- Titolo: Volevo essere un grande chef
- Autore: Loredana Limone
- Editore: Cult Editore
- ISBN: 9788863920567
- Pagine: 128
- Prezzo: € 12,00
Giuliana ha intervistato per noi Loredana Limone Ciao Loredana, benvenuta nel blog Tuttosuilibri anzitutto parlaci un po’ di te: il titolo è “autobiografico”? Me lo sono chiesta anch’io! E la risposta, dopo l’ennesimo arrosto bruciato, tortino insipido, soufflé floscio (forse non dovrei dirlo?), è stata sicuramente sì: mi sarebbe piaciuto diventare una cuoca professionista, mi sarebbe tanto piaciuto saper interagire con gli alimenti, combinandoli e dando loro nuova vita; plasmarli e personalizzarli in modo da trasmettere i miei sentimenti a chi avesse apprezzato le mie pietanze. Be’, cerco di farlo con i libri che scrivo, prevalentemente gastronomici: narrativa, sì, ma anche storia, letteratura e fiabe… sempre sotto l’aspetto più gustoso che c’è.
Da dove nasce l’idea di unire cucina a parole romanzate? Sono un’affabulatrice per natura, anche se non so bene da dove nascano le mie storie: spesso sono semplicemente lì (dalle parti del cuore, direi) e spingono per uscire. I miei primi racconti erano legati ai ricordi, all’infanzia e ai suoi cibi, il comfort food e le braccia di mia mamma; penso che siano stati il desiderio e la necessità di rievocare, di ricreare quei sapori e quel calore a dare il la alla mia narrazione gastronomica.
Alcuni racconti mi hanno spiazzata. Mi riferisco a quelli a sfondo noir. Da dove hai preso spunto? Il racconto sulla bouillabaisse, ambientato a Pesaro – città che ho frequentato e molto apprezzato – è un fatto di cronaca nera risalente al 1988: il famoso “delitto del catamarano”. La vittima si chiamava Annarita Curina; averla ricordata e, in qualche modo, fatta rivivere nel mio libro è stato un segno di affetto verso una ragazza terribilmente sfortunata che aveva un sogno meraviglioso. La cenetta d’addio, puro frutto di fantasia, descrive ciò che paradossalmente potrebbe accadere a un uomo che deludesse o tradisse troppo. Agli uomini dico: Attenzione! Però alle lettrici/cuoche raccomando: nel preparare la ricetta, meglio usare carne non avvelenata! Mentre invece, confesso, ha spiazzato anche me il racconto sui biscottini del firmamento che sono deliziosi a mangiarli, ma non tanto a leggerli. Colpa della mia metà oscura?
Nel libro ci sono vari generi, se dovessi scegliere, su quale punteresti in futuro? Visto il successo di Checco Zalone (che ha saputo mescolare diverse, importanti problematiche in una trama intelligente sull’onda travolgente della risata), starei sul comico, con personaggi sul tipo di alcuni già usciti dalla mia penna, ad esempio la rubizza Morena Vinciguerra patita di Radio Italia Anni 60, o la vergine quarantenne che aborrisce i bioccoli di polvere nelle sue parti intime, o la nonnetta smemorata (e golosa) che corteggia il cavaliere suo vicino di casa ma solo perché – dice –da quando è rimasto vedovo le fa tanta pena, o la sexy Susy delusa dal suo Topoletto/non-tanto-da-letto. Sicuramente la gente ha bisogno di svagarsi, divertirsi. Viviamo in un’epoca troppo difficile e incerta, e pensare al futuro fa paura.
Parlando di futuro … quali sono i tuoi progetti? Ho terminato da poco un romanzo che è appunto del genere sopra menzionato - ambientato in borgo decaduto dove, per contro, si sviluppano vicende molto vivaci - intorno al quale sembra che già ruoti dell’interesse editoriale. Vedremo. Hai degli autori preferiti ai quali guardi come modello? Più che come modello, ho due autori che porto dentro e che, naturalmente, campeggiano nella mia libreria: Andrea Vitali, che ringrazio di esistere perché ogni volta mi riconcilia col mondo; Anita Shreve, che considero una maestra di scrittura, ma anche di vita e di sentimenti, che ammiro per il talento narrativo e per la capacità di scandagliare l’animo umano.
Ringraziandoti per la fiducia di averci affidato la tua creatura, ti auguro tanta fortuna e lascio a te la parola per salutare i nostri lettori e auto-pubblicizzare il tuo libro! Ciao! J Sono io che ringrazio voi per avermi ospitata nel vostro blog che, da lettrice mai sazia quale sono, seguo assiduamente. Più che promuovere il libro, però, ora mi piacerebbe esprimere una speranza: che VOLEVO ESSERE UN GRANDE CHEF possa fare un po’ di compagnia a chi vorrà leggerlo, strappare un sorriso e, poiché è anche pieno di emozioni e frammenti di vita, dare qualche inaspettata risposta. Quella che magari altrove si è cercata invano. Gustosi saluti a tutti voi.