Magazine Cultura

Recensione di Un giorno ci incontriamo di Paola Zannoner

Creato il 20 ottobre 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Paola Zannoner
Pubblicato: Mondadori Electa
Collana:ElectaYoung
Genere: Letteratura per ragazzi
Formato: Copertina RigidaPagine:

books-icon Acquista il libro su Ibs.it


books-icon Compra il libro su Amazon


books-icon Le opinioni su Goodreads


Giudizio: three-half-stars


Un libro che li unisce, il sospetto del virtuale, una cotta via Skype, trovarsi. Ci si deve incontrare fuori da una chat però, per tenersi.

Sono così fragili i rapporti, specialmente per i ragazzi, pieni di insidie e di incognite. Sono pochi i punti fermi, le sicurezze nella vita di un quindicenne: non sempre lo sono i genitori, il paese dove si abita, i parenti o i compagni di scuola. Spesso chi dovrebbe proteggerli è chi li espone. E poi c’è il web, una finestra di evasione ma che a volte si spalanca sul baratro dell’assurdo e del pericolo. Lo sanno i grandi, che limitano l’accesso ai più giovani al social network e alle chat, ma l’hanno imparato i ragazzi stessi: in rete si può essere chiunque con intenti cattivi o meno. Lì è difficile farsi degli amici veri. Però a volte ci si illude, questo sì.

Un giorno ci incontriamo è una storia che inizia da questo crocevia, da questo dubbio amletico, da questo fragile equilibrio: fidarsi o no? Incontrarsi? Il punto non è come, il punto è e sarà sempre incontrarsi con le persone giuste.

Attorno al libro fantasy per ragazzi Cronache dell’ultramondo della scrittrice Melanie K. Foggland, best seller mondiale, si crea una community che farà “incontrare” i ragazzi appassionati di questo romanzo di tutta Italia. I ragazzi si destreggiano tra fanpage e gruppi, commentando notizie o vicende del libro. Anche un libro può essere un collante, può generare dibattiti e coesione, e permette ai ragazzi di esprimersi liberamente su temi che la famiglia e la scuola ignorano. Insomma, il mondo è grande ma con la rete diventa piccolo, tanto piccolo che puoi affezionarti a quello che le persone mostrano di essere, a una foto profilo, a quello che dicono. Puoi farti toccare senza che ti tocchino.

Ma dietro allo schermo chi c’è? Se lo chiedono tutti. Soprattutto Sara, una ragazza sveglia, solare, diretta. C’è un ragazzo interessante, si chiama Ivan. Il più appartato e meno espansivo del gruppo. Ma lui è così anche nella vita reale, nessuno lo sa, trascorre il suo tempo a passare inosservato. La famiglia quando doveva dargli importanza non gliel’ha data, ciò che ti fa soffrire ti fa anche maturare però. Questo scoprirà Sara.

Poi c’è la videocamera, tra Sara e Ivan, e sì, sono tutt’e due veri. Niente psicopatici o mitomani. Lunghe chiacchierate, confidenze, qualche litigata, molte risate, qualche giornata sì e qualcuna da cancellare. Si finisce per stare insieme senza nemmeno chiederselo. La storia s’intreccia alla trama del fantasy di cui sono riportati brani interi. Trotula, l’eroina scienziata che vuole salvare il mondo degli umani seguirà un percorso che ha dei punti in comune con un’eroina terrena che lotta per un po’ di felicità.

A photo posted by Leggere a Colori (@leggereacolori) on Oct 20, 2015 at 3:58am PDT

Ho apprezzato il ruolo del libro, come dicevo prima, che diventa il mezzo per riconoscersi prima e conoscere gli altri poi. E in questo c’è un modo equilibrato di interpretare il ruolo della letteratura che non demonizza generi moderni come il fantasy, per esempio, capaci di attirare i ragazzi. Il punto è incontrarsi, ricordate?  Resta il pregiudizio per il mezzo di internet da parte dei genitori da superare, ci sono i dubbi e le volubilità tipiche adolescenziali da aggirare e poi c’è un viaggio di chilometri da fare per incontrarsi davvero e capire quello che resta da capire. Per mettere insieme tutto. Un viaggio che potrebbe anche non arrivare mai.

Approfondimento

Paola Zannoner è riuscita a scrivere un libro per ragazzi usando a mio parere molto equilibrio. A volte il problema dei grandi che scrivono per ragazzi è di forzare le cose abusando di un certo linguaggio, o di creare particolari che rendono l’idea ma che sono piuttosto fuori contesto prendendo in considerazione la realtà, i modi, la comunicazione dei ragazzi di oggi. In questo libro c’è tutta la leggerezza che deve esserci, le sciocchezze da teenager, i rapidi cambi di pensiero, i modi a metà strada tra infantilità e maturità, ma rientrano in una gestione armonica, non idealizzata e nemmeno esageratamente aderente alla realtà.

Un giorno ci incontriamo è scritto per essere letto con semplicità dai ragazzi. Suppongo che la rapida risoluzione degli eventi rientri nell’intento dell’autrice di focalizzarsi sull’incontro e di scrivere un libro breve e appetibile per i ragazzi, una scelta che comprendo e che non condivido.

La storia oltre a poter illuminare a giorno il dibattito sempre attuale sul rapporto tra i ragazzi e Internet offre qualche spunto riflessivo nel momento in cui “i grandi” entrano nella storia e sono costretti a rapportarsi a nuova situazione, a rivisitare desideri e pulsioni che essi stessi hanno vissuto, ma in chiave moderna.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :