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Misteri e segreti nella "perfetta" Estreira
Alex e Sofia sono due ragazzi come tanti: estroverso lui, timida e impacciata lei.
Durante la pausa estiva dalla scuola i due cominciano a frequentarsi, ma il primo appuntamento non è all'altezza delle aspettative: Alex, dapprima interessato, diventa freddo e distante, mentre Sofia si strugge per l'accaduto. Il mutamento di Alex è dovuto all'improvvisa apparizione, nel cielo, di una strana e improbabile costellazione, la stessa che vede poi Sofia nel tragitto verso casa. I due s'interrogano su ciò che hanno visto e sul sogno che coinvolge entrambi quella stessa notte, inoltre Alex s'accorge d'avere il simbolo "tatuato" sulla pancia, per cui, tormentato, si adopera nelle ricerche su Internet, mentre Sofia, durante un'uscita nella vicina Venezia, ritrova casualmente il simbolo davanti al portone di una casa; solo quando i due s'incontrano per un nuovo appuntamento, scoprono d'essere entrambi coinvolti in un mistero che sconvolgerà per sempre le loro vite. Ad attenderli in quella casa a Venezia, infatti, ci sono Hennio e Adel, la donna che era apparsa loro in sogno, e altri sette tra uomini e donne, ragazzi e ragazze, che come spiega Adel hanno risposto al richiamo del simbolo, ovvero l'Onges, emblema dell'Isola di Estreira: i sette dovranno affrontare una serie di prove che decreterà un solo e unico prescelto, colui che è destinato a ricoprire il ruolo di Esedion, ambasciatore di Estreria sulla Terra. Come sarà rivelato al prescelto, infatti, il Regno di Estreira si trova in una dimensione parallela, pur facendo parte, un tempo, della Terra stessa. L'origine dell'Isola ha a che fare con i miti di Atlantide e il continente perduto di Mu, e tale deve restare (è compito dell'Esedion celare la realtà) perché Estreira è un'isola felice dove gli abitanti possiedono facoltà mentali e tecnologia avanzati.
Ma questi sono aspetti che in fondo non portano alla felicità, specie quando emergono sentimenti feriti, odio e rancore, perché Estreira nasconde un oscuro, tragico passato, che ruota intorno alle figure di Ryan e Myros.
E' incredibile come gli abitanti di Estreira, che possono leggere nella mente, s'impegnino a celare la verità ergendo le cosiddette "barriere mentali" specialmente se c'è un coinvolgimento emotivo diretto. Spesso è difficile dire la verità, ma per quanto dolorosa possa essere alla fine evita quel tipo di tormento come accade ai personaggi di questo romanzo, ognuno impegnato a nascondere le proprie ragioni e i propri veri sentimenti, ognuno che di conseguenza mette in dubbio la versione dell'altro, e ognuno che finisce che non sa più a chi credere. Il romanzo ci mostra come l'avanzato Regno di Estreira soffra della paradossale mancanza di comunicazione; avanzato cosa, se non parlano nemmeno! Come può progredire una società se non c'è dialogo, confronto, (e ci metto pure questa) scontro! Solo le guerre sono scontri che non danno frutti.
La cosa più bella di questo romanzo è che effettivamente ogni personaggio ha le sue buone ragioni: dopo aver compreso la verità dei fatti, come dar torto al Re? Ma come, viceversa, darlo a Ryan, e ai suoi giovani sogni di libertà assieme all'amico Myros? Ognuno di loro (e non solo) ha commesso errori, consapevolmente o meno, ma al tempo stesso non li si può condannare né giustificare del tutto. Certamente, visti i risvolti finali, Ryan è il personaggio in cui, più di tutti, l'ago della bilancia punterebbe sul negativo, eppure c'è qualcosa in lui, forse il sincero dolore per Myros oppure la carezza ad Amnar, che m'intenerisce e mi spinge a credere che ci sia ancora una speranza per il suo animo tormentato, perché in fondo lui è quello che più di tutti è rimasto solo, isolato nella sua sofferenza e senza l'appoggio di nessuno; probabilmente sarebbe difficile farlo ragionare vista la situazione estrema che si è creata, ma perché non provarci? Perché nessuno è capace di parlargli, e viceversa, ascoltarlo? Ecco, se non si era capito Ryan è un dei miei personaggi preferiti. Se affermo questo, è perché la mancanza di una netta distinzione tra "buoni" e "cattivi" dona profondità ai personaggi; ho apprezzato questa caratteristica anche perché crea un intreccio intrigante.
Di contro, però, i tanti personaggi coinvolti nella vicenda fanno sì che qualche dettaglio si perda per strada. Ad esempio mi è sembrato troppo veloce il modo in cui vengono scartati i ragazzi durante la prova per trovare l'Esedion (tuttavia mi ha sorpreso, pensavo fosse Sofia visto che il libro comincia narrando dal suo punto di vista e prosegue in tal senso fino al terzo capitolo), oppure il fatto che in certe occasioni i due protagonisti si comportano alla leggera, nel senso che fanno dell'umorismo o agiscono in modo bizzarro proprio nei momenti meno opportuni (va beh che son giovani, però...), oppure ancora, l'assoluta sicurezza che ha Sofia nel compiere la sua scelta (contrariamente all'indeciso Alex - s'invertono i ruoli -) perché non ha dubbi, né rimpianti, né dispiaceri, né il benché minimo tentennamento mentre prende una decisione che è drastica, e oltretutto non fa una piega quando i nuovi doveri sotto-intendono che, diciamo, non potrà più passare oltre, mentre gli accordi iniziali erano diversi, almeno un'ultima volta dovrebbe esserci stata...
La cosa che più mi è stata difficile comprendere è comunque il rapporto tra Alex e Sofia: non mi ha coinvolto. Non ho percepito l'amore tra i due perché limitato a qualche parola e a una misera espressione d'affetto. Il loro avvicinamento, a inizio libro, si svolge in tempi talmente brevi che non danno modo di assimilare ciò che c'è fra i due, e le poche informazioni non sono sufficienti a creare il background del loro rapporto. Piuttosto, ho trovato più interessante l'avvicinamento di Erik a Sofia: sarebbe stato appassionante se i sentimenti della ragazza avessero vacillato fino a protendere verso il principe, visto il tanto tempo passato insieme, le confidenze, gli sguardi, le frasi mirate, i gesti romantici... insomma, c'è tutto quello che manca nel rapporto con Alex!
La lettura del romanzo è piacevole e scorrevole, le pagine "volano" una dietro l'altra senza annoiare mai a parte un po' di fastidiose ripetizioni dei concetti quando li apprende prima Alex, poi Sofia, o viceversa. Il libro è un buon mix di fantasy e fantascienza che affonda le basi nella mitologia, cosa che avrei trovato originale se non fosse che proprio poco tempo fa ho visto l'anime "Moby Dick 5", basato sull'impero di Atlantide e quello di Mu, che tratta di dimensioni parallele, tecnologie avanzate e poteri mentali!
Il finale scivola via in fretta ma da l'idea che ci sia un seguito, anzi, pone un dubbio che spinge ad aspettarlo con ansia. Forse l'autrice ha volutamente lasciato in sospeso alcuni dettagli, e chissà che non ci siano altre verità. Ho un sospetto...
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