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Recensione di Riparare i viventi di Maylis de Kerangal

Creato il 21 aprile 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Recensione di Riparare i viventi di Maylis de KerangalVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Maylis de Kerangal
Pubblicato da:Feltrinelli
Collana:I narratori
Genere:Sentimentale
Formato e pagine:
Social:Goodreads
Disponibile su:
in offerta
scontato
Trama:

Simon Libres è un ragazzo alla ricerca dell’onda perfetta. Revol è un medico ambizioso ma solo. Marianne e Sean sono due genitori separati che si rincontrano al capezzale del loro bambino e si trovano costretti a prendere una decisione difficile: dare l’assenso alla donazione degli organi del figlio, ormai senza speranza, steso inerme su un letto di ospedale. In 218 pagine si dipanano le storie di diversi personaggi, tutte in equilibrio su un filo appeso tra la vita e la morte.


Riparare i viventi è un concentrato di emozioni, 24 ore di un tempo che ti risucchia dentro alle vite dei suoi protagonisti, tra le loro passioni e le loro solitudini, tra le loro speranze e le loro drammatiche disillusioni. Sembra di aver abitato nelle loro case, di essere stata lì a camminare con loro lungo i corridoi dell’ospedale.

Sin dalle prime parole, ho visto con gli occhi dei protagonisti, ho sentito il loro cuore battere ed anche smettere di battere, ho respirato la solitudine di alcuni di loro e sentito l’amore di un padre e di una madre nei confronti del loro figlio. Come una matrioska i personaggi si presentano uno grazie all’altro in un ritmo che è sempre incalzante, pronto a stupire, a darti quei particolari che tanto ti portano indietro nel tempo quanto all’improvviso ti riportano a quel presente fatto di movimento e di velocità da un lato, e di lentezza e staticità, dall’altro. Ci sono l’onda da inseguire e la salsedine che esce fuori dalle pagine e ti inebria e ti tocca, e la drammaticità di una morte improvvisa, imprevista che assale e travolge la vita di Marianne e di Sean. D’un tratto, questi ultimi si ritrovano davanti ad un figlio che qualche ora prima ha afferrato tutto lo sfavillio della sua esistenza, ha cercato di addomesticare gli elementi, di fondersi con vivente e una volta in piedi sul surf – in quell’istante si può valutare l’altezza dell’onda, più di un metro e mezzo –, ha amplificato lo spazio, allungato il tempo, fino alla fine della corsa consumando l’energia di ogni atomo di mare; un figlio che non parla più, non risponde più al loro richiamo. È diventato un flutto, un’onda persa all’orizzonte, che non arriverà mai più a riva. Nell’arco di niente, il cuore di Simon Limbres può migrare verso un’altra meta e a deciderlo devono essere proprio loro, i suoi genitori, coloro che quel cuore l’hanno fatto battere nel primo istante.

Maylis de Kerangal descrive ogni istante con una precisione chirurgica. Il suo è un tracciato al cardiopalma: non è solo la donazione di organi ad appassionare ma è la filosofia delle vite che si incontrano e che inconsapevoli tessono una trama fatta di scelte, di prese di coscienze, di tentativi. È come se sezionasse il secondo in piccoli pezzetti di eternità per farceli gustare, per farcene sentire l’odore, per farci percepire l’umanità di ogni personaggio. Ecco perché a un certo punto ti senti non uno di loro, ma loro stessi; ecco perché la passione di Cornelia è travolgente quanto la solitudine di Revol e lo slancio ancora profumato di adolescenza ormai alle porte di Simon è elettrizzante quanto lo è la telefonata che annuncia a Claire che ha un cuore nuovo tutto per lei.

Nel dramma di un giovane che va via dopo aver cavalcato la sua onda, si insinua la speranza di una donna che, pur nel tormento di sentir battere un cuore diverso dal suo nel suo petto, ha una nuova occasione, una nuova possibilità. Simon e Claire aprono e chiudono il racconto come le lancette dell’orologio che segnano le 5.50 del giorno prima e le 5.49 di quello dopo. Tutto accade in un attimo, questo racconto ne è la lucida e appassionante testimonianza.

Approfondimento

Mi è piaciuto molto l’incastro delle storie e il modo in cui è stato narrato. Coinvolgente fino all’ultima parola, ho apprezzato la multisensorialità delle parole scelte per dare vita e slancio agli eventi.

 

Angelina Pettinato

About Maylis de Kerangal

Maylis de Kerangal, nata a Le Havre nel 1967, è autrice di numerosi romanzi. Feltrinelli ha pubblicato Nascita di un ponte (2013; Premio Médicis 2010, Premio von Rezzori 2014) e Riparare i viventi (2015) che si è aggiudicato in Francia il Grand Prix RTL-Lire 2014.




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