Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Margaret Mazzantini
Pubblicato: Mondadori
Collana:Oscar grandi best sellers
Genere: Sentimentale
Formato: Copertina RigidaPagine:
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Giudizio:
Dopo essere stata lontana dalla Bosnia per sedici anni, Gemma accetta l’invito di Gojko e decide di tornare a Sarajevo. Per lei, quella non è solo la città in cui ha assistito allo svolgersi di una guerra terribile: è anche il luogo in cui è nato suo figlio e nel quale ha incrociato per l’ultima volta lo sguardo di suo marito.
È quel periodo dell’anno in cui, un po’ tutti, sono impegnati a organizzare le vacanze, immaginando spiagge dorate in cui trascorrere momenti di assoluto riposo. È estate: l’estate 2008. Poi un mattino squilla il telefono: a parlare è un uomo, Gojko, che Gemma non sente da anni. Complice l’assoluta rudezza bosniaca che lo contraddistingue, Gojko evita le perifrasi e arriva subito al motivo della sua chiamata: a Sarajevo è stata allestita una mostra fotografica per ricordare i lunghi mesi dell’assedio e, tra gli altri, saranno esposti anche alcuni scatti di Diego. Può Gemma ignorare quell’invito? L’invito a tornare nel Paese in cui tutto è cominciato? Il Paese in cui ha incontrato Diego, l’amore della sua vita? No, non può. Così come non potrà esimersi dal portare con sé il figlio Pietro, l’adolescente timido e introverso che a quella sorta di vacanza improvvisata rinuncerebbe più che volentieri. Perché per lui, Sarajevo, è solo un incidente. È la città in cui è nato per caso, per sbaglio, per un’erronea concatenazione di tempi. Sarebbe potuto nascere su un aereo carico di scorte umanitarie o in un bagno di Fiumicino, non avrebbe fatto alcuna differenza. O forse sì. Perché, non appena superata la striscia di Adriatico che separa l’Italia dai Balcani, anche per lui il richiamo di quella Terra sconosciuta diventerà improvvisamente più forte. Per Gemma, invece, tornare tra le strade e le rovine di Sarajevo, significherà sentire riemergere miriadi di emozioni e ricordi incredibilmente dolorosi e intensi. Per lei gli scorci della capitale bosniaca non hanno, infatti, mai cessato di essere i luoghi in cui conobbe Diego, il giovane fotografo genovese innamorato della vita e della bellezza, destinato a diventare suo marito. Non basta. Perché quelle furono anche le strade in cui vide l’orrore e l’atrocità di una guerra balorda, combattuta in nome di un odio ceco e sconfinato. Le strade in cui incontrò l’amore e la violenza più nera e nelle quali vide contraddizioni inconciliabili saldarsi tra loro con sconcertante semplicità.
Eravamo una di quelle coppie strampalate, su cui nessuno avrebbe scommesso un’unghia. Di quelle destinate a una manciata di mesi superbi e poi ad afflosciarsi di botto, come i riccioli di Diego quando pioveva. Eravamo così diversi. Lui dinoccolato, io sempre un po’ rigida, con le borse sotto gli occhi, il cappottino austero. Invece i mesi passavano, le nostre mani erano sempre l’una nell’altra per strada, i nostri corpi dormivano vicini senza darsi noia come due feti nello stesso sacco.
La cura per i dettagli, l’ottima articolazione della trama e la delicatezza dello stile fanno di Venuto al mondo un romanzo capace di coinvolgerci tra le pagine di una storia straordinariamente struggente.
A photo posted by Leggere a Colori (@leggereacolori) on Oct 6, 2015 at 12:01pm PDT
Approfondimento
Credo siano tante le cose che si potrebbero dire su questo libro. Così come penso siano diversi gli spunti che il testo ci offre e le linee di lettura adottabili. Venuto al mondo è un romanzo ricchissimo di dettagli e di colpi di scena: una storia in cui Margaret Mazzantini ci insegna a non dare mai nulla per scontato, perché, in un attimo, tutto può cambiare. Non solo. In un attimo, possiamo scoprire che niente di ciò che per anni abbiamo avuto accanto, era davvero così come appariva. Come giocare una partita a scacchi sapendo che, in qualsiasi momento, le pedine potrebbero essere spostate da una mano invisibile: così è la vita dei personaggi di questa storia e forse, in fondo, anche la nostra. Arrivati alle ultime pagine, osserviamo con simpatia e tenerezza le sagome di quanti sono riusciti a vincere la loro partita e ripensiamo commossi a quanti, invece, si sono dovuti arrendere, vittime di un improvviso scacco matto davanti al quale non è stato possibile difendersi.
Mariangela Pala