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Recensione di Via dei ladri di Mathias Enard

Creato il 13 agosto 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

0 Flares 0 Flares × Recensione di Via dei ladri di Mathias EnardVia dei ladri Mathias Enard
Pubblicato daRizzoli
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Scala stranieri
Genere:Narrativa Contemporanea
Pagine:
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La trama:

Lakhdar è un ragazzo marocchino di Tangeri con una passione cocente per sua cugina Meryem ed una smisurata per i libri gialli. Proprio queste due passioni saranno la “rovina” e la “salvezza” del giovane: scoperto in atteggiamento intimo con Meryem,L akhdar verrà ripudiato dalla sua famiglia e costretto a vivere di miseria, ma il suo amore per la letteratura e l’affetto del suo unico amico Bassam riusciranno a procurargli un lavoro presso una moschea di fondamentalisti. Lontano da Meryem il giovane si innamorerà perdutamente di una ragazza spagnola, Judit, per la quale lascerà il suo paese fino ad emigrare, clandestinamente, in Spagna. Sullo sfondo della storia la “primavera araba”, la “jihad” e il movimento degli “indignados".

Tangeri: città dai mille volti, città caotica, città di transito, città di fondamentalismo, ma soprattutto città che guarda all’Europa. In Via dei ladri due amici: Bassam, con la sua facciona da bifolco, e Lakhdar protagonista, suo malgrado, degli eventi di questa storia. Quest’ ultimo viene sorpreso in effusioni amorose con la cugina Meryem e di conseguenza viene ripudiato dal padre. Un anno di vagabondaggi, di miseria e violenza, di pensieri cupi e pentimenti, fino a che il suo amico Bassam non riesce a procurargli un lavoro presso una moschea gestita dal potente sceicco Nouredine. Lakhdar si trova così a gestire la vendita di libri per conto dello sceicco, ma ben presto i venti di rivolta della “primavera araba” iniziano a soffiare forte sulla sua esistenza cominciando a creare dubbi nel suo animo. Infatti il giovane si convince che dietro ad un attentato terroristico a Marrakech ci siano la mano di Bassam e la mente dello sceicco Nouredine. A far prendere forma a questa sua convinzione ci pensa una ragazza spagnola di nome Judit, conosciuta qualche giorno prima a Tangeri e testimone dell’ attentato a Marrakech.

Ragazza della quale Lakhdar si innamora perdutamente e con la quale comincia una relazione tutt’altro che semplice. Abbandonato per cause di forza maggiore il lavoro alla moschea, Lakhdar, aiutato dalla “provvidenza” e dalla suo amore per la cultura, riesce dapprima a trovare un altro lavoro a Tangeri e poi ad espatriare in Spagna dove, non senza difficoltà e soprattutto senza un regolare permesso, raggiunge Barcellona e la sua amata Judit. Ma le sue peripezie non sono ancora finite: Lakhdar appena giunto trova una Spagna ben diversa da come l’ aveva immaginata e una Judit troppo distante dai suoi sogni. La crisi economica ha piegato in ginocchio il paese e nuovi movimenti di protesta e molteplici scontri sono all’ordine del giorno. Nel frattempo ha al suo fianco una Judit distante, strana, fredda nei suoi confronti e legata al movimento degli “indignati”. Prova a riconquistarla e prova a riconquistare la sua vita, ma l’inattesa ricomparsa del suo amico Bassam e dello sceicco Nouredine lo fanno ripiombare nel baratro dei suoi sospetti, regalandoci un finale della storia a dir poco sorprendente.

Via dei ladri é un romanzo travolgente, bello, raccontato in prima persona da Lakhdar, un giovane qualsiasi, costretto a scontrarsi con la sua vita e con la sua testa. Fatti, pensieri, modi di agire, casualità positive e negative, attualità, amore, passione, sentimento, vendetta. C’è di tutto ed è scritto molto bene in uno stile deciso, forte, personale. Mathias Enard ci presenta la sua maniera di vedere e raccontare lasciando il lettore come ipnotizzato sulle parole del suo racconto. Frasi, pensieri come sferzate che colpiscono e riempiono la mente. Ogni avvenimento, ogni piccolo particolare non è legato al caso ma scelto con cura e si adatta perfettamente alla storia. Un commento a parte va alla punteggiatura, al limite tra il folle e il geniale: pensieri lunghi, quasi mai interrotti che danno una idea di mozzafiato per gran parte del racconto.

Da leggere, assolutamente.

Giuseppe Panfili



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