzardare una catalogazione, genere alquanto di nicchia e pure poco incline agli hypsterismi, ma in realtà le commistioni con una musica più di largo consumo sono state molte, così come le occasioni di incontro col grande pubblico, con impennata di popolarità ottenuta un paio d’anni fa, partecipando a Sanremo fra le Nuove Proposte. Che fosse fuori luogo lo capimmo a un primo ascolto del suo bellissimo pezzo “Senza di te”, giustamente acclamato dalla Critica ma pure ben assimilato dal pubblico, che dimostrò di saper apprezzare la sua voce calda e la sua poetica efficace, pur se scevra di tecnicismi.
Questo album, giunto tre anni dopo l’interessante “Come il suono dei passi sulla neve”, ribadisce la sua centralità nell’ambito di una forma canzone raffinata, sofisticata eppure rassicurante. Echi di antiche atmosfere calde, soffuse, venate di folk rock, si mischiano ad altre intrise di blues, più dell’anima che non di genere. Altrove è invece la canzone d’autore a farla da padrone, sempre però accompagnata da un suono pieno, denso, avvolgente e ricco, quasi antitetico all’immaginario “cantautore con la chitarra a tracolla”. D’altronde il progetto, imperniato su Sergio “Zibba” Vallarino, rimane assolutamente collettivo e gli Almalibre in fase di composizione fanno eccome la loro parte.
Un album, questo “Muoviti svelto”, ricco al solito di collaborazioni, sin dal brano apripista Farsi male, in cui duetta amabilmente con Niccolò Fabi, a proseguire con La medicina e il dolore dove a intervenire è Patrick Bonafei, fino ai riusciti episodi con Bunna in Le distanze, pezzo dalla forte impronta sociale, Il giorno dei santi, con la voce graffiata di Omar Pedrini e la conclusiva Vengo da te con Leo Pari.
A farla da padrone è la maestria con cui Zibba coordina le parti, equilibrando istanze e atmosfere, svettando in Ovunque, in cui nella coda finale sfoga tutta la sua poetica in uno spoken word, e nella ritmata Il sorriso altrove, dall’insolito arrangiamento.
Un album assolutamente da riscoprire, qualora ve lo foste persi nei meandri delle molteplici uscite discografiche di quest’anno ormai prossimo all’epilogo.