Mood: IronicoEditore: RizzoliCollana: Youfeel
Pagine: Prezzo: € 2,49Uscita: 12 Ottobre 2015
Equivoci, situazioni comiche e tanto amore. Una commedia brillante in cui tutto può succedere, anche che il finale lo porti una cicogna. Paolo e Ginevra sono sposati da tre anni, il loro matrimonio è stato celebrato in età matura e sin dall’inizio del racconto è presentato come un idillio.Poi Ginevra decide di volere un figlio e iniziano così il calvario per restare incinta e i problemi con Paolo. Seguendo il “Mood Ironico” in cui il racconto è stato inserito, la storia è un susseguirsi di equivoci, stati confusionali e confessioni, tutto narrato con estrema delicatezza e simpatia.Certo, il tema trattato non è semplice: la difficoltà di restare incinta, soprattutto quando non si è giovanissime, è un tema ricorrente e un cruccio che assilla molte donne. Letizia Draghi affronta la questione come solo una donna potrebbe fare. Racconta l’ansia, le aspettative e l’isteria della protagonista in maniera equilibrata, cercando di dare il giusto peso alla questione senza farne un dramma.Ottima, a questo scopo, è la tecnica di usare il doppio punto di vista. Capiamo Ginevra e capiamo (forse?) Paolo.Vediamo un po’ chi sono questi due sposi incasinati.Paolo è un quarantenne prestante, con ancora tutti i bulbi piliferi al loro posto e solo una spruzzata di grigio sopra le orecchie, per citare l’autrice. Ex latin lover e superbugiardo, è il classico uomo italiano, e lo dico da maschilista. Un esempio? Lei cerca di affrontare un discorso serio e lui, al ristorante, si strafoga e le guarda le tette.Ginevra è uno spettacolo. Ex modella attenta alla linea senza essere maniacale, non sembra una donna che affronta la vita di petto, quanto più una che ama trovare soluzioni alternative ai problemi. Non rimprovera apertamente Paolo perché trova mille scuse per non procreare: se ne lamenta su facebook e pensa a cos’altro escogitare. Non per questo non piace, anzi!La storia è raccontata in maniera lineare e con uno stile che definirei “moderno”, non solo per il doppio punto di vista o per i riferimenti alla tecnologia attuale, quanto per la freschezza e per la facilità con cui si insinua nel lettore facendolo immedesimare.La lunghezza? Perfetta. L’ho divorato in pausa pranzo neanche fosse il miglior bignè che il banco dei dolci potesse offrire.Bravissima!