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Recensione di TransAtlantic di Colum McCann

Creato il 21 ottobre 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

12 Flares 12 Flares × Recensione di TransAtlantic di Colum McCannVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Colum McCann
Pubblicato da:Rizzoli
Collana:Scala stranieri
Genere:Romanzo Storico
Formato e pagine:
Social:Goodreads
Disponibile su:
in offerta
scontato
Trama:

TransAtlantic è un romanzo matrioska, le cui parti superficiali si schiudono facendo emergere altre storie. Un intricato intreccio il cui unico filo d’Arianna è costituito dalle vite di quattro donne, legate tra loro da una misteriosa lettera.


Partiamo con alcuni dati numerici, importanti per capire le dinamiche del romanzo. Sulla scena troviamo otto protagonisti, le cui vicende si aprono sul 1845 e si chiudono sul 2012, abbracciando un arco temporale complessivo di 167 anni. Ad alternarsi sono personaggi storici (il senatore statunitense George Mitchell, lo scrittore abolizionista Frederick Douglass, gli aviatori Alcock e Brown) e altri, frutto della fantasia dell’autore. Cosa lega Douglass, figura fondamentale della storia statunitense, a Alcock e Brown, primi aviatori ad aver compiuto un volo transatlantico da Terranova all’Irlanda? E al senatore Mitchell? Potremmo dire la casualità, il corso inarrestabile della storia e degli eventi… Sì, ma non solo. A legarli sono quattro donne, quattro generazioni femminili capaci di resistere agli urti della vita con tenacia e coraggio.

Lily Duggan, Emily Ehrlich, Lottie Ehrlich e Hannah Tuttle: sono loro le quattro protagoniste femminili. A fare da sfondo alle loro vite ci sono periodi storici drammatici ma anche eventi sorprendenti ed eccezionali. Nel 1845 Lily, una giovane cameriera irlandese, spinta dalle parole di Douglass in difesa della libertà e dei diritti umani, decide di recarsi negli Stati Uniti alla ricerca di un futuro migliore. La figlia Emily e la nipote Lottie saranno invece dirette testimoni di un episodio di grande rilevanza storica: la prima trasvolata oceanica senza scalo da Terranova a Clifden (Irlanda). Alla fine del XX secolo, una Lottie ormai anziana, in compagnia della figlia Hannah, avrà modo di incontrare il senatore Mitchell durante i mesi che precedettero gli “ Accordi del Venerdì Santo” per la pace in Irlanda.

Oltre a quello di sangue, a unire queste quattro donne esiste un legame materiale: una lettera scritta da Emily per conto della madre Lily e affidata all’aviatore Brown perché la recapitasse in Irlanda. Una lettera che, mai giunta a destinazione, sarà gelosamente tramandata di madre in figlia, fino a quando la clessidra del tempo stabilirà sia arrivato il momento di svelarne il contenuto. Cosa dire di questo libro? Sinceramente la prima parola che mi viene in mente è “troppo”. Sono troppi i salti temporali, troppi i personaggi, troppe le cose accennate e poi abbandonate a metà pagina. Un romanzo che manca di respiro, in cui il lettore è sovraccaricato d’informazioni che confondono senza mai portare chiarezza.

 

Approfondimento

Il romanzo del “troppo”. Ripartiamo da qui. Sapete quando avete tra le mani i pezzi di un puzzle? Che cosa succederebbe se, a disegno ultimato, ve ne rimanessero in mano un centinaio? E se invece quello stesso puzzle avesse delle parti non completabili per mancanza di tessere? Paradossalmente, TransAtlantic trasmette entrambe queste sensazioni. Da un lato il già citato “troppo” (i famosi tasselli in eccesso), dall’altro il “troppo poco”, con le tessere che vorremo avere tra le mani per completare il disegno e che invece non troviamo. Perché non concedere più spazio alle figure storiche di Douglass e di Mitchell? Perché presentare le protagoniste ancora giovani per doverle ritrovare, poco dopo, anziane? Non sarebbe stato meglio permettere al lettore di conoscerle gradualmente? Si ha la sensazione che McCann abbia lanciato il sasso e ritratto troppo in fretta la mano. Peccato…

In posizione diametralmente opposta, sono invece da rilevare la cura e la lucidità riscontrabili nella trattazione degli eventi storici. L’autore ha, infatti, focalizzato l’interesse su fasi fondamentali della storia mondiale, dando spazio alle lotte per la libertà e per il riconoscimento dei diritti umani, nell’America dell’Ottocento come nell’Irlanda di fine Novecento.

Ma, come dice il proverbio, “il troppo storpia”. Ed è proprio vero!

Mariangela Pala



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