
Autore: Sohpie Kinsella
Pagine: 180
Prezzo: 16 euro
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 9 giugno 2015
Trama
Audrey ha 14 anni ed è da tempo che non esce più di casa. Qualcosa di brutto è successo a scuola, un episodio di bullismo che l'ha profondamente segnata e ora lei è in terapia per rimettersi da gravi attacchi d'ansia e panico che non le permettono di avere contatti con il mondo esterno. Per questo indossa perennemente dei grandi occhiali scuri, il suo modo di proteggersi e sfuggire al rapporto con gli altri. Il fratello invece è un simpatico ragazzino ossessionato dai videogiochi che, con grande disperazione della madre nevrotica, non si stacca un attimo dal suo computer e dal suo amico Linus che condivide la sua stessa mania. Ma quando Audrey incontra Linus nasce in lei qualcosa di diverso... deve poter trovare un modo per comunicargli le sue emozioni e le sue paure. Sarà questa scintilla romantica ad aiutare non solo lei, ma la sua intera famiglia scombinata. Dov'è finita Audrey? è un romanzo caratterizzato da una grande empatia in cui si ride tanto e ci si commuove e in cui Sophie Kinsella riesce magistralmente a alternare momenti di puro humour a momenti più seri e teneri con grandissima sensibilità.

La protagonista è Audrey, una ragazza di quindici anni che, a seguito di un brutto incidente a scuola, ha iniziato a soffrire di depressione e di fobia sociale. Infatti indossa sempre degli occhiali scuri per non incrociare lo sguardo altrui ed è rinchiusa in casa da mesi: ogni contatto con l’esterno le provoca attacchi di panico. Con una famiglia un po’ sgangherata alle spalle e un nuovo amico, Linus, Audrey cerca di superare queste sue paure e di tornare a vivere una normale vita da adolescente… ovviamente a modo suo.
Ho trovato questo libro davvero carino e fresco: è un romanzo che si fa leggere con piacere e fa sorridere nonostante alcuni argomenti difficili che tratta. Audrey è una ragazza problematica, lo si capisce sin dalle prime pagine del libro, ma dialoga con il lettore e, di pagina in pagina, racconta la sua storia di guarigione graduale e altalenante. Lei è effettivamente malata ma riesce a essere autoironica e “spensierata” nonostante i problemi da cui è afflitta. La sua psicologa le assegna spesso piccoli compiti da eseguire per superare le sue ansie e uno di questi compiti è quello di tenere una specie di videodiario dove può raccontare ciò che la circonda. Restando confinata, in casa gli unici soggetti disponibili per le riprese sono i due fratelli, il maggiore con un attaccamento quasi morboso ai giochi di ruolo online, il più piccolo tenero e fantasioso, suo padre poco presente e sua madre uno dei personaggi più comici di tutto il romanzo. Proprio lei è spesso la ragione delle risate provocate dalla storia: è iperprotettiva con i figli e si fissa facilmente leggendo degli articoli sui giornali. Quindi c’è un doppio binario narrativo: Audrey che racconta la sua storia risalendo pian piano fino all’origine delle sue paure e il videodario spassosissimo dove la sua famiglia scapestrata mostra il lato più naturale e strambo. Quindi sono principalmente due i punti forti della storia: Audrey con il suo dire e non dire, con il suo fermarsi prima di raccontare le cause della sua malattia e poi la sua famiglia così variegata. Ho trovato il romanzo davvero carino e lo stile ironico dell’autrice arricchisce la storia rendendola scorrevole e piacevole. Assegno tre stelline e mezzo al libro e lo consiglio assolutamente come lettura da spiaggia: è breve, leggero e davvero carino.
