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Oggi si sa, i distopici vanno di moda, come i vampiri prima e gli erotici poi. The Hungry City di Philip Reeve è un libro che non è riuscito a suscitare particolari stati d’animo mentre lo leggevo, né a coinvolgermi al 100%. La storia si svolge in un futuro post-apocalittico (fin troppo classico), più precisamente dopo una guerra lampo di proporzioni atomiche che ha stravolto l’intero globo. Da allora i superstiti vivono in città semoventi. Nel nostro caso i protagonisti vivono a Londra, una delle più grandi unità “Trazioniste” così si chiamano nel libro, che per sopravvivere a “mangia” città più piccole. Già questo mi aveva convinto poco, poi facendo delle ricerche ho scoperto che questo libro risale al 2004. Il primo esordio si chiamava “Macchine Mortali” adesso ripresentato come “The Hungry City” naturalmente per sfruttare la scia del successo di Hunger Games, libro che ha riacceso la passione per questo tipo di letteratura, come Twilight dette via al boom dei vampiri in versione adolescente. Per entrare nello specifico, la storia parla di Tom, un orfano delle classi meno abbienti che vuole diventare uno storico. Il suo idolo, neanche a dirlo, è Valentine, lo storico più rinomato e apprezzato di tutta Londra. Durante un tentativo di omicidio proprio verso quest’ultimo, Tom riuscirà a salvarlo, ma il risultato sarà quello di essere spinto giù dalla città assieme a Hester, l’artefice del tentato omicidio, il cui volto è sfigurato. Dopo essere volati giù da Londra, i due si Continua a leggere
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