“La verità è… che Beatrice ha sempre preferito Virgilio, perché entrambi appartenevano alla stessa dimensione” proseguì con un filo di voce. “Entrambi appartenevano al mondo dei morti… ma questo non significa… che non le importasse nulla di Dante…”
Annabel Lovelace è cresciuta nel cimitero di Highgate, e non conosce nulla al di fuori delle sue alte mura. Abbandonata a soli quattro anni dalla madre, ha come unico affetto la cara zia Heather. Senza di lei non potrebbe affrontare il terribile zio Tom, custode del cimitero. A sei anni, dopo aver sofferto di cuore sin dal primo anno di vita, il medico di famiglia le prescrive una medicina che dovrà accompagnarla per sempre... Sei gocce di digitale purpurea per mantenerla in vita, sei gocce rosse come il sangue che la strapperanno alla morte. Insieme alle preziose gocce, arriverà per Annabel una sorpresa sconvolgente, che marcherà la sua esistenza fino alla fine dei
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suoi giorni. È in grado di comunicare con l’aldilà, di dare voce a coloro che l’hanno persa per sempre. Dieci anni dopo, Annabel è divenuta la medium più affermata del Paese, attirando l’interesse e le invidie dell’aristocrazia londinese. Se da un lato i suoi poteri verranno utilizzati da Scotland Yard per risolvere i casi più intricati, dall’altro la porteranno ad avvicinarsi a una presenza oscura e intrigante, alla quale non potrà fare a meno di legarsi...E per rimanergli accanto, sfiderà il tempo e lo spazio, fino a varcare la soglia stessa della vita. Un romanzo che parla di amore eterno e di intrighi, con una dose di suspense che avvolge il lettore in una spirale travolgente. Pagina dopo pagina l’autrice ci immerge in un’atmosfera ricca di rimandi alla Londra dell’800, dal sapore dickensiano, con una maestria propria dei grandi del genere.
Cosa penso:
“Annabel non si muoveva da due giorni. Era così pallida, e la sua pelle così gelida, che avrebbe perfettamente potuto essere scambiata per un cadavere, un’inquietante similitudine accentuata dalla necessità di dover dormire dentro una bara.Questo è stato il mio primo incontro con Annabel Lovelace: occhi grandi e verdi, “capelli rosso accesso, ricci come un folto cespuglio di spine selvatiche… così rossi che la sua testa sembrava ricoperta di sangue…”
Eppure Annabel non era un vampiro né una non-morta. Soffriva di cuore dacché aveva memoria, non da troppo tempo, dal momento che aveva appena sei anni. E la bara non implicava che dovesse morire, ma piuttosto era dovuta al fatto che la piccola abitava in un cimitero. Essendo la nipote del guardiano del St James di Highgate, luogo di sepolture e croci di ferro ossidato a nord di Londra, non aveva grandi possibilità di godersi quel che si dice un’infanzia normale. Non era mai andata a scuola, non aveva mai giocato con gli altri bambini della sua età… e non ricordava di aver mai giocato a qual cosa, a dire il vero. La sua vita scorreva tra i sentieri del camposanto così come quella degli altri scorreva per le strade delle rispettive città natali…”
Annabel sin da piccolina ha sofferto di una grave malattia cardiaca e ha atteso la morte con calma e stoicismo nonostante la sua giovanissima età. Sarà grazie all’aiuto di una potente medicina che Annabel sopravvivrà all’infanzia: la Digitalina… “sei gocce di digitale purpurea per mantenerla in vita, sei gocce rosse come il sangue che la strapperanno alla morte”. Ma insieme alla promessa di una vita più lunga arriverà per Annabel la capacità di saper comunicare con i morti: il primo spettro che andrà a farle visita sarà quello della madre, brutalmente assassinata.Presto la capacità di Annabel non sarà più un mistero: sarà conosciuta come la “Fata di Highgate”: una bambina di appena undici anni con un potente dono… il tramite tra i vivi e i morti… la speranza per tutti coloro che per qualche conto in sospeso non sono riusciti a passare oltre.Crescendo Annabel non perderà i suoi talenti né la sua bellezza. Crescerà con la sicurezza di avere accanto un amico che la protegge, che la veglia giorno e notte e che le sta accanto, che sogna in continuazione e che non riesce a dimenticare… un uomo che la salvò all’età di undici anni dalle grinfie del perfido zio, che le indicò la strada della salvezza e della libertà: il Cavaliere Senza Nome.E sarà grazie al suo bel Cavaliere che Annabel scoprirà che nulla è impossibile, che l’amore è capace di travalicare ogni confine… anche quello della morte.
“Ti amo” lo sentì mormorare con la sua voce virile, le sfiorava lentamente con l’indice una delle guance. “Non sai quanto ti amo. Non può essere normale amare qualcuno così tanto. Non può essere del tutto… lecito…”Naturalmente altri personaggi entreranno in gioco, più o meno importanti, tutti a dare un tocco in più a questa incredibile storia.Lo stile di scrittura è impeccabile, il “registro” adottato dall’autrice è elegante e si avvicina molto al periodo in cui è stata ambientata la storia, la Londra di inizio ventesimo secolo; i personaggi sono tutti ben descritti, ben caratterizzati, ognuno con una loro particolarità, ognuno con una loro importanza, dalle comparse fino ad arrivare ai personaggi più importanti della storia… li ho sentiti veri, reali… ognuno di loro è stato pronto a raccontarmi la loro storia e io pronta ad ascoltarli.Ma la vera storia che mi è stata narrata è quella di un amore… un amore così grande che non vede ostacoli… un amore così grande che ti incoraggia e ti sprona a non arrenderti anche quando tutto sembra ormai perduto.
Eterna mi ha appassionato come non mi capitava da parecchio tempo, mi ha emozionato e mi ha messo i brividi, mi ha fatto venire il batticuore e alla fine mi ha strappato anche qualche lacrima.Non ho parole per di re quanto io abbia apprezzato questo romanzo: un romanzo che si discosta da tutto quello che si trova in giro. Una bella storia, unica e originale che penso possa emozionare in tanti…
CONSIGLIATO!!!
L'ho letto il... 3 Dicembre 2012GIUDIZIO: