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Recensione di Quella sottile affinità di Florence Noiville

Creato il 15 maggio 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

6 Flares 6 Flares × Recensione di	 Quella sottile affinità di Florence NoivilleQuella sottile affinità Florence Noiville
Pubblicato daGarzanti
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Narratori moderni
Genere:Narrativa Contemporanea
Pagine:
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La trama:

In una villa di famiglia ormai vuota, tra l'odore della cera e quello delle vacanze Anna trova, tra piccole tracce lasciate da sua madre Marie, una lettera scritta da lei. Sono pochi fogli che raccontano di un amore proibito, scandaloso agli occhi del mondo, un “amore miope” agli occhi di Marie. Una storia che sembra “una serie di appuntamenti mancati” ma che dà finalmente ad Anna la possibilità di conoscere davvero sua madre.

“Cosa succede dentro di noi quando ci attacchiamo ad un essere al quale non avremmo dovuto avvicinarci?”: questa è la domanda che si pone Marie in Quella sottile affinità, nel ripercorrere la storia di un amore tanto forte da andare contro tutto e tutti, capace di donarle una boccata d’ossigeno. Marie è sempre stata diversa dalle altre, e l’attenzione che riceve dal suo insegnante sembra riempirla d’orgoglio, finché non comincia a chiedersi se questo amore in realtà non sia solo riconoscenza. L’interesse che suscita il suo personaggio è dato dal fatto che, sin dalla prima dichiarazione in classe, dall’innamoramento all’ “alterazione”, dall’entusiasmo alla consapevolezza, non smette mai di interrogare sé stessa.
Anna desidera fortemente conoscere questa donna che troppo presto l’ha lasciata, ed è da ammirare la sua capacità di mettere da parte un’innata razionalità per seguire la scia delle emozioni, cominciando un viaggio alla ricerca di chi ha vissuto, da fuori, la tormentata relazione tra la madre e il suo insegnante. Legge il diario di sua nonna, la sua paura, il suo desiderio di proteggere la sua bambina dal dolore che proverà, dalle accuse della gente, dal loro vederla come una novella “Lolita”. Parla con Vincent, da sempre innamorato di Marie, lui che in quella Lolita vede una “Bebita”, vede la parte migliore di lei, e vorrebbe essere il principe azzurro che la libererà da una relazione opprimente eppure essenziale per lei. Particolare è anche il personaggio di Julie, la zia, una donna divisa tra l’amore e l’astio verso la sorella, tra l’invidia e una capacità di comprenderla acquisita solo col tempo. E infine, l’incontro con l’insegnante, che non le darà le spiegazioni che cerca ma risponderà ad una domanda che nessuno si era ancora posto.
In questo viaggio Anna scoprirà che le situazioni non si possono giudicare dall’esterno, ma vanno vissute, perché i sentimenti non seguono la ragione e le emozioni non si possono frenare. La trama di Quella sottile affinità è molto scorrevole, è un racconto che va letto tutto d’un fiato per partecipare anche noi al viaggio di queste due donne, e intraprendere un altro viaggio attraverso noi stessi, seguendo le strampalate ma veritiere teorie di Marie e degli autori da cui prende ispirazione per comprendere meglio le sue emozioni. Il racconto però lascia una sensazione finale di incompiutezza, ma è quella che in fondo ci porta a continuare dentro di noi il percorso di autoanalisi e consapevolezze iniziato con le protagoniste. Pertanto lo consiglierei a quelle persone che sanno quanto sia importante non smettere mai di interrogarsi per conoscere sé stessi.

Oneme



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