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Recensione di Neve di Maxence Fermine

Creato il 23 gennaio 2016 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Maxence Fermine
Pubblicato: Bompiani
Collana:AsSaggi
Genere: Narrativa Contemporanea
Formato: BrossuraPagine:

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Giudizio sintetico: four-half-stars


Yuko ha diciassette anni e vuole vivere di poesia. Nonostante l’amarezza del padre, intraprende un nuovo percorso fatto di haiku e di neve, che lo porteranno ben presto ad affrontare una triste verità: la mancanza di colori nei suoi versi. Ma a porvi rimedio ci sarà il vecchio maestro Soseki che, nonostante la cecità per amore, gli dimostrerà come trasformare il bianco in una tavolozza di mille colori.

Le poesie sono acqua che scorre, come questo fiume. È esattamente questo che voglio fare. Imparare a guardare il tempo che scorre.

Arriva quel momento nella vita delle persone in cui bisogna scegliere ciò che si vuole diventare. E Yuko lo sa perfettamente: vuole essere un poeta. Ma non uno dei tanti, perché la sua musa ispiratrice è l’unica protagonista dei versi: la neve, così candida, così pura e genuina che diventa per Yuko «la poesia dell’inverno».

Ambientato nella lontana Giappone di fine Ottocento, Neve racconta di come un semplice ragazzo di buona famiglia abbia fatto della neve il suo percorso formativo. Yuko scrive haiku (un componimento poetico fatto di tre versi di diciassette sillabe totali), la cui protagonista indiscussa è sempre la stessa, anche negli anni a venire: la neve. Nonostante la disapprovazione del padre monaco, Yuko osserva l’inverno ogni anno trasferendolo sulla carta, dando vita ai suoi preziosi haiku che ben presto attireranno non poca attenzione. Purtroppo, i suoi haiku hanno una crepa tra tanta bellezza: non hanno colore, parlano di un biancore incompleto che non è sufficiente a trasformarlo in un artista degno dell’Imperatore. Per Yuko la poesia è vitale e decide d’intraprendere un viaggio per completare la propria arte. Con lo zaino in spalla, il giovane poeta attraversa le Alpi giapponesi per arrivare al cospetto del vecchio maestro Saseki, un uomo dalla grande conoscenza che gli insegnerà cosa significa l’arte sotto ogni forma di sfumatura.

Il difficile per il poeta, è rimanere costantemente su quel filo che è la scrittura, vivere ogni ora della vita all’altezza del proprio sogno, non scendere mai, neppure per un istante, dalla corda dell’immaginazione. In verità, il difficile è diventare funambolo della parola.

Neve di Maxence Fermine è un piccolo romanzo dal tocco poetico. Nonostante la presentazione dei vari personaggi, lo scrittore sottolinea fin da subito che la vera regina della carta è la neve, da cui prende spunto per il titolo dell’opera stessa.

La neve è presente in ogni capitolo, viene continuamente descritta – a differenza degli altri personaggi – con caratteristiche che sembrano essere diverse, ma che infondo sono sempre le stesse. I personaggi scelti, lo stesso Yuko, fungono da contorno rispetto al fenomeno naturale che imbianca le montagne e nutre i versi del giovane poeta. La narrazione incanta, la lettura scorre con piacere e nonostante il retrogusto finale, riesce a impartire lezioni di vita che tutti noi del resto sappiamo, ma che spesso tendiamo a nascondere per non doverle affrontare.

A photo posted by Leggere a Colori (@leggereacolori) on Jan 2, 2016 at 9:44am PST

Approfondimento

La cosa più difficile, quando avanzava nella luce del mondo, era di non tramutarsi in fiocco di neve.

Saseki è un uomo privato della vista per il troppo amore, un amore strappatogli dalle braccia per una passione troppo forte da poter assopire. Il suo nome era Neve, una funambola dell’Europa che ha imparato a camminare in bilico sul mondo e sul suo cuore. Nonostante la cecità, Saseki sarà in grado d’insegnare al giovane poeta che tra le sfumature di colore più importanti al mondo per un artista ce n’è soltanto una in grado di riempire tutti i versi: l’amore.

Yuko riesce ad apprendere più di quanto sperava e grazie a Saseki, oltre a scoprire la luce dell’amore, impara a scoprirne anche il colore su carta.

Arriva la Primavera.

E si amarono l’un l’altro
Sospesi su un filo
Di neve.

Cristina Migliaccio




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