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Recensione di Per cosa si uccide di Gianni Biondillo

Creato il 31 marzo 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Recensione di Per cosa si uccide di Gianni BiondilloVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Gianni Biondillo
Pubblicato da:Guanda
Collana:Narratori della Fenice
Genere:Gialli
Formato e pagine:
Social:Goodreads
Disponibile su:
in offerta
usato
Trama:

In una torrida e placida estate milanese, il commissariato di Quarto Oggiaro è scosso dalla morte di un giovane marocchino. Per l’ispettore Ferraro e i suoi colleghi sarà l’inizio di un anno di omicidi da risolvere e di dubbi sui quali interrogarsi.


Partiamo dal titolo: Per cosa si uccide. Non si tratta di una domanda eppure è come se il libro ci fornisse una serie di esempi capaci di dare, seguendo modi e dinamiche differenti, una serie di risposte. Si uccide per paura, per rabbia, per vendetta, amore, disperazione, noia… si uccide per un’infinita concatenazione di ragioni. Ragioni che i poliziotti del commissariato di Quarto Oggiaro devono cercare di riportare alla luce per riuscire a scorgere il bandolo di una sempre più intricata matassa. È estate quando, il corpo di un giovane marocchino viene trovato privo di vita. Dopo qualche domanda ai vicini di casa, si viene a sapere che, alcuni giorni prima, anche il suo cane era stato ammazzato. Si tratta della stessa mano? L’uccisione del cane era un primo avvertimento? Oppure no? Il caso è risolto senza troppi problemi e con discreta celerità ma, ad attendere l’ispettore Ferrero, il sovrintendente Comaschi, l’ispettore capo Lanza e gli altri membri del commissariato di Quarto Oggiaro, ci saranno presto nuovi casi e altri omicidi. L’inizio dell’autunno diventerà l’occasione per scontrarsi con un mondo diverso: quello della ricca borghesia milanese. Tra imprenditori, spacciatori e donne raffinate, troveranno spazio anche altre due uccisioni cui cercare di dare un senso. E così ancora con l’arrivo dell’inverno e della successiva primavera. I casi si fanno sempre più intricati e difficili da risolvere mentre, sulla scena, i protagonisti aumentano di numero e le loro personalità si delineano con sempre maggiore chiarezza. Quelle che nelle prime pagine sono solo ombre, assumono una nuova nitidezza e densità. Il lettore sente di crescere con i personaggi, intuendone pensieri ed emozioni. Davanti al primo omicidio, ancora cauti e inesperti, osserviamo la scena in disparte come silenziosi spettatori. Con il passare del tempo, però, ci sentiamo anche noi chiamati in causa, impegnati nel tentativo di scoprire la verità dei fatti. All’effetto sorpresa e alla suspense, tipiche dei gialli, si uniscono uno stile ironico e vivace e la personalità quasi surreale dei personaggi.

Approfondimento

Non c’è necessariamente bisogno di un biscotto inzuppato nel tè per lasciarsi invadere dai ricordi d’infanzia.

Il rimando a Proust, qui citato, non è il solo riferimento letterario presente nel testo. Attilio Bertolucci, Giorgio Caproni, Cesare Pavese e Umberto Saba scandiscono lo scorrere del tempo, aprendo ciascuno una delle stagioni in cui il libro è articolato. Quattro autori per altrettante frasi legate alla morte: un altro modo per cercare di spiegarla o per tentare di dare una risposta a quella domanda (che domanda non è), contenuta nel titolo.

Lo sguardo di Gianni Biondillo offre una panoramica sull’intero territorio milanese: con le sue contraddizioni, le sue conquiste e le sue sconfitte. Un microcosmo all’interno del quale si muovono, ogni giorno, con frenetica vitalità decine di migliaia di persone. Un movimento, apparentemente senza senso, che incanta e spaventa. Un movimento all’interno del quale, simultaneamente, gli opposti si attraggono e le menti si confondono. Un caos calmo e ordinato in cui, a volte, qualcosa s’inceppa, mandando in tilt l’intero sistema. Così davanti ad un omicidio, quando le certezze si frantumano e i dubbi tornano a emergere. E, allora, non si può far altro che chiedersi: perché si uccide?

Ed è il pensiero della morte che, in fine, aiuta a vivere. Umberto Saba

Mariangela Pala

About Gianni Biondillo

Gianni Biondillo è nato a Milano, dove vive, nel 1966. Architetto, ha pubblicato saggi su Figini e Pollini, Giovanni Michelucci, Pier Paolo Pasolini, Carlo Levi, Elio Vittorini. Fa parte della redazione di Nazione Indiana.

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