Voto:
Informazioni sul libro
Titolo:Angelina Pettinato
Pubblicato da:Narcissus.me
Genere:Sentimentale
Formato e pagine:
Social:Goodreads
Disponibile su:
€ scontato
Trama:
Ettore ha trovato la sua passione: il rugby. Sofia, dopo un viaggio in Etiopia che la cambia profondamente, trova il suo progetto: gestire una radio. Entrambi seguono la loro strada, fino a quando le linee delle loro vite si incrociano.
La copertina di Sognando la meta rimanda chiaramente allo sport che la fa da protagonista in queste pagine, cioè il rugby, ma è il senso vero del titolo che deve destare la vostra attenzione: ognuno di noi, nella vita, sogna di raggiungere degli obiettivi, ma solo chi è disposto a sudare e a dare tutto se stesso può permettersi di sognare quella meta, può concedersi di sperare che quell’obiettivo sia davvero raggiungibile. Questo concetto è ben esplicitato dal rugby appunto, il quale, nonostante sia uno sport molto duro e aggressivo per certi versi, in realtà insegna soprattutto a giocare in una squadra e a far parte di un gruppo, a rispettare i compagni e a impegnarsi al massimo per attraversare il campo a forza di passaggi. Un po’ tutto il romanzo è incentrato su questo punto: bisogna lavorare sodo e tutti insieme per creare qualcosa di vero.
I protagonisti principali di Sognando la meta sono due: Ettore e Sofia. Il primo scopre nell’adolescenza una passione sfrenata per il rugby, per il quale deciderà di trasferirsi lontano da casa e affronterà l’adolescenza, gli scontri con i nuovi amici e gli studi liceali e universitari senza una famiglia accanto, ma solo circondato dai compagni di squadra. Sofia, una ragazza alla ricerca di se stessa e di un obiettivo per la sua vita, decide di andare in Etiopia e di dare una mano nei lavori di costruzione di un villaggio e aiutare le persone che vivono lì per quanto le sia possibile. Magari non capisce davvero cosa vuole fare nella vita, ma sa che la vuole rendere utile, soprattutto per gli altri: al rientro in Italia crea una sorta di cooperativa con degli amici per portare avanti il progetto di una radio di provincia e di laboratori artistici per adulti e bambini nel paese in cui vivono in Calabria. Nello stesso periodo Ettore ha intrapreso una nuova avventura con il compagno di squadra Sergio per creare una squadra di rugby giovanile sempre in Calabria. Sia Ettore che Sofia lavorano duro per i loro ideali, ed era inevitabile che prima o poi si incontrassero, anche se, per fortuna, la loro storia non coprirà il vero messaggio del libro: lottare per vincere.
Prima di essere un romanzo, Sognando la meta è un inno alla volontà di essere e di fare. Leggere un libro come questo ci fa apprezzare ogni momento della nostra vita in cui non dobbiamo affrontare grandi problemi, in cui non dobbiamo lottare per far valere la nostra parola contro la criminalità organizzata, o quando non occorre sperare di ricevere al più presto medicinali e vaccini per stupide malattie curabili, ma, allo stesso tempo, mortali. Sergio, Ettore, Sofia e i loro amici combattono ogni giorno, e ci fanno vedere che chi vuole, può fare qualunque cosa.
Approfondimento
Qualche settimana fa si è svolto il 6 Nazioni, vale a dire il campionato mondiale di rugby. L’ho guardato di sfuggita, facendo zapping, e non posso negare che, nonostante io sappia due regole di numero (“i passaggi vanno fatti all’indietro” e “la meta è a fine campo”), sia decisamente uno sport che coinvolge. Si capisce che la forza fisica non è tutto, che bisogna giocare di tattica prima che di muscoli, e che la forza, anche se utile, non è sempre necessaria. Ed è proprio questo messaggio che Angelina Pettinato trasmette in ogni pagina del romanzo. Non importa quanto grande e grosso sia il nemico che si ha di fronte, se si vuole superarlo ce la si può fare. Ettore e Sergio combattono la ‘ndrangheta con la loro squadra, mentre Sofia vuole diminuire la povertà con i laboratori di arte. Ditemi voi se questi due nemici non sono dei giganti. Eppure ce la mettono tutta per non mollare e per raggiungere i loro obiettivi. Sognando la meta da’ un grande messaggio tra le sue pagine, e forse dovremmo ricordarcene un po’ più spesso.