Oggi parliamo del libro di Ferzan Ozpetek. E’ il secondo regista dopo Paolo Sorrentino che io conosca a cimentarsi nella stesura di un romanzo e l’esperimento anche in questo caso è più che riuscito. Rosso Istanbul è uno di quei romanzi destinati a diventare per chi lo legge qualcosa di più di un libro. E’ uno di quei romanzi che anche a distanza di tempo riprenderai e rileggerai con piacere. Come un vecchio amico che non rivedi da tempo. Perché Rosso Istanbul è un canto di amore che ognuno di noi vorrebbe fare alla propria terra natale, alle proprie origini. E’ un inno alla nostalgia di quello che eravamo che ci sembra per certi versi sempre migliore di quello che siamo diventati. Se non altro in quanto a spensieratezza e purezza. La trama seppur coinvolgente passa in secondo piano per lo stile ammaliante e sorprendentemente lineare e semplice di Ozpetek, oltre che per i temi di fondo trattati dal romanzo. In alcuni tratti mi è sembrato di rivedere i personaggi del film “Mine vaganti” e la cosa mi ha divertito e incuriosito molto. Il romanzo potrebbe essere in parte autobiografico e se hai visto qualche film di Ozpetek e lo stimi come regista ti incuriosisce scoprire qualcosa di intimo dell’autore. Un altro aspetto che mi ha colpito dello stile di Ozpetek è il fatto che il romanzo è scritto in parte in prima persona e in parte in terza. La vicissitudini di Ozpetek e quelle dell’altra protagonista del romanzo (Anna) si intrecceranno, ma le vicende di Anna sono raccontate da u Continua a leggere
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Oggi parliamo del libro di Ferzan Ozpetek. E’ il secondo regista dopo Paolo Sorrentino che io conosca a cimentarsi nella stesura di un romanzo e l’esperimento anche in questo caso è più che riuscito. Rosso Istanbul è uno di quei romanzi destinati a diventare per chi lo legge qualcosa di più di un libro. E’ uno di quei romanzi che anche a distanza di tempo riprenderai e rileggerai con piacere. Come un vecchio amico che non rivedi da tempo. Perché Rosso Istanbul è un canto di amore che ognuno di noi vorrebbe fare alla propria terra natale, alle proprie origini. E’ un inno alla nostalgia di quello che eravamo che ci sembra per certi versi sempre migliore di quello che siamo diventati. Se non altro in quanto a spensieratezza e purezza. La trama seppur coinvolgente passa in secondo piano per lo stile ammaliante e sorprendentemente lineare e semplice di Ozpetek, oltre che per i temi di fondo trattati dal romanzo. In alcuni tratti mi è sembrato di rivedere i personaggi del film “Mine vaganti” e la cosa mi ha divertito e incuriosito molto. Il romanzo potrebbe essere in parte autobiografico e se hai visto qualche film di Ozpetek e lo stimi come regista ti incuriosisce scoprire qualcosa di intimo dell’autore. Un altro aspetto che mi ha colpito dello stile di Ozpetek è il fatto che il romanzo è scritto in parte in prima persona e in parte in terza. La vicissitudini di Ozpetek e quelle dell’altra protagonista del romanzo (Anna) si intrecceranno, ma le vicende di Anna sono raccontate da u Continua a leggere
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