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Recensione di Raffaele Bellafronte Guitars Works di Davide di Ienno, Tactus, 2015

Creato il 17 marzo 2016 da Empedocle70
Recensione di Raffaele Bellafronte Guitars Works di Davide di Ienno, Tactus, 2015

Davvero interessante questo Guitars Works dedicato alle musiche del compositore di Vasto Raffaele Bellafronte, compositore contemporaneo, poco attratto dalle lusinghe del rumore, ma più interessato alle melodie e a temi compositivi poco appariscenti ma che sanno accarezzare e richiamare l'attenzione dell'orecchio dell'ascoltatore. Se esiste una colpa che possiamo fare alla musica contemporanea, in particolare a quella di strettamente legata alle idee di Darmstadt, è la sua scarsa capacità comunicativa, legata a una scarsa empatia di tipo emozionale-cerebrale. Quasi come se un desiderio di ricerca spinto alla realizzazione di prototipi e archetipi musicali assoluti avesse cancellato quasi ogni sorta di umanità dalla musica, segregandola lontana dalle sue origini e commistioni popolari, sorta di algido prodotto dell'astrazione più pura.

Ma la musica è (anche) umanità, è calore, è emotività, noi siamo essere sociali, non solo cervelli e abbiamo bisogno di melodie, di empatia, di calore. Credo che, alla fine sia questo il senso della musica contenuta in questo cd. Non il desiderio di una musica alla spasmodica ricerca di un nuovo confine, o di un desiderio di stupire o peggio ancora di shockare l'ascoltatore al fine di cercare una reazione, una qualsiasi. Si individua un percorso nelle musiche di questo compositore, che chitarrista non è, ma che ha saputo sfruttare bene le sue potenzialità espressive. Merito anche dell'interprete di questo cd, il chitarrista Davide Di Ienno che, affiancato dagli ottimi Filippo Lattanzi alla marimba (in Malukka Dance), Patrick De Ritis al fagotto in Suite nro 1 per fagotto e chitarra, dal flauto di Aldo Ferrantini per The way of my senses e il Quartetto Guadagnini in For Five. La chitarra di Di Ienno, giovane chitarrista classe 1991, si esprime invece solitaria per Rapsodia Metropolitana, che apre il disco, e per la vivace Tarantella, che lo chiude. Un'altra cosa che colpisce è l'ottimo equilibrio sonoro del cd, la registrazione è eccellente, tutti gli strumenti sono ben bilanciati e la chitarra esprime un equilibrio sonoro che ne esalta le tradizionali qualità senza eccedere in quel eccesso di miele tonale che troppo spesso viene scambiato dai tecnici del suono come. I miei complimenti quindi anche a Francesco Apolloni.
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