Voto:
Informazioni sul libro
Titolo:Ferzan Ozpetek
Pubblicato da:Mondadori
Collana:Strade Blu. Non fiction
Genere:Sentimentale
Formato e pagine:
Social:Goodreads
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Trama:
Al volante un famoso regista, racconta la sua vita a chi gli siede accanto, ovvero al suo compagno, che ama di un amore sconfinato ormai da qualche anno. Sullo sfondo, la Roma degli anni Ottanta e il palazzo dove ogni cosa sembra possibile, crocevia di diverse solitudini, storie e di incontri folgoranti e travolgenti passioni. Le lunghe estati nel segno della trasgressione, il flagello dell’Aids, la solidarietà del mondo gay che produce grandi amicizie e soprattutto il racconto di un amore puro e vero. Con uno stile irresistibile, lieve e toccante al tempo stesso, al suo secondo libro Ferzan Ozpetek, il regista che più di ogni altro sa parlare di sentimenti, ci guida in un viaggio avanti e indietro nel tempo, sospeso tra pianti e risate, fiction e realtà.
Oggi parliamo di Sei la mia vita, il secondo libro di Ferzan Ozpetek. Ancora una volta il testo si caratterizza per lo stile ammaliante e sorprendentemente lineare e semplice (forse anche troppo). Attraverso le pagine del romanzo scopri inoltre i segreti e le fonti da cui sono nati i suoi bellissimi film. Vengono svelate le storie da cui sono partorite le sue opere cinematografiche: Le fate ignoranti, Mine vaganti, Maginifca presenza e molti altri ancora. A dire il vero ancorché mi abbia fatto piacere rileggere quelle storie che tanto mi avevano emozionato dinanzi allo schermo, mi sarei aspettato una storia nuova. Nel suo primo romanzo ha osato di più. E mi sarei aspettato un ulteriore scatto in questo senso. Mi ricordo ad esempio l’alternarsi tra la prima e la terza persona e il velo di mistero che faceva da sfondo alla trama del suo primo romanzo. In questo suo secondo lavoro la linearità la fa da padrone e manca l’elemento di novità. Alcuni passaggi li ho trovati alquanto banali. Se fossero stati scritti da un esordiente non gli sarebbero stati mai perdonati, ma Ozpetek ha tantissimo credito dalla sua parte e quindi glielo perdoniamo.
Tra le varie massime a effetto vi riporto una che vale la pena ricordare:
Molte persone credono di desiderare cose di cui, in realtà, non importa loro nulla. La mente umana, a volte, è davvero complicata: può arrivare ad attribuirsi persino sogni altrui – dei propri genitori, della società, di chi pensa di dover decidere al posto tuo – da perseguire con accanimento, senza accorgersi che in questo modo non fa altro che costruirsi una prigione d’infelicità.
Non sono mancati comunque spunti degni di nota. I pregiudizi nei confronti del mondo gay, l’ilarità che riempie le domeniche e i vuoti di un gruppo di amici tanto distanti quanto vicini, la paura di ammalarsi di AIDS, l’amore che trasborda in ogni pagina e l’incitamento a perseguire ciò che realmente conta, ovvero l’amore. Quasi ti fa credere che il vero amore esista per davvero e che sia realmente in grado di sconfiggere e abbattere il muro della routine e della fatica del vivere. Se Rosso Istanbul è stato un inno alla nostalgia e alla propria terra e origini, Sei la mia vita è invece un inno all’amore. Perché l’amore è rinuncia di una parte di sé. Solo imbavagliando una parte di sé l’”io” può far spazio al “noi”.
Approfondimento
Questo è un libro da leggere ma che consiglierei di acquistare in versione elettronica. Per i fan e gli appassionati dei romanzi d’amore è un libro sicuramente consigliato, ma come già detto mi sarei aspettato un qualcosa in più da questa seconda esperienza letteraria di Ferzan Ozpetek. Spero di poter leggere qualcos’altro di suo in futuro e che si tratti di una nuova storia. Di quelle che Ozpetek sa sicuramente raccontare. Di quelle che ti fanno emozionare e dove le lacrime si confondono con le risate. Alla prossima lettori colorati.
About Ferzan Ozpetek
Nato a Istanbul nel 1959, Ferzan Ozpetek si è trasferito in Italia alla fine degli anni ’70 per studiare Storia del Cinema all’Università “La Sapienza” di Roma. Poi ha frequentato i corsi di Storia dell’Arte e del Costume all’Accademia di Novara e quelli di Regia all’Accademia d’arte drammatica “Silvio D’Amico”, quindi ha collaborato con Julian Beck e il Living Theatre e infine ha lavorato come assistente alla regia, collaborando con Massimo Troisi, Maurizio Ponti, Sergio Citti, Marco Risi ed altri ancora. Nel 1997 ha finalmente diretto il suo primo lungometraggio Il bagno turco – Hamam, presentato alla Quinzaine des realizateurs al Festival di Cannes, che ha avuto un grande successo di pubblico.