(Recensione di Marta Terzi per “storiadeifilm.it“) – “Dust Cloth” è un film di Ahu Öztürk, con Asiye Dinçsoyt, Nazan Kesal, Serra Yilmaz, Didem Inselel, Mehmet Ozgur. E’ stato presentato alla 34esima edizione del “Bergamo Film Meeting”.
Due donne, Nesrin, di indole sensibile e malinconica, appena lasciata dal marito, e Hatun, pragmatica e irriverente, sono due donne delle pulizie di origine curda. Entrambe sognano un futuro migliore, un lavoro stabile ed un’assicurazione e magari una bella casa. Nesrin ci prova, ma le difficoltà, col tempo, diventano sempre più insormontabili.
Dust Cloth è il primo lungometraggio della turca Ahu Ozturk, documentarista alla suo lungometraggio d’esordio; Dust Cloth è un viaggio in sordina nella vita di due donne arrivate ad un punto cruciale della loro esistenza: quello dove non si riesce più a subire. Quando il film comincia Hantun è una donna di mezza età con un figlio adolescente ed un marito brontolone. Si lamenta e urla per un lavandino che perde, ma sa molto bene che non lascerebbe mai la sua famiglia, o il suo lavoro, definendosi contenta della sua vita. Nesrin invece è ad un punto di svolta drammatico: il marito Cefo è andato via da casa e non vuole saperne di tornare o di parlare con la moglie, che deve crescere la figlia da sola.
Ad accomunare le due donne c’è l’amicizia di una vita, un rapporto quasi di sangue che si costruisce sulla condivisione di frustrazioni e di pettegolezzi, e poi il lavoro, perchè il centro della vita di questi due personaggi è la loro occupazione come donne delle pulizie nelle case di signore benestanti. Questo è un film costruito su due livelli: quello relazionale e quello quotidiano. Da un lato abbiamo un forte tessuto relazionale, che permette ai personaggi principali di definirsi: c’è il burbero marito di Hantun e la figlia di Nesrin, bella e dolce; e poi i rapporti, fondamentali, con le proprie datrici di lavoro. Nesrin si sente”… (per continuare a leggere la recensione cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).