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Recensione di Va’, metti una sentinella di Harper Lee

Creato il 12 gennaio 2016 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Harper Lee
Pubblicato: Feltrinelli
Collana:I narratori
Genere: Drammatico
Formato: BrossuraPagine:

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Giudizio sintetico: four-stars


Maycomb, in Alabama, Jean Louise Finch, detta Scout, ventiseienne, torna a casa in treno da New York per visitare il suo vecchio padre, Atticus. Siamo negli anni Cinquanta al tempo delle tensioni sociali e i disordini politici per la conquista dei diritti civili che stanno trasformando il Sud d'America. Il ritorno a casa di Jean Louise diventa amaro quando apprende delle verità inquietanti sulla sua famiglia, la città dove è cresciuta e le persone più care a lei. I ricordi della sua infanzia inondano la sua mente ma mettono in dubbio molti dei suoi valori e delle certezze acquisite crescendo.

Scritto a metà degli anni ’50, Va, metti una sentinella è il romanzo che conferisce la grandezza di Harper Lee, nota ai più per il suo capolavoro, un classico di tutti i tempi, Il buio oltre la siepe, dove troviamo Jean Louise Finch, detta Scout, e la sua famiglia vent’anni prima.

Questa storia è incentrata appunto su Scout che torna a casa da New York, dove lavora, per far visita a suo padre, Atticus, rivedere i suoi zii e passare un po’ di tempo con il suo caro amico Henry, il quale lavora proprio nello studio del padre come avvocato. La vacanza si trasforma di fatto in un incubo le tensioni sociali del tempo, il razzismo, il Klu Klux Klan, ha coinvolto anche la sua famiglia e i suoi affetti. Dopo, infatti, aver trovato un opuscolo dal titolo “La peste nera” tra le carte di suo padre, Jean Louise lo segue ad una riunione del Consiglio dei cittadini dove Atticus, che ha un ruolo attivo, introduce un uomo che tiene un discorso razzista. Jean Louise guarda di nascosto e inorridita fugge dalla sala.

Jean Louis scopre presto che anche Henry segue le idee del padre e gli urla in faccia che non lo ama e non lo sposerà mai. Mentre fa questo si accorge che suo padre è in piedi dietro di loro e sorride. Atticus spiega alla figlia che i neri del Sud non sono pronti per i diritti civili e che la decisione della Corte Suprema, che dichiara incostituzionale la segregazione razziale, è irresponsabile. Louise è confusa in quanto i comportamenti del padre in quei giorni sono in netto contrasto con tutto ciò che le ha mai insegnato. La fa riflettere lo zio Jack e in lei scatta una rivisitazione degli avvenimenti degli ultimi giorni e anche un lungo flashback che la porta agli anni spensierati della sua infanzia. Scout scopre così che le tensioni prodotte dal contesto sociale e politico hanno inevitabilmente cambiato Maycob, il padre, Henry, lo zio, tutti i suoi affetti.

Secondo romanzo che funge da sequel (anche se è stato scritto prima), Va’, metti una sentinella ci restituisce gli stessi personaggi del romanzo più famoso e premio Pulizer della Harper, e mette a nudo le sofferenze di una giovane donna che vede crollarsi intorno il suo mondo perfetto ed è costretta ad abbandonare le illusioni del passato e la lucida razionalità di un uomo bianco, avvocato, che combatte le discriminazioni razziali ma non le comprende e ritiene che i tempi non siano maturi perchè si realizzino.

Pur apprezzando la capacità narrativa e stilistica di una grande scrittrice americana non posso, avendo letto Il buio oltre la siepe, non notare che Va’, metti una sentinella, mostra delle incogruenze di forma, delle divagazioni letterarie, degli indugi descrittivi che rendono la lettura a volte lenta e difficile.

A photo posted by Leggere a Colori (@leggereacolori) on Dec 27, 2015 at 11:38am PST

Approfondimento

Il romanzo, pubblicato di recente in Italia da Feltrinelli, sta suscitando delle polemiche per il suo contenuto molto meno aperto di quello precedente Il buio oltre la siepe, utilizzato addirittura come testo simbolo nelle scuole americane. Il messianismo ebraico espresso sin dal titolo è forse la chiave di lettura di questo nuovo romanzo della Harper.

I bianchi liberali e anche progressisti degli anni ’50 in America, e in particolar modo in America del Sud, sostenevano i diritti civili ma erano contro ogni forma di rinnovamento e trasformazione radicale della società, almeno che non passasse da loro, fosse decisa da loro, e soprattutto non stravolgesse ciò che avevano costruito sin allora. Si deve dare atto dunque che Jean Louise/Lee questo in parte lo ha denunciato e combattuto.




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