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Recensione di The reader – A voce alta

Creato il 25 febbraio 2011 da Sky9085

 

Recensione di The reader – A voce alta

Germania del dopoguerra. Dopo essere stato soccorso da una donna sui 35 anni, un liceale intraprende una relazione con lei. Dopo una prima fase in cui il ragazzo è avviato ai piaceri del sesso e ad un mondo a lui sconosciuto, tra i due nasce un’intesa intellettuale che li porterà ad un accordo ben preciso: avranno rapporti sessuali solo a patto che lui le legga prima uno dei grandi classici cui la donna è appassionata. Dietro questa strana richiesta però si nasconde un grande segreto, ma il ragazzo lo scoprirà solo quando, avviato agli studi giuridici, sarà costretto ad assistere ad una causa contro i crimini nazisti.

Un film carico di sofferenza che, procedendo con un ritmo sostenuto, riesce a tenere alta l’attenzione e a non svelare mai le sue carte prima del dovuto. Dall’incipit si penserebbe di essere di fronte al solito film d’amore, alla solita storia della donna attempata che, per dare libero sfogo al proprio senso materno, decide di prendersi cura di un ragazzo che potrebbe essere suo figlio. Questo carattere è maggiormente accentuato nelle scene introduttive ma, con maggior rilevanza, nelle riprese sotto la doccia, quando si perde ogni carattere legato alla sessualità e ci si ritrova solo di fronte ad una madre che coccola un bambino. Questi eventi evidenziano come Hanna sia solo una donna in cerca di qualcuno da amare senza complicazioni e di qualcuno che si prenda cura di lei, senza per forza doversi fare domande su chi sia Hanna, tanto da ostinarsi a non voler svelare nemmeno il proprio nome.

Nella seconda parte del film ci si ritrova invece catapultati in un film storico dai forti risvolti sociali, ripercorrendo le atrocità del nazismo, tipica di un’epoca  e una terra in cui pochi sono stati costretti a pagare per quello che l’intero sistema aveva in passato accettato come lecito.

Nella parte finale del film c’è poi la rinuncia. Dopo una vita spesa a lottare per la propria libertà, non ha più alcun senso accettare questo grande dono quando ormai è troppo tardi per respirarlo a fondo.

Kate Winslet è semplicemente magnifica nell’interpretare Hanna, specialmente nelle fasi finali della sua vita.

Le uniche incongruenze trovate: Come è possibile che a Berlino una donna incapace di leggere e scrivere impari a farlo in inglese piuttosto che nella propria lingua?

 


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