Magazine Cultura
di Jean Teule
Prezzo di copertina: € 17,00
Editore: Neri Pozza Editore
Formato: BrossuraPagine: 288
Titolo originale: Fleur de Tonnerre
Febbraio 1852. In alcuni poveri villaggi della Bretagna spazzati dal vento dell’Atlantico, gli abitanti credono ancora ad antiche e macabre leggende. Lo fanno perché è l’unico modo che hanno per esorcizzare il male, scacciare la paura e farsi una ragione della miseria in cui sono costretti a vivere. È così che Hélène Jégado inizia a credere ad Ankou – il Dio della morte – uno spirito maligno che si incarna nelle persone più insospettabili e le costringe a fare qualunque cosa. Anche le più spaventose. E, quando la fantasia si mescola con la follia, niente può impedire a Hélène di immedesimarsi in quella divinità, e decidere di esserne la voce e il braccio. Diventata una cuoca esperta, Hélène inizia a girare la nazione lasciando dietro di sé una scia di cadaveri. Il primo è quello della madre. Ma non mancano uomini, bambini, prostitute e persino uomini di chiesa. Per ognuno di loro, la donna usa la stessa tecnica: si presenta come la più placida e silenziosa delle domestiche, prepara cibi e pietanze succulenti dentro cui nasconde una polvere di arsenico e, quando la vittima inizia a sentirsi male, se ne prendecura fino alla morte, come il più terribile degli angeli consolatori. La lunga catena di omicidi, però, – ben trentasette – si interrompe quando la donna rivolge le proprie «attenzioni» a un giudice, che capisce subito di avere di fronte un’assassina e la denuncia alle autorità. Confessate le sue responsabilità, Hélène viene condannata alla ghigliottina, dove morirà il 26 febbraio 1862.
Lo sò, a prima vista questo libro non conquista per nulla, anzi io stessa sono stata in dubbio se leggerlo o meno, ma una volta iniziato, devo ammettere che non me ne sono pentita. La storia di per sè non ha nulla di fantasioso o immaginario, anzi, ci riporta la storia di una donna, Helene Jegado, che è stata una spietata serial killer francese di metà Ottocento. Quello che ho trovato interessante di questo libro prima di tutto, è il mostrare come fosse realmente la vita in questo periodo nelle campagne francesi abitate da persone povere di denaro ma ricche di credenze, superstizioni e leggende. Ho trovato affascinante leggere come questi costumi entrano così in profondità a far parte della vita della protagonista tanto da suggestionarla e convincerla di essere l'esecutrice dei voleri del dio della morte Ankou e da qui quindi, iniziare una serie di delitti che si lascerà alle spalle lungo il suo cammino. La protagonista non si cura di chi siano le sue vittime. Uccide bambini, preti, parenti, donne e uomini sempre con lo stessa tecnica, li avvelena aggiungendo della polvere di arsenico nei prelibati piatti che cucina. Helene va avanti con la sua missione per tanto tempo e per tutto questo tempo è determinata, convinta e inarrestabile, fino a che non viene finalmente scoperta e condannata alla ghigliottina. L'autore non ci offre una storia da giudicare e non ci mostra cosa sia giusto o sbagliato nella vita della protagonista, ci apre una finestra su un personaggio davvero esistito e ci racconta una realtà di metà Ottocento così com'era, senza maschere e fronzoli. La realtà vera e cruda così come spesso si fa finta di non vedere. Un libro che mi è piaciuto e che ho voluto leggere dopo aver letto "Il Marchese di Montespan" sempre dello stesso autore, entrambe letture interessanti, da non sottovalutare.
Durata della lettura: Quattro giorni
Bevanda consigliata: Infuso di zenzero, arancio e vaniglia
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
“La vera storia di uno dei personaggi più incredibili e sconosciuti della Francia dell’Ottocento."
Jean Teulé, è nato a Saint-Lô, Manche, il 26 febbraio 1953. Ha scritto per la televisione, il teatro e il cinema, e numerose opere: Rainbow pour Rimbaud (1991), L'œil de Pâques (1992), Ballade pour un père oublié (1995), Darling (1998) et Bord cadre (1999), Longues Peines, Les Lois de la gravité, Ô Verlaine (2004), Je, François Villon (2006), Le magasin des suicides (2007). Vive a Parigi con l'attrice Miou-Miou. Con Neri Pozza ha pubblicato Io, François Villon (2007), Il marchese di Montespan (2009), Vita breve di un giovane gentiluomo (2011), Fiore di tuono (2014).
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