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Recensione: Eva 17 di Saskia Sarginson

Creato il 15 ottobre 2015 da Roryone @colorelibri

"Era aprile quando sono annegata, un mese dopo il mio diciassettesimo compleanno. Eravamo in mare, il cielo si è oscurato fino a diventare nero, è scoppiato un temporale improvviso, dal nulla.

"E' strano, perché non ricordo il risveglio, solo la sensazione di esistere a una grande distanza, sospesa molto sopra il terreno. La luna girava sopra di me. L'universo era ricco di stelle, un'immensa spruzzata di pianeti, e io orbitavo insieme a loro."

Recensione: Eva 17 di Saskia Sarginson

Data di pubblicazione: 15 Ottobre 2015

1984. Suffolk, Inghilterra. Padre e figlia sono in barca, una normale gita. All'improvviso arriva un terribile temporale e Eva, diciassette anni, si perde tra le onde. Max, il padre, non ricorda nulla di quel giorno. Tutti sono convinti che sia annegata. Il rapporto tra Max e la moglie Clara è distrutto dal senso di colpa e dal dolore. Ma la figlia minore, Faith, si rifiuta di accettare una vita senza Eva: è determinata a ritrovarla e riportarla a casa viva. Proprio vicino alla costa dove si sono perse le tracce della ragazza, si staglia il profilo di un'isola sulla quale è vietato l'accesso, costellata di inquietanti strutture di cemento misteriose e senza finestre. Quello che nessuno sa è che Eva è tenuta prigioniera all'interno di uno di quegli strani edifici. L'isola non è affatto deserta come hanno sempre pensato. Un uomo dal passato oscuro vaga solitario in quelle terre abbandonate, e molti segreti nascosti nelle nebbie degli anni stanno per riemergere. Se vuole sopravvivere e tornare a casa, adesso Eva deve lottare...

Avete mai pensato alla possibilità di perdere tutto in un solo secondo? Alla possibilità di dover convivere con un dolore lanciante e sempre costante dentro voi? E all'inevitabile senso di colpa che vi assale, dopo giorno, per qualcosa che avreste dovuto fare e che magari avete fatto, ma che non ricordate? Credete sia possibile vivere così, chiamare un'esistenza simile vita, senza un barlume di speranza all'orizzonte? Pensateci. Il libro di Saskia Sarginson ripercorre tutto questo, una vita strappata via troppo presto, i sensi di colpa che riaffiorano, giorno dopo giorno, dall'oscurità, un'esistenza dura da affrontare ed il coraggio di andare avanti perché qualcun altro ha bisogno di noi, regalandoci un thriller molto umano, non dissimile dalla realtà, in grado di tenerci incollati alle pagine, minuto dopo minuto, ora dopo ora.

Siamo a Suffolk, in Gran Bretagna, nel 1984, un giorno come un altro. Max ed Eva, padre e figlia, decidono di godersi il mare attraverso la loro barca, di cui entrambi sono innamorati, quando all'improvviso un temporale si riversa in mare e accede l'inevitabile: Eva viene trascinata in acqua e la corrente la porta lontana dal padre, inerme e sotto shock. La ragazza, dopo settimane e mesi di ricerche, ormai è creduta morta e la famiglia sprofonda in un'esistenza soffocante, senza più forze e vita, ma Clara, la madre, non può permettersi questo perché la sorellina di Eva, Faith, di soli dieci anni, ha bisogno di lei, di loro. Come se tutto questo non bastasse, Max e Clara devo fare fronte a qualcos'altro, altrettanto grande e doloroso come la disgrazia che li ha colpiti: Faith è convinta che Eva sia viva, come se lo sentisse, e che si trovi non lontano da loro, in quell'isola, di cui si vedono i contorni anche solo dalle finestre della loro casa, prigioniera dell'Uomo Selvaggio, una creatura leggendaria; quello che non sanno però è che la figlia minore ha ragione, Eva non è morta, Billy, un uomo il cui passato verrà a galla a poco a poco, ha salvato la vita alla ragazza, ma le impedisce di tornare a casa costringendola a lottare ogni giorno contro il freddo, la fame, la sete, una vera e propria lotta contro la vita stessa. Eva si salverà da questo inferno? Riuscirà a tornare a casa? E Faith, che ruolo avrà in tutto questo?

La prima cosa che colpisce il lettore è sicuramente il fatto di ritrovarsi catapultato, subito immerso, nella tragedia protagonista del libro: la storia infatti, già dal Prologo, inizia con il ricordo di Eva di quel drammatico giorno in cui, annientata dalla tempesta, cadde in acqua dalla barca su cui si trovava con il padre; subito dopo l'autrice comincia ad addentrarsi nell'amino umano della famiglia, fotografando una casa distrutta, affranta, ovattata da una perdita, ancora creduta tale, troppo grande per loro: dolore, rammarico e giorni difficili si prospettano davanti al lettore con una forza tale da fare male, per lui non sarà difficile immaginarsi all'interno di quelle vite spezzate a metà, sommerso da ansie e paure, restio ad andare avanti, ma curioso di scoprire la verità, tutti questi sentimenti si alterneranno in lui nel corso della lettura e fino alla fine non lo abbandoneranno, ma ad essi si aggiungerà una piccola speranza che, forse, potrebbe divenire reale, ma di questo non voglio dirvi altro, starà a voi scoprire il resto. Il ritmo della narrazione invece all'inizio mi ha lasciata perplessa: sicuramente quando ci si cimenta con un thriller ci si aspetta un ritmo molto incalzante, veloce, frenetico, ansioso, ma
Altro elemento che contraddistingue l'autrice è la tecnica narrativa: l'Io narrante non è mai uno solo e la vicenda viene analizzata sotto punti di vista differenti che permettono al lettore di avere una visione molto più completa della storia e, soprattutto, gli permettono di conoscere a fondo i protagonisti, esaminandone i comportamenti e toccandone quasi con mano le anime, fondendosi come fossero una persona unica. Così, ogni capitolo ha la particolarità di avere una voce differente: Eva ci racconta di Billy e della sua prigionia; Faith invece ci fa conoscere un lato di lei a molti celato, il suo coraggio è immenso, pur avendo solo dieci anni riesce a comportarsi in maniera esemplare, come un adulto mai sarebbe in grado di fare, per non parlare poi della grande forza che dimostra quando, tutta sola, decide di andare a recuperare sua sorella; Max si dimostra come un uomo divorato dai sensi di colpa, sentimento ancora più amplificato dal fatto che il suo cervello ha eretto una barriera e i ricordi di quel giorno vengono a galla confusi, irriconoscibili, al contempo è deciso a ridare una vera vita alla sua figlia minore e a sua moglie, che ormai non sente più vicino, distante anni luce da quell'amore che, tanto tempo fa, li ha uniti; infine, c'è Clara, una madre completamente sopraffatta dal dolore, ma che decide di andare avanti per Faith, celando il suo stato d'animo con piccoli gesti quotidiani, come il giardinaggio o le passeggiate con il cane.
Saskia Sarginson ci fa scoprire altro, ci fa capire come un thriller può essere tale anche con una narrazione più lenta, ma al contempo profonda, in grado di entrare nei personaggi come pochi altri sanno fare. Nonostante questo, però, avrei preferito leggere qualche colpo di scena in più, qualche rivelazione in grado di far cambiare registro alla storia che ho adorato comunque. Le ambientazioni e l'atmosfera sono, inoltre, molto adatte sia alla storia che alla narrazione: allo stato d'animo dei personaggi si contrappone un cielo grigio, il più delle volte piovoso ed un atmosfera triste, quasi come se fosse Eva a regalare il sole alla piccola cittadina di campagna in cui abitano.
Infine, lo stile risulta essere molto diretto e frammentato, duro e a volte cupo, senza cessare di essere semplice e soprattutto scorrevole.
Eva 17 è un thriller dalla sfumature inquietanti e profondo, in grado di scavare a fondo nelle oscure profondità delle persone più semplici rivelando, al di là della corazza protettiva che ognuno di noi può costruirsi, dolori, paure e tante speranze, è una sorta di messaggio che Saskia Sarginson manda a tutti noi: non smettete mai, e dico mai, di sperare, seguite l'istinto e cominciate a credere, anche solo un po' di più, a chi vi circonda.

Recensione: Eva 17 di Saskia Sarginson

Recensione: Saskia Sarginson

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