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Recensione di "Synteché - Il volo della falena" - Carla Saltelli

Creato il 16 marzo 2015 da Annie_caffeine @annie_caffeine
Cari visitatori della Tana,
nuovo Lunedì, nuova recensione!
Oggi vi parlo del romanzo di un'autrice emergente che fin dalla sua pubblicazione aveva stuzzicato la mia curiosità, Synteché - Il volo della falena  di Carla Saltelli.
Il romanzo, primo di una trilogia, è uscito lo scorso anno per Eifis editore e conta 500 pagine. Il prezzo è di € 23,00 per il cartaceo. 

TRAMA

Il futuro: secoli di tecnologia e di inquinamento sono stati risolti con una catastrofe naturale che ha spinto la razza umana alla semi estinzione. I sopravvissuti, arroccatisi nei pochi lembi di terra rimasti, hanno scoperto di non essere soli e di non avere a che fare con una natura inerme. Hanno trovato forze, presenti e consapevoli, in grado di offrire loro una tregua da ulteriori disastri climatici: è l'alba del Trattato, la fine della tecnologia, la fine della violenza sulla natura. Per alcuni, tuttavia, è anche la fine della civiltà. Anni dopo, questo patto tra umani e natura ha ancora bisogno di persone che lo difendano. Yan è uno di loro, nato sotto l'impronta delle regole del Trattato, cresciuto in mezzo alla natura, respinto dagli umani. Come lui ce ne sono tanti, Tramiti li chiamano, ed il loro compito è mediare tra le due fazioni ancora in lotta. 


LA MIA OPINIONEQuando ho letto la trama del libro, non ho potuto resistere. Ero curiosissima di leggere questo romanzo e sono stata felicissima quando l'autrice e la casa editrice mi hanno dato la possibilità di farlo. Avendo letto pochi romanzi del genere scritti da autori italiani, poi, ero ancora più curiosa.Siamo in un futuro indefinito: l'umanità si è quasi autodistrutta per lo sfruttamento massiccio della natura e per l'inquinamento, che hanno portato all'innalzamento del livello dei mari. Gli uomini sopravvissuti adesso vivono su delle isole, riunite in piccoli arcipelaghi. La storia comincia con una donna incinta che arriva su una di queste isole in fin di vita. Pur non mostrando ferite o segni di malattie, si capisce che sta per morire, ed esala il suo ultimo respiro dando alla luce il suo bambino, un bambino dagli occhi blu che non saranno destinati a vedere mai il mondo. Ma per il piccolo il destino ha in serbo grandi cose: Yan è uno dei Tramiti, persone speciali che posseggono la chiave della salvezza del genere umano, costretto a rispettare un Trattato con la Natura per non estinguersi.Per parlarvi di questo romanzo, partirei dall'ambientazione: siamo in un futuro post apocalittico in cui si è realizzata una delle ipotesi peggiori per il futuro del genere umano: la semi estinzione a causa di catastrofi naturali provocate dall'uomo stesso.Lo sfruttamento senza controllo e l'inquinamento hanno portato la Natura a ribellarsi contro gli uomini, imponendo un Trattato che ha determinato la fine di ogni violenza su di essa e una sorta di "non belligeranza". Questa ambientazione e questa base sono sicuramente i tratti più originali del romanzo. Partendo da uno dei problemi più attuali, quello dell'inquinamento e del sovra-sfruttamento delle risorse naturali, l'autrice è riuscita a creare un futuro terribile per l'umanità ma al tempo stesso affascinante per il lettore, senza rinunciare all'impronta fantasy che caratterizza le creature incarnazioni della Natura. Yan, il protagonista, ha un ruolo importante nel mantenimento dell'equilibrio tra uomini e Natura, ma questo protagonista, pur essendo ben congegnato il suo ruolo, mi ha trasmesso poco. E' stato difficile creare una qualche sorta di empatia con lui e quando si creava quel filo sottile che riusciva a farmi in qualche modo immedesimare, spesso si perdeva nelle descrizioni delle sue sensazioni. L'idea di inserire un protagonista cieco è originale, certo, ma troppo spesso nel corso del romanzo il filo della trama si perde proprio per la descrizione delle sensazioni che prova Yan nel vivere prima la sua quotidianità e poi la sua avventura.Oltre a questo, la lettura risulta poco scorrevole perché ci sono moltissime descrizioni, sia di luoghi che di situazioni, che a volte risultano eccessivamente minuziose. E' vero, nessun personaggio e nessuna ambientazione può crearsi senza descrizioni, ma nel corso della lettura se ne incontrano alcune che appesantiscono parecchio la storia, inceppando la lettura.Sybteché non è una lettura leggera. Sarà che sono abituata a leggere romanzi distopici più "d'impatto" e che in generale non apprezzo gli autori troppo prolissi, ma questo fattore ha molto condizionato la mia velocità di lettura ed in parte il mio parere.Dal punto di vista dell'idea della storia e della trama di base, ci sono dei tratti assolutamente originali che ho molto apprezzato, soprattutto perché c'è la denuncia del comportamento dell'uomo nei confronti della natura, ma lo sviluppo non è dei migliori. Con un centinaio di pagine in meno (basterebbe tagliare alcune parti in cui la storia sfocia praticamente nell'info-dump) questo romanzo sarebbe stato, secondo me, molto più apprezzabile. L'autrice è riuscita, nel complesso, a costruire un romanzo partendo da basi ben solide, ma ci sono alcuni aspetti che lasciano ancora a desiderare.
Non vi nego che sarei curiosa di sapere come prosegue la storia, ma ci ragionerà bene prima di leggere il secondo volume, visto che non è stato semplicissimo affrontare la lettura del primo.Il mio voto per questo romanzo è tre riccetti!

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