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Informazioni sul libro
Titolo:Susan Abulhawa
Pubblicato da:Feltrinelli
Collana:I narratori
Genere:Narrativa Contemporanea
Formato e pagine:
Social:Goodreads
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Trama:
Attraverso quattro generazioni assistiamo alle vicende della famiglia e degli amici di Amal, cacciati dalla propria terra e trascinati in una guerra infinita che causa enormi perdite e sofferenze. Solo quando il dolore sarà ormai insopportabile, Amal imparerà che l’unico modo per sopravvivere è amare senza paure né riserve.
Sinceramente quando ho cominciato a leggere Ogni mattina a Jenin non ero molto convinta. Pensavo sarebbe stata una lettura pesante, lontana dalla mia idea di “lettura prima di andare a dormire”. Beh, sono felice di aver cambiato decisamente idea. Come a volte succede, mi sono ammalata di questo libro, ritrovandomi a ritagliare disperatamente dei momenti per continuare la lettura.
In Ogni mattina a Jenin gli eventi del conflitto israelo-palestinese si intrecciano con le vicende della vita di Amal. Un attimo prima ho il volto rigato di lacrime per la descrizione delle brutalità dei soldati israeliani e un attimo dopo mi ritrovo a sorridere mentre Amal racconta dell’amore clandestino di suo fratello Yussef (per il quale consegnava le lettere all’innamorata) o delle mattine speciali con il suo papà che le leggeva un libro prima di andare a lavorare.
Questo è un equilibrio che si protrae per tutto il libro, almeno finché Amal non arriva al punto di rottura. Ci rendiamo conto che tutti soffrono e spesso talmente tanto da perdere la propria umanità, ma ormai abbiamo imparato a conoscere bene la nostra protagonista. L’abbiamo vista nascere e crescere, l’abbiamo vista odiare sua madre ma anche diventare come lei. Amal impara e ci insegna come si ama. Senza mai smettere. Senza remore. L’unica cosa bella che nessun fucile sarà mai in grado di portarle via.
Ogni giorno a Jenin è un libro che ridimensiona di colpo ogni problema della tua vita e al contempo ti fa sentire fortunato di tutto ciò che hai. Ti fa venir voglia di sfruttare tutte le possibilità che la vita ti offre ma lasciandoti dentro un’inguaribile tristezza piena di perché. È un libro con uno scopo, quello di aprirti gli occhi su una realtà che noi percepiamo più lontana di quanto non sia in realtà. Un libro che, secondo me, tutti dovrebbero trovare il tempo di leggere.
Approfondimento
La prima cosa che ti spiazza di Ogni mattina a Jenin è proprio l’inizio. Ecco che con un’azzeccatissima prolessi Susan Abulhawa ti porta già alla fine della storia. In due righe capisci dove sei, cosa succede e ti viene presentata la protagonista.
Ho molto apprezzato lo stile leggero e semplice che ti aiuta a seguire la storia, già importante di suo, senza risentire della minima fatica. Le pagine scorrono velocissime mentre la storia della Palestina, di Israele e di Amal ti conquistano in un continuo tira e molla di emozioni. Nonostante i personaggi siano fittizi, la famiglia di Amal rappresenta ogni famiglia palestinese perseguitata e ciò fa si che Susan Abulhawa riesca pienamente nel suo intento di arrivare ai cuori dei lettori.
Elisa Conigliaro
About Susan Abulhawa
Susan Abulhawa, cittadina americana, nasce da una famiglia palestinese in fuga dopo la Guerra dei Sei Giorni e vive i suoi primi anni in un orfanotrofio di Gerusalemme. In seguito abita in diversi paesi, tra cui anche il Kuwait e la Giordania. Si laurea in scienze biomediche all’Università della South Carolina ed ebbe una brillante carriera nell’ambito delle scienze mediche. È autrice di numerosi saggi sull’argomento, per cui è stata insignita nel 2003 del premio Edna Andrade, relatrice a diversi convegni e attivista in ambito umanitario, ha fondato l’associazione Playgrounds for Palestine, che si occupa soprattutto dei bambini dei Territori Occupati.
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