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Recensione: Felicità nuda di Maria Cristina Petrucci

Creato il 21 dicembre 2013 da L'Angolino Di Ale @LangolinodiAle

Ciao a tutti! Questa sera vi parlo di un libro di una scrittrice emergente Maria Cristina Petrucci “Felicità nuda“. Già il titolo mi ha incuriosita ed ho iniziato la lettura con entusiasmo anche se… Non voglio darvi anticipazioni, leggete la recensione! Buona serata a tutti!

Recensione: Felicità nuda di Maria Cristina Petrucci
Titolo :  Felicità nuda

Autrice :  Maria Cristina Petrucci

Casa editrice :  Incontri Editrice

Pagine :  198

Prezzo : 12.00 €

La trama

Tutti hanno diritto di essere felici? Anche i più sfortunati? Anche nelle disgrazie? Nelle sofferenze? Virginia, la protagonista di questo romanzo, pensa di sì. Incontra lungo il cammino personaggi positivi e negativi e cerca di trarre insegnamento da tutti loro. Considerando i problemi come ospiti inattesi cui doversi rapportare e che fanno crescere. Cercando di non perdere il sorriso. Cercando di fare del bene. Inseguendo la felicità.

• La mia recensione •

Tutti noi, tutti i giorni (o quasi) ci alziamo dal letto e cerchiamo di costruirci un angolo di felicità. Anche Virginia Corbelli si appresta a farlo. Sin da bambina ha sempre cercato di scoprire cosa c’è all’interno delle cose e delle persone: osservandole, tastandole, annusandole per cercare di farsi un’idea del mondo. Virginia non si è mai soffermata alle apparenze ma, con la sua voglia di scoperta, ha sempre cercato di guardare sotto la superficie. Virginia è una bambina curiosa e sarà una giovane teenager chiacchierona ed estroversa. Crescendo manterrà la sua voglia di andare oltre le apparenze, di leggere (libri, etichette dell’acqua, enciclopedie ed elenchi telefonici), di prendersi cura degli altri (amici e non). Virginia è una che ascolta e dispensa consigli di ogni genere, ma non ama raccontare di sé. Virginia si interessa di tutto il mondo, ma il mondo, a sua volta, non si cura di Virginia.

Quella voglia di scoprire il mondo, che da bambina la portava ad imparare i nomi delle piante, degli insetti e di tutto ciò che era catalogabile, da grande la porterà ad essere una donna fragile ed indifesa. Quell’ingenuità, così dolce in età adolescenziale, fa di Virginia una donna inerme, “nuda” davanti a quel mondo che la prende e la maltratta. Virginia è una donna troppo buona, si lascia abbindolare da chi non ha scrupoli. La sua estrema bontà d’animo fa sì che Virginia non si accorga del male che la circonda. È cresciuta in una famiglia amorevole che l’ha iperprotetta dalle malvagità e questo le si ritorcerà contro quando, inevitabilmente, si troverà faccia a faccia con la realtà, con persone che si prendono la libertà di farle del male gratuitamente. Virginia dovrà, quindi, aprire gli occhi e leggere dentro di sé tutta la delusione di una giovane donna, inesperta e sola. Dovrà pagare lo scotto di essersi fidata di alcune persone e arriverà al punto di essere stanca.

Ho trovato la prima parte del romanzo piacevole, ho apprezzato il coraggio e la forza di Virginia ed il suo carattere deciso ed estremamente curioso. La sua generosità era immensa e la sua sensibilità invidiabile. La seconda parte del romanzo devo dire che mi ha un po’ lasciata titubante. Virginia cambia completamente schema: diventa timorosa, ha paura di tutto e di tutti. È come se fino ad un momento prima avesse vissuto sotto una campana di vetro ed improvvisamente si fosse trovata in mezzo ad una strada malfamata. L’autrice crea quasi due personaggi differenti all’interno della stessa persona. Ad un certo punto verrebbe da chiedersi: “Dov’è la vecchia Virginia, quella che non si faceva intimorire da nulla, quella che amava combattere? Perché non esce allo scoperto ed inizia a lottare?”

Il personaggio di Virginia è particolare, forse troppo. È molto curiosa sì, ma a volte diventa anche irrimediabilmente pesante, con le sue mille domande, spesso inutili. Virginia da troppe cose per scontato, non si rende conto della fortuna che ha e spesso si perde in un bicchiere d’acqua. I dialoghi tra i personaggi si alternano a monologhi: ciascun personaggio parla nella propria mente ed il lettore legge i ragionamenti di ciascun personaggio. Questo fa si che la narrazione risulti altalenante: in alcuni punti è chiara e fluida mentre in altri punti risente di dialoghi sconnessi ed oscuri per chi legge. Spesso in poche righe si cambia completamente scenario e questo non facilita la lettura del romanzo. Le tematiche trattate sono attuali: la violenza, la depressione, la diversità, la necessità di aiutare gli altri per riscoprire sé stessi.

A causa di alcuni eventi, Virginia perderà la voglia di vivere, entrerà in un tunnel di depressione e sofferenza ma pian piano si renderà conto dell’importanza di fare anche dei piccoli gesti, di dire una parola, di dare un abbraccio. Piccoli gesti che non costano nulla e che danno tanto. Piccoli gesti che domani potremmo non avere più l’opportunità di fare.

La protagonista del romanzo dovrà intraprendere un percorso difficile e tortuoso per riappropriarsi della serenità necessaria per guardare al futuro. Virginia capirà che la felicità si può trovare ovunque, basta avere voglia di cercarla. A volte basterebbe avere voglia di “mettersi a nudo”, “spogliandosi” di tutto il superfluo, per rimanere “nudi” e capire che non serve nient’altro che il nostro cuore per essere felici davvero.

La felicità esiste? Esiste la felicità? Raggiungerla è possibile? Riconoscerla e poter dire: «Ecco, è questa, è questo il momento». È possibile essere felici? Arrivare a interrogarsi, cercando qualcosa che manchi, per essere più felici di quanto siamo ora e non trovare nulla? Svegliarsi una mattina e poter dire «Non voglio niente di più. Marmellata di ciliegie e Cabernet Franc». È possibile? Ma in fondo, perché no?”


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