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Recensione di Quando la notte di Cristina Comencini

Creato il 25 marzo 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Recensione di Quando la notte di Cristina ComenciniInformazioni sul libro
Titolo:Cristina Comencini
Pubblicato da:Feltrinelli
Collana:I narratori
Genere:Narrativa Contemporanea
Formato e pagine:
Social:Goodreads
Disponibile su:
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scontato
usato
Trama:

Marina e la convinzione ossessiva di non essere una buona madre, Manfred e il peso dell’abbandono come figlio e marito. Il disprezzo e la rabbia diventano desiderio.


Un mese in montagna senza nessuno. Avrà fiducia in me, sarà di nuovo la donna che ha sposato.

Così ha inizio Quando la notte di Cristina Comencini, la storia di Marina, il monologo di una cattiva madre sola di fronte alla propria incapacità. La convinzione ossessiva di un rapporto di amore e odio con il proprio bambino talmente lontano da non meritare di essere chiamato per nome, la convivenza con la cruda e triste verità di un rifiuto nei confronti della propria creatura, di rabbia e disprezzo per un essere urlante e sporco, per chi è arrivato a minare la propria indipendenza e tranquillità. Una fuga in montagna, in un rifugio incontaminato per ritrovare sé stessa e il suo sentimento materno ma di colpo il pianto, ogni suono sparito come sott’acqua … un silenzio di ghiaccio … solo puntini sfocati, in fondo c’è ancora una luce che ora si spegne del tutto. Poi vedo il bambino per terra. Un unico testimone indiretto: Manfred, il padrone di casa che non sorride mai, rude e silenzioso, abbandonato dalla moglie e da una madre come Marina. Si spiano, si osservano, si guardano, si provocano, in fondo si desiderano dal primo momento. Un intreccio di punti di vista, un dialogo senza incontro, due storie parallele tra passato e presente, tra infanzia ed età adulta, tra l’essere figlio e l’essere genitore. La rabbia diventa desiderio incontrollato reciproco che porterà ad un codardo e cinematografico addio su un letto d’ospedale.

Quindici anni dopo Marina ritornerà in montagna per riprendere quel finale interrotto, per inseguire il destino e rincorrere il lieto fine. È così che la montagna diventa la terza vera protagonista, il paesaggio partecipa alla storia tormentata fatta di dialoghi serrati e ritmo a singhiozzi. Le colline, il sole dietro la cima o la fitta neve sono spettatori e protagonisti dell’incontro, dello smascheramento, della separazione e del ritrovamento. Un gioco di sguardi di una madre ritrovata e di un uomo che tenta il riscatto, una storia dei segreti svelati, di sentimenti forti ed impopolari.

 Approfondimento

I conflitti familiari e il rapporto genitori-figli contrastante, difficile e pesante non sono temi nuovi per Cristina Comencini: Le pagine strappate (Feltrinelli, 2006) narra la vicenda di un padre e delle sue tre figlie, Silvia, Caterina e Federica, La bestia nel cuore (Feltrinelli, 2005) è la storia di Sabina che preferisce nascondere la sua gravidanza per riscoprire la sua vera infanzia.

Un tema ricorrente che in Quando la notte diventa a volte banale e privo di spunti, un lungo monologo esistenziale spesso ripetitivo che solo nello scontro-incontro tra la protagonista e Manfred mostra uno slancio nell’intreccio della storia. Complice una sintassi spezzata, volutamente rotta da continui segni interpuntivi, frasi breve volte a simulare la rabbia della madre nei confronti del proprio bambino.

Così come altri romanzi della stessa autrice, anche Quando la notte è diventato un film uscito nel 2011 girato ai piedi del Monterosa e presentato in concorso alla 68ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Simona Gionta

Cristina Comencini

(Roma, 8 maggio 1956) è una regista, sceneggiatrice e scrittrice italiana.

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