Buona domenica lettrori,
eccomi con una nuova recensione!
Titolo: Figli dello stesso padre
Autore: Romana Petri
Pagine: 297
Prezzo:€ 16,40
Editore: Longanesi
Trama
Finalista Premio Strega 2013. Figli
dello stesso padre, ma di due donne diverse, Germano ed Emilio si
rivedono dopo un lungo silenzio. Sono diversissimi, accomunati
unicamente dall'amore insoddisfatto per il padre Giovanni, una figura
possente, passionale ed egocentrica, che ha abbandonato la madre di
Germano perché la sua nuova donna aspettava un figlio, Emilio, per poi
abbandonare poco dopo anche lei come tutte le altre donne della sua
vita. Germano, pur essendo sempre stato il preferito del padre, non ha
mai perdonato al fratello minore di essere la causa del divorzio dei
genitori. Emilio, cresciuto sapendo di essere il figlio non voluto, ha
sempre cercato, invano, l'affetto del padre e del fratello. Nei pochi
giorni che trascorreranno insieme, le antiche rabbie e il richiamo del
sangue riemergeranno furiosi.
Mia recensione
"Figli dello stesso padre" è uno dei romanzi
candidati e finalista al premio strega
di quest'anno ed ero davvero curiosissima di leggerlo. Sinceramente non sono
particolarmente attirata da questi premi vari però la trama di questo libro mi
ha colpito tantissimo e, dopo un po' di titubanza, ho deciso di leggerlo.
I protagonisti sono Emilio e Germano due fratellastri che
hanno condiviso in maniera iniqua l'affetto di loro padre che ha avuto Emilio
da una delle sue relazioni extraconiugali contribuendo a mettere poi fine al
matrimonio. In realtà le storie sono tre: quella dei due figli, l'amato Germano
e il disprezzato Emilio, ma anche la storia della vita disastrata del padre che
ha distrutto le sue relazioni con le innumerevoli donne ma anche con il sangue del
suo sangue.
Che dire? Il libro non mi ha convinta perché ho trovato il
fulcro della storia davvero poco realistico: Germano, pur avendo quasi 50 anni
suonati, imputa le colpe del padre al fratello Emilio che invece cerca da 40
anni l'approvazione e l'affetto del suo eroico fratello maggiore. Nei flashback
raccontati, che sono i momenti che più ho apprezzato, emerge il rapporto quasi
malato che il padre ha con i suoi figli e con le tante donne che frequenta e, tutto ciò, va a
incidere notevolmente sulla relazione tra Emilio e Germano.
La figura del padre snaturato e immaturo è sempre presente
ma è spesso i suoi comportamenti sono giustificati dai suoi familiari che, nonostante siano
coloro che più sono colpiti dal suo comportamento infantile, non riescono a
colpevolizzare questa figura così estrema. Ugualmente Germano è un uomo poco
equilibrato che si comporta come suo padre, infatti cambia donne come vestiti,
è incapace di amare (sua madre a parte) e continua, dopo anni e anni di
sofferenza, a sostenere il padre e a denigrare Emilio e Costanza, madre di
quest'ultimo. Insomma, questo comportamento così infantile e aggressivo nei
confronti del mite Emilio che, non voluto dal padre, denigrato dal fratello e
cresciuto alle spalle della sua ingombrante ombra, è a dir poco ridicolo.
Questa parte davvero non mi ha convinta e mi faceva innervosire perché Emilio,
del tutto innocente e tanto gentile, è un personaggio sicuramente problematico
ma anche comprensibile e insicuro nonostante abbia un'ottima posizione
lavorativa in America, una bella famiglia stabile e che lo ama. Anche se ha
tutto ciò lui desidera da sempre l'amore del fratello pur ricevendo da lui solo
schiaffi morali e sentimentali.
Sicuramente la vita dei due protagonisti e delle loro madri
è complessa e articolata e, in parte, mi ha coinvolto, ma il sentimento che mi
ha condotta alla fine de libro è quello della rabbia che mi ha portato a non
sopportare Germano e a compatire Emilio.
Assegno a questo romanzo due stelline e mezzo.
Lya