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Recensione di Tu, mio di Erri de Luca

Creato il 17 dicembre 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Erri De Luca
Pubblicato: Feltrinelli
Collana:Universale economica
Genere: Narrativa Contemporanea
Formato: BrossuraPagine:

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Giudizio: three-half-stars


L’adolescenza è un animale ingordo, divora tutto ciò che ha di fronte, per paura, per bisogno, per istinto. Si nutre di emozioni sorde, desideri remoti, trepidazione e affanni.

Un ragazzino scarno e confuso sbarca a Ischia per trascorrere l’estate e, preda dei suoi sedici anni, investe di domande lo Zio, Daniele e Nicola, cooprotagonisti di questa storia e bersagli della sua sfrenata bramosia di sapere. Mai sazio, mai appagato, perché “cercar risposte dagli altri è come calzarsi al piede una scarpa d’altri, che le risposte uno se le deve cercare da sé, su misura. Quelle degli altri sono scarpe scomode”, sente l’urgenza di sperimentare e mettersi alla prova, anche attraverso l’amore per Caia. L’isola di Ischia, incantevole nei primi anni del dopoguerra, fa da perfetto sfondo.

Erri De Luca ci spalanca la porta su un piccolo mondo fatto di pescatori, regole del Mare, natura incontaminata, e ci rende spettatori attivi. Leggendo Tu, mio sentiamo tra le mani la salsedine, in faccia lo Scirocco spietato del Sud e con gli occhi abbracciamo l’isola, viva e selvaggia dei primi anni Cinquanta. Insieme ai protagonisti, ci infastidiamo per la resina del pino, esultiamo per la pesca della cernia, soffriamo impotenti di fronte ai nemici del passato.

La lettura è scorrevole e diventa facile immedesimarsi con il ragazzo, tornare indietro per riscoprire i piccoli piaceri e i tormenti comuni dell’adolescenza. La pubertà è, infatti, per antonomasia l’età delle emozioni senza nome, dei gesti istintivi, delle azioni viscerali, del turbamento nebuloso… Eppure Erri riesce ad incasellare ogni trepidazione, trovare il giusto spazio ad ogni sfumatura della giovinezza, rievocando in noi gli smarrimenti adolescenziali, senza luoghi comuni.

L’unico rischio è di far crescere le aspettative, stare all’erta, pregustando i colpi di scena, per poi vedere le speranze sparire all’orizzonte, come il battello di Caia lungo il canale di Procida. Ma quando si tratta di amore, che sia per una donna o per la letteratura, a volte vale la pena osare.

Il tema centrale di Tu, mio è la ricerca di sé: il protagonista supera prove spirituali e tangibili per trovare la sua identità, tramutarsi da bambino ad adulto, spingendosi oltre il lecito, vittima della sua età. Tu, mio è la conseguenza naturale de La linea d’ombra di Joseph Conrad, entrambe letture caldamente consigliate. Conrad forma e rassicura, De Luca si insinua nella testa e nel cuore, suscita domande remote, scuote l’anima con dolori antichi.

Cosa certa per lo scrittore è il valore intrinseco che dà ad ogni forma di vita, marcato in ogni sua opera. In Non ora, non qui rievoca la Napoli della sua infanzia, in Opera sull’acqua e altre poesie afferma: «Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca. Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle. Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.»

Infine, leggendo queste righe ci incantiamo dello spettacolo del mare, lo temiamo e ne siamo attratti, vorremo goderne senza rimpianti, ma esitiamo con rispetto. Così come per gli affetti.

Approfondimento

Erri De Luca è stato accusato di istigazione a delinquere perché, secondo i pubblici ministeri Andrea Paladino e Antonio Rinaudo, “con la forza delle sue parole ha incitato a commettere reati”. Egli, in un’intervista all’Huffington Post aveva affermato che “è giusto sabotare la Tav”, esprimendosi così contro la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione. L’accusa è caduta perché il fatto non sussiste, ma lo scrittore ha ribadito le sue opinioni con queste parole: «Confermo la mia convinzione che la linea sedicente ad alta velocità va intralciata, impedita e sabotata per legittima difesa del suolo, dell’aria e dell’acqua».

Moltissimi intellettuali (tra cui Wim Wenders, Claudio Amendola, Mathieu Amalric, Constantin Costa-Gavras e Jacques Audiard) hanno firmato un appello per ribadire la sua innocenza e sostenere la libertà d’espressione, di cui questo processo è divenuto il simbolo.

Anastasia Cicciarello




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