Prendete un vulcano, fatelo eruttare, velate l’orizzonte con una coltre di fumo e fuliggine, e avrete i voli di mezzo continente costretti a terra. Vi suona familiare? Qualche anno fa, nella cara e vecchia Europa, ci ritrovammo con milioni di passeggeri costretti a spostarsi solo via terra proprio a causa del risveglio di un vulcano islandese, e la cosa non fu per nulla semplice da gestire.
Subito dopo il fatto, stupì un bel po’ che nessun regista/ sceneggiatore utilizzasse l’evento come pretesto di qualche storia dall’ambientazione tutta europea. Ma, da oggi, possiamo dormire sonni tranquilli: il regista francese Alexandre Coffre usa il disastro provocato dal vulcano col nome impronunciabile (Eyjfjallajökull) per costringere una coppia di ex-coniugi a convivere, anzi a sopravvivere (!), dalla Germania alla Grecia nei medesimi abitacoli.
Una scena del film “Tutta colpa del Vulcano” – Photo: courtesy of BIM Distribuzione
“Tutta colpa del Vulcano” è una commedia francese, è un film che vorrebbe essere un on the road senza esclusione di colpi, è una pellicola volutamente leggera con due ottimi attori che dovrebbero incarnare la tipica coppia scoppiata carica di rancore e rabbia repressa che si ritrova insieme, contro la propria volontà, per il bene della figlia che si sta per sposare in terra ellenica.
Alain e Valerie pur di arrivare in tempo al matrimonio della giovane Cecile sono disposti a rischiare il tutto e per tutto quindi anche a condividere il viaggio, ma il risultato non è dei migliori. I due si fanno i dispetti sin dal primo fortuito incontro sull’aereo, e da li inanellano una serie di scaramucce e ripicche piuttosto prevedibili, poco frizzanti, che -al massimo- inducono un sorrisetto qua e la, ma non regalano una fine di giornata all’insegna delle ristate senza sosta.
Una scena del film “Tutta colpa del Vulcano” – Photo: courtesy of BIM Distribuzione
La sceneggiatura deve essere parsa debole non solo ai nostri occhi. La riuscita del film, infatti, è stata riposta nelle abilità dei due attori, Dany Boon (amato anche da noi nelle commedie “Giù al Nord” e nel recente “Supercondriaco”) e Valérie Bonneton (vista ne “L’amore inatteso”), indubbiamente in grado di intrattenere efficacemente le platee. Il punto è che mettere sulle spalle del cast due intere ore di film è stato un azzardo che non ha funzionato sino in fondo.
Probabilmente si voleva fare una versione attualizzata, ed Europea, de “La Guerra dei Roses”, sta di fatto che i poveri Boon e Bonneton sono troppo leggeri e rimangono sempre lontani dal creare un’alchimia simile quella che regnava tra Michael Douglas e Kathleen Turner, e non riescono a far in modo che lo spettatore si riconosca nelle situazioni paradossali, nella voglia di piccole vendette, nel risentimento provato per colui-che-fu il proprio partner.
Nel complesso non è un’opera disastrosa ma “Tutta colpa del Vulcano” appare sottotono rispetto alle altre commedie francesi viste durante l’anno e agli ultimi film di Boon. Ottimo, invece, per il passaggio su piccolo schermo.
Vissia Menza