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Recensione di Ricordati di sognare di Rachel Van Dyken

Creato il 03 novembre 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Rachel Van Dyken
Pubblicato: Nord
Collana:Narrativa Nord
Genere: Young Adult
Formato: Copertina RigidaPagine:

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Giudizio: two-half-stars


Kiersten affronta ogni nuovo giorno con fatica e non ha progetti per il futuro, Weston al contrario teme di non riuscire a fare tutto ciò che vorrebbe. Il problema è il tempo: solo quando sappiamo di non averne ab-bastanza, diventiamo consapevoli della sua importanza. Ma quando due anime gemelle s’incontrano, pos-sono accadere cose straordinarie.

Kiersten è cresciuta in un piccolo paese isolato dal mondo. Dopo la morte dei genitori, avvenuta due anni prima, si è chiusa in se stessa e ha iniziato ad assumere farmaci antidepressivi per riuscire ad andare avanti. Lo zio JoBob e la moglie sperano che iscriverla in un’università distante da casa la aiuti a smettere di vivacchiare e a ricominciare a vivere davvero. Come ogni matricola, anche Kiersten ha un referente nel dormitorio: è così che conosce Weston Michels, un aitante giocatore di football figlio di un uomo ricco e conosciuto. Il giovane sta lottando contro una terribile malattia, assumendo farmaci sperimentali nel tentativo di potersi poi sottoporre a un delicato intervento chirurgico. Tra i due nasce un sentimento molto forte che darà a Kirsten il coraggio di affrontare e sconfiggere le sue paure e insegnerà a Wes che la vita vale sempre la pena di essere vissuta, anche quando ci si sottopone a prove che sembrano al di là delle nostre forze.

Ogni volta che senti il tuo cuore battere, sono io che ti chiamo. E tu rispondi. Siamo noi due che parliamo, comunichiamo, uniti in questo legame.

Ricordati di sognare è una struggente storia d’amore che, devo ammetterlo, emoziona e fa versare anche qualche lacrimuccia. A tratti è angosciante, perché ci si aspetta che da un momento all’altro accada qualcosa di brutto, un po’ come nella visione del film Autumn in New York, per rendere l’idea.

Lo schema dell’incontro al college tra una giovane imbranata e un ragazzo apparentemente inarrivabile è un po’ scontato e prevedibile. In questo periodo oltre alla serie di Rachel Van Dyken, di cui questo è il primo libro, abbiamo anche Anna Todd e J. Lynn a raccontarci avventure di studenti universitari. Mi stupisce che lo stato di Washington, nonostante il clima inospitale, sia piuttosto gettonato come scenario.

L’amore tra Kirsten e Wes ha dell’incredibile: poco più che maggiorenni, in pochi giorni si innamorano perdutamente e già si immaginano sposati con figli. In effetti in Ricordati di sognare avviene tutto piuttosto rapidamente, il che non sempre è un bene, vista l’importanza delle tematiche affrontate: la malattia, il tempo, la fede e l’amore sono argomenti che meritano spazio e tempo per essere trattati.

L’autrice ha forse voluto arricchire una storiella d’amore non particolarmente originale con contenuti di un certo spessore e purtroppo il risultato è deludente.

A photo posted by Leggere a Colori (@leggereacolori) on Oct 31, 2015 at 1:09am PDT

Approfondimento

All’inizio di Ricordati di sognare, Rachel Van Dyken annuncia di voler dedicare il libro a coloro che lottano contro il cancro, tra cui suo zio JoBob. Per quanto l’intento sia encomiabile, la sua attuazione lascia a desiderare: a mio parere non si può affrontare un tema del genere in questo modo. La fede e la presenza di persone care sono un sostegno straordinario e su questo non posso che essere d’accordo, ma da un punto di vista medico-scientifico la vicenda ha quasi dell’inverosimile.

Mi viene da pensare ai tanti malati terminali, persone comuni che hanno accesso a cure sanitarie “comuni”, per quanto di ottima qualità. Non credo che l’accesso ai farmaci sperimentali sia così immediato e purtroppo in pochi hanno un Randy Michels come padre. Rachel Van Dyken avrebbe forse potuto dare una testimonianza di ciò che i malati si trovano a dover affrontare quotidianamente anche rimanendo un po’ più con i piedi per terra: avrebbe comunque inviato un messaggio di coraggio e vicinanza e sarebbe stata più adeguata al contesto e ai suoi destinatari.

Benedetta



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