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Recensione: ExtraUnione

Da Flautodipan @miriammas
Recensione: ExtraUnione Titolo: Extraunione e la società degli uomini morti 
Autore: Michele Raniero 
Editore: Il Ciliegio 
Pagine: 288 
Prezzo: 16,00 euro
Descrizione:
Ventidue anni. Quasi un quarto di secolo è passato da quel mattino in cui il presidente di Unione, Zivor Ullman, ha decretato la fine della guerra contro il continente Futura, ribattezzandolo ExtraUnione. Ventidue anni che hanno visto l’affermarsi assoluto di Unione sull’intero pianeta, e la consacrazione del potere di Ullman, di un uomo convinto d’essere un dio.
Eppure qualcosa è cambiato, all’improvviso, senza che nessuno potesse prevederlo.
Unione è stata attaccata e la sua capitale, Tzare, distrutta in un solo mattino. L’impero dominatore della terra si ritrova in ginocchio di fronte ad una potenza straniera sottovalutata, che ha tessuto il suo piano di conquista in silenzio, nell’ombra di un mondo in schiavitù, alla ricerca di vendetta.
Ma, forse, non tutto è perduto. Forse un’ultima speranza per Unione vive ancora, ma alberga proprio in quell’ExtraUnione sottomessa, comandata dalla Società degli Uomini Morti, da un’organizzazione clandestina nata nell’odio, che agogna la libertà perduta, che lotta per la rinascita di Futura Il compito che il fato riserva al tenente Met Roustin è arduo e senza precedenti. Egli dovrà agire da anello di congiunzione fra le due realtà, fra Unione ed ExtraUnione, tra il dominatore in ginocchio e il sottomesso desideroso di rivalsa, cercando di unire quei due mondi opposti che, a causa dello strano disegno del Destino, sono entrambi suoi. E’ una corsa contro il tempo, prima che Unione cada definitivamente, trascinando nella polvere anche ExtraUnione, prima che l’intero pianeta paghi le colpe di un solo uomo. E’ la storia di una guerra, di una battaglia per la sopravvivenza, per la libertà di esistere e di essere uomini, a qualsiasi costo
E’ uno scontro fra mondi, tra culture diverse, con ombra e luce, bene e male, da entrambe le parti, che spiazza chi legge.
E’ il racconto di un tempo vaporoso e indistinto, di un futuro che potrebbe essere, ma allo stesso tempo dannatamente presente e attuale. 
L'autore:
Recensione: ExtraUnione
Michele Raniero è nato nel 1991 a Rivoli, in provincia di Torino, e vive ad Orbassano. Frequenta il terzo anno della Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Torino. ExtraUnione e La Società degli Uomini Morti è il primo romanzo di una tetralogia ambientata nel futuristico mondo di ExtraUnione, pubblicata dall'editore il Ciliegio.
La recensione di Miriam:
Siamo nel 2200, su un pianeta che potrebbe essere la nostra Terra ma che ha un assetto geografico ben diverso da quello che conosciamo. Il mondo è diviso in due blocchi entrambi finiti sotto l’egemonia di un unico tiranno. A seguito di una sanguinosa guerra, il presidente di Unione, Zivor Ullman è infatti diventato sovrano indiscusso anche di Futura, ribattezzata ExtraUnione dopo la conquista. La popolazione vive all’ombra di un regime totalitario in cui qualsiasi libertà è negata e i più temerari coltivano in segreto sogni di rivalsa.
Met è un adolescente come tanti altri. Abbandonato dal padre, che di fatto non ha mai conosciuto, vive solo con sua madre. Le sue giornate sono scandite da noiose lezioni presso la Scuola Union e piccoli momenti di svago che condivide con l’amico Sam, badando bene a rispettare il coprifuoco.
Un giorno, rientrando a casa, il ragazzo trova un volantino infilato sotto la porta. Lo strano biglietto reca un messaggio sibillino inneggiante alla rivolta e in conclusione il luogo e l’ora di un appuntamento.
Difficile stabilire se sia proprio lui il destinatario dell’invito, nel dubbio Met decide comunque di accoglierlo recandosi nel posto stabilito con l’inseparabile compagno Sam.
I giovani finiranno così per essere reclutati in una cellula rivoluzionaria, la Socieà degli Uomini Morti che, attraverso atti terroristici, si propone di deporre il presidente Ullman e riconquistare l’indipendenza di Futura.
All’indomani del primo attacco al potere di cui è protagonista però, Met vedrà uno sconosciuto fare irruzione nella sua abitazione. L’uomo dichiarerà di essere suo padre e lo trasferirà all’Accademia militare perché diventi un soldato di Unione al servizio del presidente. Sam, incapace di abbandonare l’amico, deciderà di seguirlo.
Ritroveremo i ragazzi a distanza di sette anni divenuti ormai militari esperti e impegnati in una dura guerra contro gli abitanti del pianeta Neuton che stanno invadendo Unione.
Di qui in poi li seguiremo nel corso di numerose battaglie. Li vedremo combattere contro robot progettati con tecnologie aliene fino a riscoprirli mediatori in un’impensabile trattativa. La consapevolezza di non poter sconfiggere i neutoniani da soli, spingerà i combattenti di Ullman a tentare un’alleanza proprio con i più temuti nemici del governo. Toccherà a Met con il supporto di Sam, rintracciare i capi della Società degli Uomini Morti e convincerli a lottare insieme per la libertà.
Tante e avvincenti sono le idee alla base di questo romanzo che per genere richiama atmosfere e tematiche della fantascienza più classica. Superato un incipit in odore di distopia, le riflessioni di carattere sociologico vengono infatti abbandonate per lasciar spazio ad azione e tecnologia, strategie militari e scontri armati che ci riportano al mito delle guerre stellari.
La storia procede a un ritmo quasi vertiginoso sostenuto dall’avvicendarsi di numerosi colpi di scena. I riflettori sono costantemente puntati sulle tattiche belliche e sui combattimenti tanto da fornire, a tratti, l’impressione di muoversi in un videogame. Ricche di particolari e affascinanti risultano le descrizioni dei robot neutoniani, i N.E.S. che, per alcuni versi, sembrano strizzare l’occhio a più celebri predecessori, protagonisti di vecchi cartoon.
Pur essendo un giovanissimo autore agli esordi, Michele Raniero si mostra particolarmente abile nell’intrattenere grazie anche a un vivace stile narrativo che non tradisce incertezze. Un po’ meno sicuro appare però nella costruzione della trama che, purtroppo, rivela alcuni strappi impossibili da ignorare. In apertura di romanzo Met si presenta al lettore come un rivoluzionario, un membro attivo della Società degli Uomini Morti che non esita a uccidere pur di contribuire alla caduta di Ullman. Beché il sedicente padre lo prelevi quasi con la forza per portarlo in Accademia, il ragazzo non oppone una vera e propria resistenza. Lo vediamo piuttosto adattarsi con troppa facilità al suo nuovo ruolo di soldato, un ruolo in assoluta contraddizione con il precedente − da avversario del governo ne diventa praticamente il braccio armato. L’autore tenta di risolvere l’incongruenza sottolineando che tiranno e nazione non sono la stessa cosa, che Met combatte per il bene della Patria e non di chi la governa, così come gli Uomini morti odiano Ullman e non Unione, ma si tratta di una spiegazione che non convince fino in fondo; rimane il fatto che Met, se pure mosso da amore patriottico, si mette al servizio della persona che voleva annientare e la Società degli Uomini Morti scende a patti con il nemico in barba a tutti i suoi progetti rivoluzionari.
I sette anni che separano il giorno del reclutamento di Met da quello in cui lo ritroviamo tenente sul campo vengono saltati a piè pari. Non ci è dato sapere cosa sia successo in questo lasso di tempo e rimane il dubbio che proprio in questo buco narrativo possano celarsi alcune risposte che tornerebbero utili al lettore per entrare davvero in sintonia con la storia. Allo stesso modo, una maggior descrizione della società distopica generata dal governo Ullmann avrebbe consentito una migliore comprensione degli obiettivi e degli ideali della Società degli Uomini Morti che, tutto sommato, rimane evanescente. La mancanza di libertà che è alla base della ribellione è un dato di fatto che viene riferito ma non mostrato, tocca a chi legge, magari sulla base di suggestioni provenienti da altre opere letterarie o cinematografiche, figurarsi il malessere della popolazione oppressa. Qualche approfondimento in più in questa direzione, dal mio punto di vista, avrebbe reso il tutto più credibile e coinvolgente. Poiché Extraunione è solo il primo capitolo di una saga è tuttavia possibile che alcune spiegazioni siano solo state rinviate al sequel. Viste le buone premesse c’è da augurarsi che sia così.
 
 

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