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Recensione di Stelle di cannella di Helga Schneider

Creato il 10 maggio 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

4 Flares 4 Flares × Recensione di Stelle di cannella di Helga SchneiderStelle di cannellaHelga Schneider
Pubblicato daSalani
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Biblioteca economica Salani
Genere:Non fiction
Pagine:
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La trama:

All'alba del diffondersi del nazismo si fa strada l'amara consapevolezza che nulla sarà più come prima...Lene e suo fratello David modelleranno ciascuno la propria vita sulla dolorosa e spietata ondata di antisemitismo che dilagherà nella Germania degli anni 30.

In Stelle di cannella é il Natale dell’anno 1932 e nella tranquilla cittadina di Wilmersdorf comincia ad allungarsi l’ombra tirannica del regime nazista. In un breve soffio di mesi si sconvolgerà il normale e quieto trascorrere della vita dei suoi abitanti dal momento in cui Hitler, neo eletto, organizza la giornata di propaganda antiebrea. Gli accadimenti che si susseguiranno ribalteranno, segnando con una forza devastante, le esistenze dei componenti delle tre famiglie protagoniste del romanzo. Ciascuna di esse, con le sue diversità e le sue contraddizioni, sarà un esempio del modo di affrontare non solo un proprio dramma interno ma anche universale. Berty, aristocratico figlio dell’architetto Winterloh, è l’esempio dell’egoismo e dell’assenza di comprensione.

Pregno della sua avarizia spirituale è concentrato unicamente sul suo status sociale, unica preoccupazione che condivide con la moglie, la bella Lene. La ragazza, di fede cristiana, aborre il regime antisemita appenna instaurato ma, se in un primo tempo lo rifiuta e lo combatte, sarà presto influenzata dalla visione interessata del marito, che porrà la propria sicurezza, sia di vita che economica, al centro della loro agiata esistenza, arrivando financo a bandire la famiglia di lei dalle loro vite. Lene schiacciata da una realtà che non approva, allo stesso tempo, la accetta passivamente tacitando i suoi sensi di colpa. A Tale atteggiamento di interessata cecità, si affianca la ottusa e attuata cattiveria dei Rauch, il cui capofamiglia, da stimato poliziotto e garante della legge, si trasforma, inebetito e passivo, in uno spettatore inerte del dolore e sofferenza dei suoi incolpevoli vicini, dimentico all’improvviso della lealtà e giustizia proprie della sua carica. Destinataro privilegiato delle angherie del figlio Fritz è soprattutto il piccolo David, suo migliore amico e confidende.

Il piccolo David preseguitato dalle prepotenze dell’amico infedele, dalle idee malsane dei suoi insegnanti, si troverà, suo malgrado, a legarsi in modo quasi simbiotico a Koks, il suo bel micino color carbone, la cui perdita lo farà cadere in un profondo stato di disistima e di alienazione. Fritz infatti, non soltanto riverserà la sua ira immotivata sul gattino ebreo del piccolo David, ma lo schernirà dinnanzi ai suoi compagni, negandogli la possibilità di vivere con leggerezza e serenità i suoi dieci anni e la loro ormai finita amicizia. Ultima delle tre famiglie è quella di Jacob Korsakov, stimato giornalista, il quale si ritrova totalmente impotente e solitario nel combattere gli effetti che l’antisemitismo produce sui suoi cari, il figlio David e la moglie Junna che porta in grembo una nuova vita. I Korsakov desiderano per loro un futuro di opportunità e di libertà, una vita che sarà loro concessa dall’abbandono, seppure a malincuore, della Germania. Il viaggio verso l’America, mondo dove poter riaffermare i valori essenziali, realizzare nuove speranze, ma soprattutto, un mondo in cui un un uomo rimane tale al di là della propria fede, consentirà di raggiungere questi obiettivi, aiuterà Jacob a pubblicare il libro che in Germania non avrebbe mai avuto la possibilità di essere letto.

La mancanza di volontà nel prevenire il male equivale a provocarlo. I frutti che ne nascono, altro non sono, se non la pianta nata da un seme sano o “marcio” già intimamente piantato nell’animo dell’uomo. Dinnanzi alla persecuzione, il seme dell’egoismo si nutre di disinteresse amaro e solitario, quello delll’ottusità matura in cattiveria gratuita e soddisfatta, mentre il seme della bontà genuina, tutto perdona e giustifica. Considero Stelle di Cannella un libro dal linguaggio fluido, dotato di una grande forza espressiva. Trasmette istintivamente messaggi, che indicano una profonda conoscienza dell’intimo di ciascuno, capace di attrarre il lettore e condurlo passo dopo passo a intense riflessioni.

Luisella Grifa



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