Magazine Cultura

Recensione di Ultimo Piano (o porno totale) di Francesco D’Isa

Creato il 03 agosto 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Recensione di Ultimo Piano (o porno totale) di Francesco D’IsaVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Francesco D’ Isa
Pubblicato da:Imprimatur
Genere:Narrativa Contemporanea
Formato e pagine:
Social:Goodreads
Disponibile su:
in offerta
scontato
Sei un regista di film porno, non importa come ci sei arrivato e perché, un giorno ti stanchi della falsità di questa follia che dipende dal desiderio. E siccome sei bravo, anzi sei un genio, inventi il modo per fermarla per sempre.

Cinquanta piani di perverso in duecento pagine, quelli della Perverse Angel, un grattacielo in cui vive una società parallela e che dipende direttamente dal sesso. Sarebbe più corretto dire dalla commercializzazione del sesso. Il porno vero è del magnate Frank Spiegelman, il capo di ogni corpo e di ogni telecamera, cinico, vigile, sfrontato. L’umo d’affari perfetto. All’interno dello stabile le persone si muovono in perfetta autonomia negli spazi a loro assegnati, sono lì per girare film dai contenuti censurabili, per renderlo possibile o perché lo hanno fatto nel passato. Per comparire, una volta o centinaia di volte. Occupano una dimora, si spostano tra ristoranti e luoghi concepiti per il divertimento, per riposarsi il tempo sufficiente a riprendere le forze per il lavoro o ciondolano tra fetide aree delimitate da porte anonime.

Per qualcuno girare un film di questo tipo rappresenta la speranza di raggiungere facilmente la notorietà, incarna una forma di ribellione, di trasgressione passeggera e controllata, o rasentando il pratico, risulta un modo rapido per guadagnare. L’importanza che ogni inquilino riveste all’interno di questa industria gerarchica del sesso dalla forma di grattacielo si misura in base al piano che occupa, a quelli che è abilitato a frequentare, e in base al tipo di ascensore che può utilizzare. C’è sempre un piano, sopra, a cui aspirare, per tutti. I primi piani assomigliano all’anarchia di Caracas, agli ultimi ci si può lamentare solo se l’argenteria della tavola ha un alone opaco. Questo squilibrio va sapientemente mantenuto. Ma non è questo il fulcro della storia. Lo è l’ingresso di Claude nel mondo del porno, ragazzo schivo e regista brillante, capace di reinventare l’approccio nella mercificazione del proprio corpo spettacolarizzato. La sua fantasia e i suoi princìpi base diventeranno la fortuna della Perverse Angel e, ovviamente, dello stesso Spiegelman. Come tutti i visionari, Claude comprenderà in anticipo rispetto a tutti come poter usare la finzione e la distorsione della realtà a suo vantaggio, rendendole a tal punto verosimili da generare nel corpo di chi guarda nuove passioni. Questa ricerca del “nuovo” sarà la fortuna e la disfatta, preannunciata, il marchio di questa storia.

Fondamentale, in questa pericolosa discesa verso l’alto, sarà l’ingresso alla Perverse Angel di Claude, sorella del regista. Per comodità la chiamerò con il suo nome d’arte: Eva Bolena. Eva potrebbe sfruttare la notorietà del fratello per farsi strada, eppure parte da zero. Tutto ciò che le arriverà in seguito dipenderà dalle sue capacità, dal suo corpo, dai suoi modi e dal rapporto torbido con il fratello. Le performance spregiudicate e piene di freschezza dell’insaziabile Eva genereranno turbamenti, gelosie, incassi milionari, notorietà per l’azienda. Fratello e sorella, senza alcuna premeditazione, s’incontrano di nuovo fuori dalle mura domestiche da persone grandi e da menti indecifrabili come già erano. Influenzeranno in modi diversi il mondo del sesso. Andare oltre è sempre pericoloso, per l’atto stesso o per quel che pubblicamente l’atto rappresenta.

Così, l’idea del Porno totale (suona grottesco ma è una questione seria!), ovvero l’ultimo film porno che avrai bisogno di guardare, diventa un’impresa pericolosa, sconcertante, senza alcun riguardo per interessi altrui e per le conseguenze. Che film potrebbe mai essere? La curiosità è un crescendo martellante, il lettore sente di avere il diritto di saperlo. Per ora sappiate che è un’arma di distrazione di massa concepita con nobiltà d’animo per diventare di distruzione di massa, in un certo senso.

È solo un film. Diventerà una questione di potere. Una corsa agli armamenti da parte di anonimi individui che vogliono poter gestire unicamente questo potere. L’idea di Claude uscirà dall’involucro delle sue intenzioni e da una portata umanamente gestibile da una persona sola, come accade a tutti i geni, quale che sia il loro campo di attività.

Francesco D’ Isa ci accompagna così a una tragedia assicurata attraverso il racconto molto preciso di Spiegelman, il quale attinge dal ricordo e dalle immagini in diretta dei monitor di servizio al cinquantesimo piano. Quello che succederà vi permetterà di conoscere personaggi fuori dal comune, ognuno occupante di un piano diverso e di un estremo esistenziale diverso. La scelta di questi estremi, la compostezza delle descrizioni più scomode, l’eleganza nel non far torto a nessuno dei personaggi (questo rispetto che non si meritano) e il finale surreale sono alcuni degli elementi che, a mio avviso, stravolgono una certa piattezza narrativa di questo periodo.

Una foto pubblicata da Leggere a Colori (@leggereacolori) in data: 1 Ago 2015 alle ore 09:21 PDT

Approfondimento

Ovviamente questo non è un libro che si rivolge particolarmente agli amanti del porno, questo è solo il rivestimento esterno che l’autore utilizza per recapitarci dei messaggi, oserei dire quasi di natura filosofica. È un libro adatto a qualsiasi tipo di lettore esigente, e non perché sia difficoltoso assorbirne la scrittura ma per la maniera raffinata e la densità di spunti riflessivi, su cui soffermarsi o da utilizzare come ponti per comprendere il seguito della storia. Un’altra cosa che ho apprezzato fortemente è la decisione di far incontrare astrattezza e praticità.

<<Sei sempre così astratto>> sbottò Eva. << Ma lo so, sono i tuoi sentimenti il vero problema, per questo scappi nelle idee>>.

(Ultimo piano, Francesco D’Isa – Pagina 150)

L’estrema sintesi nei dialoghi contribuisce a espandere quest’astrattezza di cui vi parlavo, mentre la scelta del linguaggio e di alcuni comportamenti ci riporta esattamente dove siamo: in un grattacielo poco raccomandabile di persone che possono diventare in qualsiasi momento poco raccomandabili.

Il desiderio è il motore di questo piccolo grande e redditizio mondo. Se qualcuno dovesse riuscire a spegnerlo, questo desiderio, alla fine della pagina 203 ci vedremo tutti al piano terra.




Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :