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Recensione di Sette anime

Creato il 18 settembre 2010 da Sky9085

Sette animeDopo “La ricerca della felicità” Will Smith torna a lavorare con Gabriele Muccino in “Sette anime”, titolo italiano di “Seven Pounds” (sette libbre). Ben Thomas, interpretato da Will Smith, è un uomo ossessionato da un tragico passato che cerca di aiutare gli altri per redimersi dalla sua colpa. Il giorno in cui incontra Emily Posa, una donna con problemi cardiaci, inizia a capire che forse per redimersi occorre qualcosa di più. Donare se stesso a persone veramente meritevoli.

Il ruolo di Emily è interpretato da una bellissima Rosario Dawson che regge l’intero film con Will Smith che sorride poco e trattiene il dolore dietro due occhi neri molto profondi.

Dio ci ha messo sette giorni a creare il mondo…io ci ho messo sette secondi a distruggere il mio”. E’ la frase con la quale inizia il film e si capisce subito che non sarà un film facile da dimenticare. Il film pone tanti interrogativi sulla vita e la morte, l’amore e il perdono, il rimorso e il rimpianto. I protagonisti si portano dietro ferite visibili sul corpo che simboleggiano il dolore che si portano dentro e non potranno mai cancellare. L’amore è l’unica cosa per la quale vale la pena vivere e l’unica cosa per la quale vale la pena morire. L’amore, forza motrice del mondo che rigenera da tutti i mali, è quello che riuscirà a redimere Ben dalle sue colpe passate e che ce lo farà ritrovare negli occhi di uno sconosciuto.

Il film negli Usa è stato accolto freddamente dalla critica ma comunque gli incassi rendono molto l’idea di quanto Will Smith piaccia al pubblico. Il giovane di Bel Air amato da tutte le ragazzine, ha fatto passi da giganti diventando un bravo e stimato attore e abbracciando un pubblico sempre più ampio. Non è ancora un attore di alto livello ma manca poco per fargli fare il salto di qualità.

Sette anime è stato girato con lo stesso metodo di “21 grammi” e “Babel” di Inarritu con una sceneggiatura frammentaria dove tutto viene ricostruito come un puzzle, sopratutto nella parte iniziale che sembra apparentemente confusionaria.

Gabriele Muccino, partito dall’Italia con film quali “L’ultimo bacio” e “Come te nessuno mai”, in quest’ultimo film sembra aver cancellato il taglio prettamente italiano incentrato sui sentimenti per concentrarsi più sul piano tecnico. Infatti sebbene “Sette anime” sia un buon film dal punto di vista stilistico e tecnico rimane il fatto che manca quel pizzico di cuore in più che in molti casi negli USA non riescono a mettere.

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