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Recensione di: Siddharta di Hermann Hesse

Da Paperottolo37 @RecensioniLibra

Nominare Hermann Hesse è come indicare un mito della letteratura contemporanea, la cui fama è alla pari di Luigi Pirandello, Siddharta è la storia di un ragazzo indiano Siddharta appunto che ha bisogno di trovare la sua strada e si incammina nell’India del VI secolo assieme al suo amico Govinda.
Iniziano così il loro percorso, e durante il viaggio incontrano i Samara, che sono degli uomini che riescono a vivere con poco e si immedesimano in tutto ciò che gli sta intorno. Dopo aver condiviso con loro questa esperienza mistica, si dirigono verso il Buddha Gotama. Sarà in seguito a questo incontro che Govinda decide di non proseguire con Siddharta il loro cammino e si aggrega alla setta, succesivamente si distaccherà dal gruppo per imparare l'arte del commercio dietro gli insegnamenti del mercante Kamaswami e della seduzione attraverso l'amore della bella Kamala, fino all'incontro con il barcaiolo Vasudeva che insegna al ragazzo l’essenza dell’acqua, mostrandogli il proprio spirito, come se il fiume fosse un’entità viva, fino al raggiungimento della perfezione spirituale con se stessi.

Punti a favore: Inizialmente consideravo Siddharta come un semplice romanzo descrittivo della storia del Buddha, in realtà è molto di più, un insieme di parole e di espressioni così perfette e concatenate al punto tale da poter dare merito al premio nobel per la letteratura nel 1922 ad Hermann Hesse, sono riuscito a leggere quest'opera in poco più di una settimana, sicuramente la trama è scorrevole e gli eventi insieme con i colpi di scena spingono il lettore fino alla fine del libro, ma nel frattempo si coglie la profonda trasformazione spirituale di Siddharta che trasmettono al lettore, dei piccoli insegnamenti come: “digiunare, aspettare, pensare”.
Nell'insieme potrebbe sembra un piccolo Vangelo, il vero punto di forza di Siddharta è la trama abbastanza fluida e le piccole perle di saggezza che il lettore apprende durante la lettura e il cammino del protagonista.
Secondo un mio parere personale la chiave della trama è lo scorrere del fiume, il quale può essere paragonato allo scorrere del tempo e alla vita, mentre il barcaiolo Vasudeva, nel suo umile mestiere svolte un ruolo importantissimo, capita nelle vie degli altri viandanti quando questi non possono andare avanti nel cammino della vita, allora chiave metaforica possiamo dire che il suo compito è quello di rimettere in cammino le anime perdute.

Punti a sfavore: Se avete dei forti pregiudizi verso la religione Buddista, sconsiglio la lettura di questo libro, perché in parte si evince il riferimento agli insegnamenti di Gotama, da cui Hermann Hesse prende spunto per descrivere il romanzo, in alcuni tratti il romanzo è troppo descrittivo e l'autore si perde nei dettagli, il che annoia e distacca il lettore dal filone della trama, curioso di sapere come andrà avanti, il altre parti appare spesso ripetitivo come quando ripete spesso “digiunare, aspettare, pensare”, ma anche un opera da Nobel non si risparmia alla critica e non può essere perfetta.

Conclusioni finali: Da parte mai consiglio la lettura di Siddharta ad un pubblico con un linguaggio forbito e colto, vi sono parecchi vocaboli e concetti filosofici non di facile apprendimento, forse dietro l'intero romanzo ce una precisa ideologia di pensiero, ma per i più curiosi Siddharta si ama o si odia, modestamente porto come me una copia del libro e lo leggo di tanto in tanto cogliendo dei dettagli o dei pensieri che durante una prima lettura non avevo notato, ma se siete dei lettori per passatempo vi consiglio di leggere Siddharta una volta sola e di dedicarvi ad altro.


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