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Recensione di Terre di confine di Thomas Kanger

Da Leggere A Colori @leggereacolori

16 Flares 16 Flares × Recensione di Terre di confine di Thomas KangerTerre di confineThomas Kanger
Pubblicato daPonte alle Grazie
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:221B
Genere:Gialli
Pagine:
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La trama:

Elina Wiik, ispettrice in crisi esistenziale, parte per un viaggio senza una meta che la porta tra le campagne della Puglia. L’incontro con Alex e l’amore che ne scaturisce sono entrambi inaspettati. La morte di Alex, assassinato misteriosamente, sconvolge Elina, ma l’amore per la figlia che attende da lui riesce a dargli la forza di tornare a indagare, ricostruendo la vita di Alex, i luoghi e i motivi che ne hanno determinata la morte.

Terre di confine è di certo parte di una serie, ma la lettura non ne risente e il personaggio principale, Elina Wiik, ispettrice svedese della Squadra Omicidi, è ben delineato. Può essere quindi tranquillamente letto come libro a se stante. Troviamo Elina in crisi, sul lavoro e nella vita, a tal punto da decidere di lasciare tutto, prendere una lunga vacanza, dalla quale non è certa di voler tornare, e partire senza una meta precisa. Finirà in un paesino della Puglia, dove si lascerà vivere, fino all’incontro con Alex, uomo molto misterioso e altrettanto affascinante, di cui presto si innamorerà in maniera totale. Proprio quando la vita di Elina sembra aver trovato una svolta positiva arriva il colpo di scena. Alex viene assassinato brutalmente e lei, devastata e sconvolta, non può fare altro che tornare nel suo paese, dove precipita nella depressione totale.

Solo la scoperta di essere incinta di Alex fornisce Elina della forza necessaria per ricominciare a vivere. Dovremo però aspettare che la bambina compia un anno, per vedere nella nostra ispettrice risvegliarsi la voglia di saperne di più su Alex. Parte da qui un’indagine che porterà Elina nel paese natale di Alex, una zona di confine devastata dalla guerra tra Croati e Serbi, dove gli intrighi, le complicità e le vendette sono ancora parte della vita di ogni giorno. Con difficoltà, e solo gradatamente, la nostra protagonista riuscirà a trovare il bandolo della matassa. Questa è a mio avviso la parte migliore del libro, dove piano piano, un pezzo alla volta, le reticenze vengono vinte e i misteri svelati. La trama fornisce all’autore l’occasione per gettare una luce su un fenomeno umano complesso e devastante come quello della guerra tra etnie e religioni, dove persone che fino a qualche giorno prima vivevano pacificamente uno accanto all’altro, ritenendosi persino amici, arrivano a uccidersi barbaramente, senza necessità di risentimenti personali, animati solo dall’odio per l’altra fazione e dal desiderio di vendicarsi dei torti subiti.

L’analisi dell’autore, a noi raccontata attraverso l’indagine di Elina, è al tempo stesso spietata e matura. Come il finale rivelerà, neanche gli uomini migliori sono esenti dal peccato e, in certe situazioni, rimanere integri può essere impossibile. Alla fine del romanzo l’autore aggiunge un piccolo tocco di mistero, simpatico ma, secondo me, abbastanza inutile per l’economia del romanzo. Sinceramente non l’ho apprezzato. A voi scoprire di che si tratta, leggendo il libro, e valutare se condividete il mio giudizio. In definitiva una storia piacevole che, nella seconda parte, quella dell’indagine, mi ha tenuto abbastanza incollato al libro. Un pochino cupa la prima parte, dove la tristezza della protagonista contagia il lettore.  Tuttavia questo potrebbe essere considerato un buon risultato dall’autore, che probabilmente vuole trasmettere proprio questo sentimento in quella parte della storia.

Non banale la trama, così come la soluzione del romanzo. Buono il ritmo narrativo, in Terre di confine anche se non tutti forse apprezzeranno la relativa lentezza di alcune azioni, in particolare nella prima parte. Forse migliorabili un paio dei personaggi, tutti comunque credibili. Molto buoni gli spunti di riflessione di fronte ai quali ci pone l’autore. Un poliziesco insomma che non si limita a guidarci attraverso un’indagine, ma che nel farlo ci fornisce una visione di un mondo e di un tema che non tutti forse conoscono. La valutazione finale risente anche di questo, e al libro assegno un meritato mezzo punto in più per l’idea di miscelare giallo e storia, creando in chi lo legge la curiosità di saperne di più.

Mario Pacchiarotti



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