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Recensione di Spaghetti all’assassina di Gabriella Genisi

Creato il 18 novembre 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Gabriella Genisi
Pubblicato: Sonzogno
Collana:Romanzi
Genere: Gialli
Formato: BrossuraPagine:

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Giudizio: three-half-stars


Allarme a Bari: il cuoco padre della ricetta degli spaghetti all’Assassina è stato ucciso e la notizia fa scalpore perché si tratta quasi di un vip. Tra ricette, intrighi e tuffi nel passato, ecco un nuovo brillante caso per il commissario Lolita Lobosco.

Il cuoco Colino Stramaglia, proprietario e re del ristorante “Al ciuccio”, viene trovato ucciso nella sua cucina. Subito attira l’attenzione la modalità dell’omicidio: Colino è stato infatti stordito a colpi di padella, incaprettato ed infine evirato. I sospetti si dirigono verso la criminalità organizzata, perché questo trattamento è uno dei rituali punitivi utilizzato dalla mafia. A indagare sul caso è il commissario Lolita Lobosco, una barese dura e pura che fa colazione con i peperoni verdi fritti e cucina risopatatecozze e panzerotti. Nota a margine, non va da nessuna parte senza le sue Louboutin. Al suo fianco il fido Esposito, collaboratore sollecito e zelante, e l’amica di sempre Marietta, da poco promossa a procuratore capo.

Ben presto risulta chiaro che quello che a prima vista sembra un regolamento di conti nasconde in realtà molto altro ed entrano in gioco numerosi personaggi: Fanny, una giovane e avvenente brasiliana con un passato da spogliarellista, Pina, figlia della vittima con una adolescenza difficile alle spalle, Benallal, cuoco franco-algerino in visita in Italia per scoprire nuovi sapori, e ancora il capo cameriere del Ciuccio. Una vicenda singolare che avrà un risvolto molto diverso dall’atteso e che porterà qualcosa di nuovo anche nella vita di Lolita.

La buona cucina, dovresti saperlo, è un argomento serissimo. A volte si uccide, in suo nome. E perché no, questo potrebbe essere il caso.

Spaghetti all’assassina è un libro piuttosto breve e per essere un giallo si sviluppa relativamente in fretta: positivo, perché ha un buon ritmo e non annoia. Un po’ meno positivo per quel tipo di lettore che ha voglia giocare all’investigatore, dato il poco margine lasciato per riflettere e provare a formulare ipotesi.

La brevità condiziona anche la sommaria presentazione dei personaggi: di Lolita per esempio si accenna a un sacco di elementi ma nessuno viene approfondito. È vero che i lettori dovrebbero già conoscerla dalle avventure precedenti (quattro per la precisione), ma personalmente non lo darei per scontato e non penalizzerei così dei papabili nuovi adepti.

Un altro elemento che secondo me forse penalizza il lettore, soprattutto se non è pugliese, è il linguaggio, è ricco di espressioni dialettali: questo rende i dialoghi più veri e realistici ma la narrazione più faticosa e le conferisce un’impronta un po’ troppo “nostrana”.

Ho invece apprezzato molto lo spazio che nel romanzo Gabriella Genisi lascia alla sua città, Bari: nell’immaginario collettivo molte città del sud sono malfamate, sporche, con un alto tasso di criminalità. L’autrice ci dice candidamente che è vero, Bari è così ma è anche molto altro: la genuinità degli abitanti, la bellezza dei paesaggi, la bontà della cucina. A volte, durante la lettura, sembra davvero di stare seduti a un tavolino fronte mare guardando il tramonto e mangiando spaghetti.

A photo posted by Leggere a Colori (@leggereacolori) on Nov 6, 2015 at 2:39am PST

Approfondimento

In Spaghetti all’assassina viene citata la festa di San Nicola, santo patrono della città: è uno dei momenti più importanti dell’anno a Bari e si celebra a maggio con cerimonie religiose ed eventi culturali. Sicuramente gli avvenimenti più attesi sono la processione, per rievocare la traslazione delle reliquie da Mira a Bari, e l’esibizione delle Frecce Tricolori, prevista ad anni alterni.

Nel romanzo si parla anche molto della città e delle sue tradizioni, in primis quelle culinarie; Gabriella Genisi fornisce anche alcune ricette alla fine del libro. Confesso di non aver mai sentito parlare degli spaghetti all’assassina e che, ahimè, non mi è ancora ben chiaro cosa siano i lampascioni. Indubbiamente leggendo Spaghetti all’assassina mi è venuta voglia di scoprirlo.

Benedetta



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