Recensione "Facebook in the rain" di Paola Mastrocola

Creato il 17 aprile 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da Valentina Bettio

Titolo: Facebook in the rain Autore: Paola Mastrocola Casa editrice: Guanda Collana: Prosa contemporanea Pagine: 125 Prezzo: € 10 Data uscita: 8 Marzo 2012 Trama: Evandra vive in un piccolo paese del Centro Italia dove fa la casalinga. Rimane vedova all'improvviso, e la sua vita si svuota. Ha una figlia lontana, amiche indaffarate. L'unica salvezza è andare al cimitero, trovarsi con le altre vedove a disporre i fiori per i propri cari. Ma la pioggia... La pioggia ha un ruolo determinante in questa storia. Di colpo Evandra scopre un mondo meraviglioso che fino ad allora le era del tutto ignoto: prende lezioni di Facebook e la sua vita cambia, si popola di personaggi un po' veri e un po' finti, buoni, cattivi, enigmatici, timidi. E tra questi, persino un innamorato... Una moderna favola d'amore, ambientata in un'epoca, la nostra, dove il virtuale si confonde con il reale, ma dove anche s'incontrano quelle anime semplici, appartate e solitarie, che Paola Mastrocola sa far vivere con felice ironia.

RECENSIONE Paola Mastrocola riesce, con il suo Facebook in the rain, a dare corpo ad una storia ordinaria, arricchita dall’attualissimo tema della “dipendenza da Social Network: di questo tratta, essenzialmente, il suo nuovo libro. Facebook in the rain è una lettura veloce e di per sé scorrevole, che si può affrontare in un’oretta di tempo libero. Il tema trattato è di grande attualità e affrontato con una falsa leggerezza che invita a riflettere. La narrazione è fluida e la scelta di utilizzare un vocabolario “popolare”, per così dire, è al contempo riuscita ma fuori luogo, una proverbiale “stecca” durante l’esecuzione di un brano.
La protagonista vive in un piccolo paese del centro Italia ed è il perfetto ritratto della "casalinga d’altri tempi", quella che nell’immaginario popolare è abbandonata a se stessa nel nulla della campagna: poche pretese, nessuna ambizione e bagaglio personale/culturale ridotto. Di conseguenza, il linguaggio utilizzato e le sfumature regionali sono adattate alla figura della protagonista, ma il risultato finale è un appesantimento la narrazione che, in diversi punti, annoia il lettore.
Addentrandoci nella trama, Facebook in the rain ci porta nella realtà quotidiana di Evandra, giovane vedova dalla vita triste e vuota, la cui principale occupazione è la giornaliera visita al cimitero dove, oltre a continuare una chiacchierata ad una sola direzione con il defunto marito Aurelio, passa il proprio tempo con le altre vedove del paese, una vera e propria cricca di donne disperate che hanno trasformato la propria dedizione per i defunti nella loro unica ragione di vitaMa cosa fare quando piove? Di certo è impossibile andare al cimitero e il vuoto che circonda l’esistenza di Evandra diventa una presenza ingombrante, fastidiosa, spaventosa… Da qui parte lo sciagurato consiglio dell’amica Rosalena:

“Ma io secondo te, che devo fare quando piove?” Rosalena stava tagliando un pomodoro per farsi la caprese. […] Così rispose serenamente e distrattamente alla sua amica vedova che le chiedeva aiuto: “Potresti andare su Facebook!”

Dopo i primi passi insicuri nel mondo virtuale – partendo dalla semplice operazione di accendere un pc per arrivare a come navigare su Internet –, sotto la guida prima della stessa Rosalena e poi di Baldo, Evandra scopre un nuovo mondo, ricco di abbaglianti novità e nuove amicizie: la gioia di una notifica, di una richiesta di amicizia da parte di qualcuno che non si è mai incontrato prima con cui si potrebbe, forse, instaurare un rapporto anche nella vita reale, link da condividere, la possibilità di fingere, di essere qualcun altro… Rosalena diventa, passo dopo passo, una vera e propria schiava del mondo di Facebook. La triste vedova legata alla memoria di Aurelio si eclissa, sostituita dallo sgargiante “Garofano screziato”, il suo pseudonimo Facebookiano.
La Mastrocola affronta con ironia questo tema, trasformando un innocuo passatempo in una vera e propria “droga” – fatto che, purtroppo, non è imprigionato solo nelle pagine del suo libro ma si verifica anche nella vita reale –, inserendo un finale “a sorpresa” in cui l’ingenuità di un gesto concepito con affetto porta alla degenerazione della situazione: lacerata, divisa tra due mondi, Evandra si sta consumando. Ma quello che dovrebbe essere un regalo volto ad alleggerire il suo senso di colpa porta alla più grande manifestazione del suo problema: eh si, perché la dipendenza da Social Network esiste davvero e sta colpendo moltissime persone nel mondo, giovani e meno giovani che preferiscono le false promesse del mondo virtuale alla socializzazione nel mondo reale e la povera Evandra non è da meno. Ormai prigioniera di Facebook, non riesce più ad abbandonare quelle pagine per tornare alla vita reale: un tema attuale e scottante, a cui non si sta dando il giusto spessore ma che ha forti impatti a livello sociale e relazionale.
Insomma, è sotto gli occhi di tutti: quante volte vi capita di uscire con gli amici e, inevitabilmente, qualcuno tira fuori il nuovo cellulare Hi-tech con immancabile connessione ad Internet e, nel bel mezzo della serata, si estranea dalla compagnia per controllare e-mail e Facebook? Non è uno scherzo, né tantomeno una barzelletta o un’estremizzazione: è una triste realtà, che vedo diffondersi sempre più spesso tra chi mi circonda. Il libro della Mastrocola mette sotto i riflettori questo fenomeno, contagioso e dilagante: sembra ormai impossibile non cedere alle lusinghe del WWW, che ha invaso ogni aspetto della nostra vita. 
Non vi è un lieto fine o un esplicito invito ad abbandonare la “cattiva strada” che può portare alla “dipendenza da Facebook” ma, tra le righe, vi è forse un’accusa e sicuramente la storia di Evandra non può che suscitare una riflessione sulla degenerazione della capacità di relazionarsi delle persone, sempre più dipendenti da schermo e tastiera, sempre più alienate, lontane dalla vita vera e vincolate ad una realtà parallela, forse in qualche modo più appagante ma assolutamente falsa.
L’AUTRICE: Paola Mastrocola è nata nel 1956 a Torino, dove tuttora risiede. Insegna lettere in un liceo scientifico. Fino al 1999 ha pubblicato poesie e saggi sulla letteratura del Trecento e Cinquecento. Dal 2000, presso Guanda ha pubblicato cinque romanzi (La gallina volante, Palline di pane, Una barca nel bosco, Più lontana della luna e La narice del coniglio), il pamphlet narrativo La cuola raccontata al mio cane, il romanzo-favola Che animale sei?


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :