Fanatici e fanatiche della Marvel, Thor è tornato!
Il divino figlio di Odino (qui uno straordinario Anthony Hopkins), privato del suo magico martello, una notte di non molto tempo fa è stato scaraventato nell’ennesima zona desertica del New Mexico.
Prescindendo dal fatto che capitino tutte agli americani, in particolar modo agli abitanti di quella specifica zona degli Stati Uniti, e che non sappia ancora decidermi se invidiarli o prenderli per pazzi, sta di fatto che quell’arrogantello di un semidio con il corpo da adone e la faccia credibilmente vichinga (nonostante sia l’Australia ad aver dato i natali a Chris Hemsworth, che gli presta il volto) è assai testardo. Ha portato il padre ad adottare una soluzione estrema, quale la privazione dei poteri e la condanna a vivere con noialtri, per apprendere cosa sia l’umiltà. Mi sono quindi venuti i brividi, quel poveraccio ha corso il serio rischio di rimanere in eterno qui giù!
Comunque sia, oltre che un semidio è pure terribilmente fortunato: si è adattato alla perfezione, è stato soccorso da dei bravi sammaritani pronti a credere alle panzane che uscivano dalla sua bocca e si è fatto anche l’amichetta locale, da non credere… Quindi ora che ha incontrato la donna che non riesce più a dimenticare, possiamo dormire sonni tranquilli, tornerà a trovarci a più riprese (si parla di ben due sequel già in programma con cast completo) e magari all’occorrenza ci darà pure una mano a risolvere quelle noie tipicamente terrestri.
Gli amici americani ci fanno quindi riscoprire il fascino dei miti nordici, dapprima attraverso i fumetti - grazie a dio (eh già, decisamente qualcuno ha guardato giù, chissà magari proprio da Asgard) nati dall’abile penna di Stan Lee e dalla matita di Jack Kirby – poi affidando al regista shakespeariano per eccellenza, Kenneth Branagh, la regia della versione cinematografica rigorosamente riadattata ai tempi. Incredibile pensare che il regista, che nell’immaginario collettivo rievoca “Molto rumore per nulla”, si sia trovato a fare i conti con il fumetto della propria infanzia (a suo dire), ad affrontare gli effetti speciali ed il tanto in voga 3D, ed a dirigere un cast grondante nomi altisonanti. Su un set che pare sia stato mastodontico, la battaglia più grande è decisamente quella dei premi Oscar presenti: un numero da pelle d’oca e da crisi di identità collettiva del resto del cast scritturato. Inutile dire che la presenza scenica di Sir Anthony Hopkins sia tale che se avesse affermato di essere lui stesso Odino, non credo che vi sarebbe stata alcuna obiezione.
Il risultato finale è una pellicola equilibrata, un perfetto connubio tra due mondi, il primo fantastico mentre il secondo ben più reale; un alternarsi di gesta eroiche e superpoteri ad azioni disarmate e disarmanti; un continuo passare da una recitazione a schermo verde ad una più tradizionale; un perenne oscillare tra effetti speciali-ssimi e la totale assenza di essi; insomma è un fantasy che si intreccia con un polveroso action movie ed in ultima analisi ci ripropone molti dei temi cari al divino di Statford–upon-Avon.
Di differenze rispetto al passato ed alla tradizione scandinava ve ne sono, ma non ci frega. In fin dei conti il prodotto è un ottimo tentativo di unire fantasia, tecnologia ed azione usando come collante una grande dose di ironia e poi…si basa su un mito!
Adatto sia ai maschietti che alle femminucce: avrete entrambi di che rifarvi gli occhi
Vi raccomando, rivendicate sempre la libertà di sognare, anche solo per qualche ora, un giorno potrebbe “piovere” anche nelle vostre vite un supereroe, un adone, pronto a conquistare il mondo per farvi felici.
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